Cracolici ritira la sua candidatura a segretario regionale del Pd: "Da Roma imbarazzato silenzio" - QdS

Cracolici ritira la sua candidatura a segretario regionale del Pd: “Da Roma imbarazzato silenzio”

Cracolici ritira la sua candidatura a segretario regionale del Pd: “Da Roma imbarazzato silenzio”

Mauro Seminara  |
martedì 06 Maggio 2025

Antonello Cracolici è duro, non risparmia colpi, né al segretario regionale Anthony Barbagallo né tantomeno alla segretaria nazionale Elly Schlein

Dopo ventidue giorni dall’indiscrezione – forse tutt’altro che casuale – con cui a mezzo stampa si apprendeva del messaggio di “disponibilità” a guidare la segreteria regionale del Partito democratico inviato da Antonello Cracolici alla segretaria nazionale Elly Schlein, il deputato regionale decide di parlare e lo fa assestando una durissima spallata alla già barcollante segreteria regionale e nazionale.

Le parole di Cracolici

“Dopo ventidue giorni di silenzio, forse di imbarazzato silenzio”, definisce Cracolici il mancato riscontro da Roma alla proposta inviata sulla candidatura del presidente della Commissione antimafia siciliana. E dopo questo periodo, l’annuncio in conferenza stampa spiazza tutti. Inclusi quanti avevano dato per scontato il competitor in gara e anche il sostegno alla sua candidatura: “La mia disponibilità è venuta meno, anche per il disinteresse della segreteria nazionale”.

Antonello Cracolici è duro, non risparmia colpi, né al segretario regionale Anthony Barbagallo né tantomeno alla segretaria nazionale Elly Schlein che sostiene la candidatura del segretario regionale uscente – di corrente Franceschini – e non interviene nel durissimo dibattito che si è acceso tra i dem siciliani e che sembra ormai insanabile. In Sicilia il Pd è spaccato, e dall’assemblea per l’approvazione dello statuto in cui si è sfiorata la rissa a oggi pare nulla sia cambiato. “Ho votato Gianni Cuperlo con convinzione e con altrettanta convinzione ho votato Elly Schlein”, precisa Cracolici per fugare dubbi su correnti bonacciniane. Ma “fare il segretario del Partito democratico siciliano delegittimando il Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana credo sia un suicidio”, dice il non più disponibile candidato avversario.

“Sicilia non è una filiale”

Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta presso la sede provinciale di Palermo del Pd, il deputato regionale e politico di spessore, ha parlato senza riserve della condizione in cui versa il Partito democratico in Sicilia e dell’impossibilità di gestire la Sicilia come una succursale in cui raccogliere consenso finalizzato al buon risultato delle elezioni politiche previste – fino a prova contraria – nel 2027. “Le piccole filiali prima o poi chiudono”, ammonisce Cracolici ricordando il buon risultato ottenuto alle elezioni di secondo livello per il Libero Consorzio comunale di Enna ma anche il generale risultato negativo che il Pd continua a registrare. Rivendica la scelta di sostenere con la coalizione L’Alternativa il candidato forzista alla presidenza del Libero Consorzio di Agrigento per rompere una roccaforte della cuffariana Democrazia cristiana e soprattutto l’azione amministrativa del gruppo parlamentare dem all’Ars.

Lo scontro

Questo il terreno di scontro più feroce. Da una parte Barbagallo, con la linea Schlein alle spalle, critica severamente la scelta politica dei deputati regionali di partecipare con emendamenti alla legge di stabilità per far arrivare risorse necessarie ai territori e soprattutto non far avvantaggiare Comuni amministrati da sindaci di centrodestra a discapito di quelli di centrosinistra. Dall’altra, Cracolici sostiene che questa linea critica di Barbagallo sia rappresentazione di “una cultura molto pericolosa, molto settaria”.

In Sicilia c’è quindi un partito da ricostruire. “La situazione è ormai stucchevole”, secondo Cracolici che argomenta anche sul cosiddetto campo largo sostenendo che non è possibile fare alleanze di coalizione senza unità interna al partito. Ma la disponibilità a un impegno ulteriore del deputato e presidente di Commissione parlamentare, per guidare una segreteria unitaria oggi disgregata, non è stata apprezzata a Roma. Ritirata l’ipotesi di candidarsi, Antonello Cracolici afferma senza dubbi le proprie intenzioni di sostenere senza remore qualunque candidati avversario di Anthony Barbagallo. In un’intervista rilasciata lunedì dal segretario regionale uscente, Barbagallo si è detto lieto se Cracolici confermerà la candidatura e ha anche ribadito la minaccia di denunciare alla Procura le “mancette” in finanziaria che ha rotto definitivamente il dialogo tra la segreteria e il gruppo all’Ars. Ieri Cracolici ha sbeffeggiato questa “minaccia” sottolinenando anche che eventualmente non sarebbe la Procura della Repubblica la sede preposta. In questo clima di “inevitabile contrapposizione che non farà bene al Pd”, Antonello Cracolici ha dato la propria spallata spianando la strada a un candidato alternativo a Barbagallo di cui ancora non si conosce il profilo, ma che ha adesso una settimana – in virtù del rinvio concesso dalla segreteria nazionale, unico segno di vita da Roma – per raccogliere le firme e depositare la candidatura. Il fiammifero acceso è adesso nelle mani di Elly Schlein che dovra stare attenta a non bruciarsi in Sicilia.

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