Covid, Omicron si moltiplica con sei sottovarianti: ecco cosa sapere

Covid oggi, sintomi e conseguenze: le sei “sorelle” di Omicron fanno meno paura

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Covid oggi, sintomi e conseguenze: le sei “sorelle” di Omicron fanno meno paura

Redazione  |
giovedì 05 Gennaio 2023

E' massima attenzione degli scienziati sulle sottovarianti di Omicron che sono diffuse in Cina e negli USA. Gli antivirali funzionano. Ecco cosa sappiamo oggi

Sono sei le sottovarianti del coronavirus, tutte “sorelle” di Omicron, quelle che circolano in Cina e che sono state rilevate anche nel resto del mondo.

Sono le sei sottovarianti del covid che degli scienziati stanno osservano con attenzione perché alcuni di questi sottolignaggi appaiono in forte diffusione, come la XBB.1.5 ribattezzata Kraken negli Stati Uniti, ma al momento, rassicura l’Organizzazione mondiale della sanità, “non esiste indicazione di una maggiore gravità associata a queste sottovarianti in monitoraggio rispetto a precedenti lignaggi Omicron”.

I dati dell’Ecdc: tutte le sotto varianti “pericolose” individuate alla fine del 2022

Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha segnalato che dal 25 al 30 dicembre 2022 sono state depositate dalla Cina 540 sequenze. Sei sono, appunto, le sottovarianti dominanti: il 35% era rappresentato dalla sotto-variante BA.5.2, il 24% da BF.7, il 18% da BQ.1 (Cerberus), il 5% da BA.2.75 (Centaurus), il 4% da XBB (Gryphon) e il 2% da BA.2. Sono state segnalate anche le sottovarianti BA.5.6, BA.4.6, BM.4.1.1 e BA.2.3.20. Questi sottolignaggi riscontrati finora in Cina sono noti da tempo e sono già circolati in Europa.

Le “sorelle” di Omicron non spaventano, ecco perché

Appartengono tutti alla famiglia di Omicron e nessuno desta particolare preoccupazione per la sua capacità di eludere la risposta immunitaria. Anche per Cerberus e Gryphon, che per un certo periodo avevano allertato le autorità sanitarie, studi recenti hanno confermato l’efficacia dei vaccini. A rassicurare gli esperti, inoltre, il fatto che al momento non sia stata rilevata alcuna nuova variante.

Anche il gruppo tecnico sulle varianti dell’Oms (TAG-VE o Technical Advisory Group on Virus Evolution) conferma che tutte le varianti del virus SarsCov2 rilevate ad oggi in Cina sono già conosciute. In particolare BA.5.2 e BF.7 rappresentano il 97,5% dei casi autoctoni.

“L’analisi dei CDC cinesi ha mostrato una predominanza dei lignaggi Omicron BA.5.2 e BF.7 tra le infezioni acquisite localmente – scrive il TAG-VE – e sono stati rilevati inoltre altri sottolignaggi di Omicron noti, anche se in basse percentuali. La situazione cinese continua a essere monitorata con attenzione”. Allo stesso tempo il TAG-VE è in allerta per la sottovariante XBB.1.5 (ribattezzata Kraken) che sta crescendo rapidamente in Usa e in altri Paesi.

La situazione negli USA

Negli Stati Uniti, in particolare, secondo l’ultima rilevazione dei Cdc, nell’ultima settimana del 2022 XBB.1.5 era responsabile del 40,5% dei contagi. Kraken deriva da una mutazione della prima sottovariante di Omicron XBB nota come Gryphon (un ricombinante delle varianti BA.2.10.1 e BA.2.75).

Quali sono gli antivirali che continuano a funzionare

Una notizia rassicurante arriva inoltre da uno studio, condotto da università giapponesi e statunitensi, pubblicato sul New England Journal of Medicine: gli antivirali, e in particolare il Paxlovid (nirmatrelvir), continuano a funzionare perfettamente sulle nuove varianti del virus SarsCoV2.

È stato dimostrato, rileva lo studio, che “le varianti BA.2 e BA.5 hanno una minore sensibilità a determinati anticorpi monoclonali rispetto alle varianti circolanti in precedenza”.

Al contrario, affermano i ricercatori a proposito degli antivirali, “i nostri risultati suggeriscono che remdesivir, molnupiravir e nirmatrelvir sono efficaci contro BQ.1.1 e XBB in vitro”.

Si tratta di una “buona notizia”, afferma in un tweet Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, però, commenta, “la sanità pubblica si dia una sveglia e usiamoli”.

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