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Covid, terza dose vaccino, quando farla e a quali categorie

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Covid, terza dose vaccino, quando farla e a quali categorie

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martedì 14 Settembre 2021

Si parte dai pazienti trapiantati. La dose 'booster', diversamente da quella addizionale, verrà somministrata dopo 6 mesi

Sono dieci le categorie di pazienti che potranno ricevere una terza dose addizionale” di vaccino antiCovid. Lo stabilisce la circolare del ministero della Salute.

Dose addizionale e dose booster, quali sono le differenze?

Per dose addizionale si intende una dose aggiuntiva a completamento del ciclo vaccinale primario (ovvero, due dosi di vaccino), per raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria.

Qualunque sia il vaccino utilizzato per il ciclo primario (Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria, Janssen), considerate le indicazioni fornite dalla commissione tecnico scientifica di AIFA, si sottolinea nella circolare, “sarà possibile utilizzare come dose addizionale uno qualsiasi dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia: ovvero il Pfizer nei soggetti di età ≥ 12 anni e Spikevax di Moderna nei soggetti di età ≥ 18 anni”.

Per dose “booster”, invece, “si intende una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale”.

Quali sono le categorie destinate alla terza dose?

Per la dose addizionale sono incluse le seguenti condizioni che, precisa la circolare, potranno essere aggiornate sulla base di evidenze disponibili: trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva; trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica); attesa di trapianto d’organo; terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART); patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure; immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.); immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.); dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia; sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ 200cellule/μl o sulla base di giudizio clinico. Sulla base delle indicazioni fornite in precedenza, tali soggetti dovrebbero aver già ricevuto due dosi di vaccino a mRNA”.

Quale dose ricevere e quando?

Si potrà utilizzare come dose addizionale uno qualsiasi dei 2 vaccini mRNA autorizzati (leggi sopra le condizioni imposte dalla circolare): Pfizer nei soggetti di età ≥ 12 anni e Moderna in d’età ≥ 18. La dose addizionale di vaccino anti-Covid va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose.

La dose “booster” va somministrata dopo almeno sei mesi dall’ultima dose. Al momento, in base alle indicazioni del CTS, precisa la circolare, “si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi”.

Ferma restando la priorità del raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati, “sarà definita la strategia di somministrazione di una dose “booster” di vaccino a m-RNA (Comirnaty di BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna) in favore di ulteriori gruppi target, a cominciare da quelli sopra menzionati, tenendo conto delle evidenze scientifiche e dell’evoluzione dello scenario epidemiologico”.

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