Lo afferma l'infettivologo Carmelo Iacobello, componente del Consiglio Direttivo Nazionale Simit (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali). “Abbiamo fatto bene a riaprire le scuole, ma serve puntare sui locali dismessi per distanziare meglio gli studenti”
PALERMO – 9 Marzo e 18 Maggio 2020: inizio e fine della Fase 1, due momenti emblematici che hanno segnato la storia dell’Italia della pandemia, dando il via a un “lento ritorno alla normalità” e al ripristino graduale, ancora in atto, delle attività sociali. Con la riapertura delle scuole e la prospettiva di riapertura di spazi pubblici come gli stadi cosa attende gli Italiani? Possiamo stare del tutto sereni a fronte delle misure di contenimento a disposizione, abbandonando lo spettro del lockdown?
Ne abbiamo parlato con l’autorevole Carmelo Iacobello, medico infettivologo e componente del Consiglio Direttivo Nazionale della Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
Dottor Iacobello, alla luce delle regole di distanziamento oggi vigenti, che autunno ci attende? Cosa pensa della discussa decisione della riapertura degli stadi?
“Non sono contrario a questa decisione, ma con il rispetto assoluto di mascherina, distanziamento e lavaggio delle mani. A mio parere, evitando gli assembramenti, gli stadi possono riaprire: uno stadio di cinquantamila spettatori dovrebbe contenere non più di cinquemila o diecimila spettatori, con una persona ogni tre sedili, distanza che ritengo più che sufficiente per evitare i contagi e la paura di un nuovo ritorno alla Fase 1. Sottolineo, come misura di contenimento, che porrei al primo posto, l’igienizzazione delle mani, con la disponibilità diffusa dei gel, in particolare nei luoghi chiusi. Chi starnutisce, soprattutto se non sa di essere Covid positivo, infatti può lasciare il virus sui braccioli della poltrona, pensiamo a ciò che avviene nei cinema. Riguardo all’autunno che ci attende, credo ci troveremo di fronte a situazioni di minore gravità in termini di positività, con piccoli focolai, in scuole o ospedali, non paragonabili a quelli dello scorso Marzo: ci saranno maggiori casi di persone asintomatiche, anche a fronte della maggiore diffusione della pratica dei tamponi”.
Secondo lei l’Italia sta proseguendo sulla strada giusta sotto il profilo delle misure di distanziamento?
“Secondo me il Governo, fin dal primo momento, ha agito bene nell’opera di contenimento della pandemia, eseguendo un lockdown molto più efficace di quello degli altri Paesi, che adesso stanno tornando alla fase 1, come Israele”.
Riguardo infine alle scuole, abbiamo fatto bene a riaprirle?
“Si, certamente la scuola doveva riaprire: l’educazione è un pilastro fondamentale di una società civile, solo che era necessaria una migliore organizzazione. È buona norma, secondo me, individuare locali dismessi per distanziare efficacemente gli alunni, come palestre e caserme. In ogni paese o città esistono ambienti da riciclare a questo scopo, che appartengono alla Comunità. L’auspicio è che tale provvedimento venga considerato al più presto a livello governativo”.