Parla ai microfoni di qds.it Natale Giunta, lo chef siciliano famoso in tutto il mondo: "Dopo un anno hanno finalmente capito che all'aperto non ci si può contagiare"
Parla ai microfoni di qds.it Natale Giunta, lo chef siciliano famoso in tutto il mondo: “Dopo un anno hanno finalmente capito che all’aperto non ci si può contagiare. Speriamo in una ripartenza vera, io proverò col turno unico che da pranzo va fino a cena“.
Lo chef continua: “Mi auguro solo che tutti rispettiamo le regole, non dobbiamo riempire piazze e tavolini di ragazzi e persone, sennò dopo 15-20 giorni andiamo a chiudere di nuovo. Sarebbe la sconfitta più grande.
Capisco che se hai uno spazio piccolo all’aperto vuoi mettere più tavoli, ma dobbiamo rispettare le regole, altrimenti siamo punto e accapo. E rischiamo di chiudere in estate”.
E’ la fine di un incubo? “Non ne sono convinto – dice Giunta -. Gli esperti dicono che ci vorranno quattro anni per un’immunità di gregge. Abbiamo sentite tante cavolate, dobbiamo semplicemente convivere col virus. Se non rispettiamo le poche regole a settembre richiudiamo di nuovo. E già questa sarà un’estate diversa”.
Sull’organizzazione dei ristoratori, Giunta ha le idee chiare: “Farò un turno unico, farò questa prima prova, dalle 12 alle 20, non chiudiamo il pomeriggio, non ci sarà spezzato. A pranzo la gente rimarrà fino a tardi e questo diventerà la cena. Diventeremo un pò tedeschi e un pò francesi”.
Diventeremo un po francesi e un po tedeschi ha detto, vediamo se accade pure per il rispetto dei contratti di lavoro che nella ristorazione italiana sono considerati carta straccia….perché se fa un unico turno di servizio di 8 ore a queste si aggiungono pure le ore per la preparazione che sono circa altre 5, per non parlare del tempo per le pulizie post servizio, fatte naturalmente anche quelle dai cuochi, e si arriva a 12-13 ore di lavoro se non anche 15 pagate come 6 di lavoro e 3 di contributi…
La ristorazione, soprattutto quella di qualità venduta a prezzi da trattoria, con questo sistema stava già morendo, il covid ha solo accellerato il processo. Non si può continuare ad abbassare i costi facendo gravare questo sulla manodopera, il cuoco è un lavoro come tutti gli altri, non una missione come qualcuno vuole far passare, poi se c’è qualche chef pazzo che vuole passare la sua vita dentro una cucina cazzi suoi, fuori ci sono tante altre cose da fare come curare gli affetti e anche altri interessi che una persona può avere, sennò si parla di manie non di passioni…