Cresce l’Isee dei siciliani, ma resta il gap con il Paese - QdS

Cresce l’Isee dei siciliani, ma resta il gap con il Paese

Cresce l’Isee dei siciliani, ma resta il gap con il Paese

mercoledì 26 Marzo 2025

Secondo i dati in possesso dell’Inps i redditi nell’Isola aumentano da un decennio, in 8 anni più di un terzo. La media nazionale si attesta a quota 16.400 euro, quasi 4 mila euro in più rispetto al nostro territorio

PALERMO – Di anno in anno cresce il valore dell’Isee dei siciliani, così come cresce il numero degli isolani che richiedono il documento secondo i dati in possesso dell’Inps. Riguardo al valore, è un percorso di crescita che è partito dal 2018 e che non si arresta. Se in quell’anno il valore medio si è attestato sugli 8.392 euro per 691.940 nuclei familiari, nel 2024 la media Isee è arrivata a 12.524 euro, per 1,1 milioni di famiglie, con una crescita del 33% in pochi anni.

Crescono le famiglie che richiedono l’Isee

L’innalzamento delle famiglie che richiedono il documento è collegata all’introduzione di sostegni al reddito che sono collegati all’Isee, primo fra tutti l’assegno unico universale, che ha sostituito i vecchi assegni familiari. Nonostante il trend positivo, i numeri siciliani rimangono piuttosto ridotti rispetto al resto d’Italia. Se la penisola nel 2024 ha segnato un valore medio Isee di 16.402 euro, sono le isole e il Sud a registrare i valori più bassi, fermi rispettivamente a 13.154 e 13.654 euro.

In Italia richieste oltre 10 milioni di certificazioni Isee

Il Centro arriva a 18.163 euro, mentre il Nord-Ovest sale a 18.258 euro e il Nord-Est a 19.668 euro. In totale sono state richieste oltre 10 milioni di certificazioni Isee. Anche nella penisola il trend di crescita si è mantenuto costante dal 2018 in poi, per cui, il differenziale tra la Sicilia e il resto d’Italia è sostanzialmente rimasto fermo, con un leggero vantaggio della regione visto che in Sicilia l’Isee è cresciuto del 33% contro il 27% del resto della penisola.

La dichiarazione sostitutiva unica

L’aumento minore si registra nel Nord-Ovest, dove ci si ferma, invece, a un incremento del 25%. Negli ultimi anni, anche grazie alla semplificazione del sistema informatico, è aumentata la percentuale dei cittadini che presentano autonomamente la Dsu, cioè la dichiarazione sostitutiva unica, il documento che contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale necessarie a descrivere la situazione economica del nucleo familiare per la richiesta di prestazioni sociali agevolate.

La Dsu può essere compilata online dagli utenti o tramite assistenza gratuita dei Caf, i centri di assistenza fiscale. La percentuale di cittadini che presentano la Dsu in autonomia è aumentata dal 2016 dal 2 al 15%. In particolare, nel 2024, il 14% delle dichiarazioni è stato presentato utilizzando la Dsu precompilata.

Sul totale, ben il 43% delle Dsu è stato presentato nelle regioni del Sud e delle Isole, il 38% nel Nord e il 19% nel Centro. Anche questa scelta è collegata alla richiesta di ammortizzatori sociali, che sono di particolare interesse per i nuclei più deboli economicamente.

Senza la dichiarazione Isee si riduce l’assegno unico

Stesso meccanismo per la scelta di richiedere la certificazione nei primi tre mesi dell’anno, fatta dal 76% delle famiglie. In questi mesi, infatti, avviene l’aggiornamento del valore dell’assegno unico universale, mentre la mancata presentazione dell’Isee porta alla riduzione al valore minimo dell’Auu.

La presentazione di Dsu in altri momenti dell’anno è generalmente legata alla necessità di apportare modifiche ai valori precedentemente comunicati. Per classe di valore, il 3% delle Dsu presenta un Isee nullo, mentre il 42% è al di sotto dei 10.000 euro. La classe con il maggior numero di Dsu, oltre 2 milioni, si colloca tra 5 mila e 10 mila euro, il 21% del totale annuo.

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