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Covid, ipotesi origine laboratorio, dubbi su indagini dell’Oms

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Covid, ipotesi origine laboratorio, dubbi su indagini dell’Oms

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venerdì 14 Maggio 2021

Dai maggiori enti di ricerca di USA ed Europa viene riproposta l'ipotesi che la pandemia sia scaturita da un incidente in laboratorio. Gli scienziati nutrono forti dubbi sulle conclusioni dell'Oms

E’ necessario avviare nuove indagini per scoprire le origini del virus SarsCoV2 perché quelle fatte finora non hanno portato a certezze: capire come sia emerso il nuovo virus responsabile della pandemia di Covid-19 potrà aiutare a combattere minacce analoghe in futuro. In attesa di nuovi dati, ad oggi le ipotesi che sia sfuggito da un laboratoriooppure sia di origine naturale sono ugualmente valide. Lo scrivono in una lettera-appello pubblicata sulla rivista Science 18 ricercatori di alcuni dei principali enti di ricerca e università di Stati Uniti e Europa, tra cui Fred Hutchinson Cancer Research Center a Seattle, Massachusetts Institute of Technology (Mit), e le Università di Yale, Basilea, e Stanford. 

A partire dal dicembre 2019, osservano gli autori della lettera, la comunità scientifica ha fatto grandi progressi nel determinare molti aspetti del SarsCoV2, ma non sono ancora chiare le origini del virus: “le teorie di una fuoriuscita accidentale da un laboratorio o di un salto di specie avvenuto in natura restano entrambe valide. Conoscere come sia emersa la pandemia di Covid-19 è però fondamentale per adeguare strategie globalicapaci di mitigare i rischi di future epidemie“. 

I DUBBI SULLE CONCLUSIONI DELL’OMS

I ricercatori sono critici nei confront del lavoro che ha portato al rapporto congiunto Cina-Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pubblicato nel novembre 2020, che aveva proprio l’obiettivo di determinare le origini del virus. “Sebbene non ci fossero risultati a sostegno né di un salto di specie naturale né di un incidente di laboratorio, il report ha valutato il salto di specie da un ospite intermedio ‘tra probabile a molto probabile’ e un incidente di laboratorio come ‘estremamente improbabile’. Inoltre, le due teorie non sono state prese in considerazione in modo equilibrato. Solo 4 delle 313 pagine del rapporto e dei suoi allegati hanno affrontato la possibilità di un incidente di laboratorio”, si legge nella lettera. 

Anche il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, aveva commentato alcune settimane fa che le attenzioni del rapporto sull’ipotesi dell’incidente erano insufficienti, tanto da offrire risorse aggiuntive per valutare meglio questa eventualità. 

L’APPELLO DELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA

“E’ necessario e fattibile – prosegue la lettera – raggiungere una maggiore chiarezzasulle origini di questa pandemia. Dobbiamo prendere sul serio sia l’ipotesi di un salto di specie naturale sia di una fuga dai laboratori fino a quando non avremo dati sufficienti”. Per farlo è necessario dare il via a una nuova indagine che sia “trasparente, oggettiva, basata sui dati, inclusiva di varie competenze, soggetta a supervisione indipendente e gestita in modo responsabile per ridurre al minimo l’impatto dei conflitti di interesse. Allo stesso modo, le agenzie di sanità pubblica e i laboratori di ricerca devono aprire i propri archivi al pubblico”. 

In questo periodo storico in cui sono emersi anche sentimenti ‘anti-asiatici’ è importante sottolineare, conclude la lettera, che “all’inizio della pandemia, furono medici, scienziati, giornalisti e cittadini cinesi a condividere con il mondo informazioni cruciali sulla diffusione del virus, spesso pagate con un grande costo personale. Dovremmo mostrare la stessa determinazione nel promuovere uno spassionato dibattito basato sulla scienza su questa questione difficile ma importante”.

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