Il virologo dell'Università Statale di Milano: "In vacanza c'è un abbassamento della soglia di attenzione e dell'igiene complessiva, che invece quest'anno in particolare andrebbe preservata"
“Le vacanze? Io non le farei. E’ un terno al lotto individuare una metodologia che non sia quella di non andarci per schivare il rischio”. E’ questa la premessa di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, prima di dare all’Adnkronos Salute il suo ‘galateo anti-Covid’ per chi in questi giorni si accinge a partire.
Innanzitutto, ribadisce l’esperto, è necessario “mantenere un’attenzione continua a quel galateo dei comportamenti che, lo sappiamo tutti, quando siamo in vacanza si abbassa senza rendersene conto. Noi – sottolinea – lo vediamo anche in medicina del turismo: in vacanza si ha la percezione che le malattie vadano in vacanza e si fanno cose che normalmente, in termini di rischio, anche a livello di rischio alimentare per non parlare delle malattie a trasmissione sessuale, non si farebbero. C’è un abbassamento della soglia di attenzione e dell’igiene complessiva, che invece quest’anno in particolare – avverte – andrebbe preservata”.
Ma, in termini pratici, vediamo come prepararsi. “Intanto prima del viaggio consiglierei di fare un’assicurazione per quarantene e guai vari, evitando così di fare la fine di chi è rimasto in giro per l’Europa. Questo – ammonisce Pregliasco – come minimo. E la consiglierei anche a chi sceglie mete italiane”. Per spostarsi, poi, “meglio i mezzi propri che i mezzi di trasporto, soprattutto per i fragili e gli anziani”. Gli aerei? “Sono sicuri, ma c’è sempre il rischio, come è successo a un mio amico di recente – racconta il virologo – di trovarsi con un positivo a bordo e di dover poi, in quanto contatto stretto, passare le vacanze in quarantena”.
Un peso sul rischio contagi ce l’ha anche la meta prescelta per le vacanze. “La montagna sicuramente facilita momenti più tranquilli – dice il medico – Io andrò a casa mia, in val Sarentino, una valle molto bella, ma poco frequentata dell’Alto Adige, dove farò la vita di sempre e qualche passeggiata”. Quindi meglio le seconde case? “Per chi ha la fortuna di averle, sì”.
E al mare, se la concentrazione di persone è molto alta e non si riesce a stare a meno di 2 metri, che si fa? “Qui torna la mia moda dell’abbronzatura con la mascherina”, risponde ironico Pregliasco in riferimento a una sua vecchia provocazione. Ma poi aggiunge: “Seriamente, se ci si trova in una movida, se è impossibile un distanziamento, il rischio è davvero quello di dover indossare la mascherina anche in spiaggia, ed è drammatico”.
Balli o giochi negli stabilimenti o nei villaggi vacanze? “Dipende da come li organizzano. Certo – evidenzia il virologo – dubito che vengano fatti da tre congiunti alla volta. Sarebbe di uno squallore impressionante e davvero a quel punto meglio starsene a casa. Ma, diversamente, il rischio c’è”. Nuvole anche sulla socializzazione. “Stare con il proprio gruppo ristretto e fare attenzione con le altre persone rispetto all’uso delle mascherine. E’ drammatico, ma è ovvio che ogni contatto interumano in questo momento è da considerarsi a rischio”, ribadisce il medico.