Il Covid in Sicilia non è scomparso, primario Civico Palermo: "Vaccinatevi"

Il Covid in Sicilia non è scomparso, primario Civico Palermo: “Vaccinatevi”

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Il Covid in Sicilia non è scomparso, primario Civico Palermo: “Vaccinatevi”

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venerdì 07 Ottobre 2022

"Il virus non è scomparso, i dati dicono esattamente il contrario: è ancora presente e non bisogna abbassare la guardia"

Crescono positivi in Sicilia. “La parola d’ordine è prudenza. Perché “il Covid non è scomparso”. Tutt’altro. Lo dicono i dati, anche se, al momento, non abbiamo registrato alcun incremento significativo dei ricoveri”, dice all’Adnkronos Baldo Renda, direttore di Anestesia e Rianimazione all’ospedale Cervello di Palermo.

Il bollettino del dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico della Regione siciliana è tornato a fare registrare il segno più.

Aumentano le infezioni Covid

Nella settimana dal 26 settembre al 2 ottobre c’è stato un forte aumento delle nuove infezioni, con un’incidenza di nuovi positivi pari a 8.029 (+23,56 per cento) e un valore cumulativo di 167/100.000 abitanti. Se la curva dei contagi sale, le nuove ospedalizzazioni, però, fanno registrare una lieve diminuzione. La media regionale dei posti letto occupati a causa del virus resta sotto i livelli nazionali: 5,8 per cento in area medica e 1,5 per cento in terapia intensiva.

Ospedale Cervello di Palermo, la situazione covid oggi nei reparti

All’ospedale Cervello di Palermo, interamente riconvertito negli anni dell’emergenza pandemica per diventare hub di riferimento nella lotta al Covid in città, sono una settantina i posti “riservati”.

“Abbiamo un piano multidisciplinare e qualche ‘nuvola’ nei reparti. Li abbiamo ridotti significativamente”, spiega Renda. Nel suo reparto i posti letto Covid sono stati dimezzati.

“Due anni e mezzo fa ne avevamo otto, poi con il boom dei contagi abbiamo aperto una seconda terapia intensiva arrivando a 16 posti. Con la fine dello stato emergenziale siamo tornati a regime e oggi degli otto posti solo quattro sono destinati a pazienti Covid”. Chi arriva nel reparto di Rianimazione diretto da Renda nella maggior parte dei casi lo fa per altre patologie.

“Lavoriamo con pazienti prevalentemente positivi più che malati di Covid, non affetti, quindi, dalle gravi polmoniti che abbiamo imparato a conoscere”.

“L’immunizzazione da vaccino e da contagio argine a casi più gravi”

Insomma, la motivazione principale del ricovero in rianimazione non è la patologia da Sars CoV-2. “Anche questa quota di pazienti semplicemente positivi al momento da noi non è aumentata. Non c’è stato un incremento sostanziale a fronte dell’aumento dei casi di positività. Speriamo che il trend si mantenga”. Merito, spiega Renda, anche del vaccino.

“L’immunizzazione passiva da vaccino e quella naturale da contagio diretto hanno creato un argine ai casi più gravi. Questo è un dato di fatto. Certamente abbiamo anche pazienti vaccinati che arrivano da noi in gravi condizioni, ma si tratta di immunodepressi, situazioni al limite e casi eccezionali”.

Ecco perché l’invito ancora una volta è quello di vaccinarsi “Anche alla luce dell’arrivo della stagione invernale”, avverte Renda. Lui la quarta dose l’ha già fatta. “Il virus non è scomparso, i dati dicono esattamente il contrario: è ancora presente e non bisogna abbassare la guardia. Invito tutti a vaccinarsi, non solo fragili e operatori sanitari”. (AdnKronos)

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