A mettere al centro del dibattito le concause di mortalità per Coronavirus, è Vincenzo Provenzano, presidente nazionale della Simdo, Società italiana metabolismo, diabete, obesità, nonché responsabile del Covid hospital di Partinico
«È confermato dai numeri che tanti italiani hanno smesso di curarsi. Tra la crisi economica, la paura di accedere alle strutture ospedaliere per il rischio di contagio e la necessaria distrazione degli operatori della Sanità nei reparti Covid, le altre patologie vengono trascurate.
Questo non fa che aggravare il rischio di morire per aver contratto il virus. Bisogna intervenire tempestivamente, vaccinando prima i pazienti a rischio e in particolare quelli affetti da diabete».
A mettere al centro del dibattito le concause di mortalità per Coronavirus, è Vincenzo Provenzano, presidente nazionale della Simdo, Società italiana metabolismo, diabete, obesità, nonché responsabile del Covid hospital di Partinico, in provincia di Palermo.
Un allarme condiviso dall’Associazione americana diabetologi già lo scorso dicembre, che ha parlato di crisi di accesso alle cure per milioni di persone affette da diabete.
«Il sistema sanitario nazionale – spiega VincenzoProvenzano – fatica a causa del peso della pandemia, con ricadute sulla prevenzione, l’assistenza ospedaliera e territoriale, e una disparità crescente tra Nord e Sud. Per recuperare le disuguaglianze di accesso ai servizi sanitari, un ruolo decisivo potrebbe averlo l’attivazione del Fascicolo sanitario elettronico, ancora del tutto assente in alcune regioni, che permetterebbe di accelerare il processo di digitalizzazione del Sistema sanitario nazionale».
Secondo il presidente di Simdo, Vincenzo Provenzano potrebbe essere finanziato attraverso i fondi del Recovery Fund o del Mes e «aiuterebbe ad avere in tempo reale la cartella clinica dei pazienti ed accedere senza ritardi ai servizi sanitari, come i presidi per i diabetici, le strisce e i microinfusori. In ogni caso – conclude Provenzano – urge far rientrare gradualmente nel circuito della presa in carico del Servizio sanitario nazionale i pazienti non Covid, perché un secondo anno di emarginazione per loro è assolutamente impensabile».