La crescita del turismo d’élite è un lusso che la Sicilia deve iniziare a permettersi - QdS

La crescita del turismo d’élite è un lusso che la Sicilia deve iniziare a permettersi

La crescita del turismo d’élite è un lusso che la Sicilia deve iniziare a permettersi

martedì 01 Aprile 2025

Per la Sicilia un giro d’affari miliardario che però resta ancora poco sfruttato. Occorre migliorare offerta e servizi

PALERMO – Nel 2024, il turismo luxury in Italia avrebbe generato oltre 9 miliardi di euro, pari al 16,8% dell’offerta alberghiera totale (poco più di 54 miliardi). Dal 2008, il segmento ha registrato una crescita media annua del 9,2%, quasi il doppio del settore alberghiero complessivo (5,2%), e le presenze negli hotel di lusso hanno raggiunto 12,8 milioni, con 4,5 milioni di arrivi. Per il 2025 si prevedono 4,6 milioni di arrivi (+2%) e 12,9 milioni di presenze (+1,4%). Gli undici big spender – tra cui Germania e Usa, ma occorre considerare anche il mercato cinese, con i suoi oltre 800 mila milionari – hanno generato quasi 18 miliardi di euro. Questi sono soltanto alcuni dei numeri venuti fuori dal rapporto Demoskopika sull’argomento. Dati che fanno comprendere quanto sia fondamentale potenziare offerta e servizi per un target élite anche in Sicilia.

In Sicilia turismo di lusso in crescita

Nell’Isola il turismo di lusso è in crescita, come si evince dai 99,2 punti assegnati dall’istituto di ricerca, grazie ai quali essa viene inserita nel gruppo Premium gold, che comprende le regioni con i risultati di fascia alta e un posizionamento solido nel reparto luxury, pur senza raggiungere l’eccellenza assoluta. La Sicilia però al tempo stesso, secondo i numeri del report, non è ancora all’altezza delle realtà che primeggiano nel settore e che fanno parte del cluster Vip Diamond (nel quale, come viene spiegato nello studio, sono incluse le regioni al vertice dell’indice Élite, con un’offerta di lusso altamente consolidata e un’elevata attrattività per i big spender) e cioè Lazio (109,1 punti), Campania (108,2), Lombardia (105,7), Sardegna (103,9) e Veneto (102,9).

Scendendo nel dettaglio riguardante i dati del rapporto, nel 2023 in Sicilia erano presenti 45 tra alberghi a cinque stelle e cinque stelle di lusso, di meno, in particolare, rispetto agli 86 della Toscana che primeggiava anche in posti letto (11.695 con un’incidenza del 6,3%) mentre in Sicilia se ne trovavano 8.790 con un’incidenza del 7,1%. L’anno scorso nell’Isola gli arrivi nel totale degli esercizi alberghieri sono stati 3.761.619, le presenze 12.261.015; gli arrivi negli alberghi tra cinque stelle e cinque stelle di lusso sono stati 246.053, le presenze 732.891; l’incidenza degli arrivi ha raggiunto il 6,5% mentre quella delle presenze si è attestata al 6,0%.

In Sicilia nel 2024 poco più di 246 mila arrivi negli alberghi di lusso

In Sicilia, nel 2024, nel totale degli esercizi alberghieri i turisti hanno speso 1.623.182.924 euro, mentre negli alberghi a cinque stelle e cinque stelle di lusso la spesa ha raggiunto quota 364.186.433 euro con un’incidenza del 22,4%. Se confrontiamo questi numeri con quelli delle regioni che si trovano ai primi posti notiamo che, almeno in qualche caso, le differenze non sono così marcate. Per esempio, nel 2023, le regioni che si trovano nel cluster Vip Diamond negli alberghi di lusso avevano un numero di posti letto non di molto superiore a quelli della Sicilia che, ripetiamo, erano oltre ottomila: nel Lazio 11.309 posti letto, in Veneto 11.257, in Lombardia 10.181, in Sardegna 9.271. Passando all’anno scorso, come già accennato nella nostra Isola ci sono stati poco più di 246 mila arrivi negli alberghi di lusso e a superare la nostra regione sono state in effetti soprattutto la Lombardia con 763.299 arrivi, il Veneto con 633.851 arrivi e il Lazio (528.016). Tra le realtà in cui gli arrivi sono stati in numero inferiore rispetto alla Sicilia segnaliamo in particolare, la Calabria (83.631), il Friuli-Venezia Giulia (62.397), l’Umbria (55.094), le Marche (53.149), l’Abruzzo (45.623), la Basilicata (31.239), la Valle d’Aosta (30.695), il Molise (5.163).

Per quanto riguarda le presenze negli alberghi di lusso, ricordiamo in Sicilia più di 700 mila, a primeggiare è stato il Lazio con 1.977.682, seguito dal Veneto (1.613.317), dalla Lombardia con 1.509.390, dal Trentino-Alto Adige (1.303.612) e dalla Campania (1.041.625); agli ultimi posti invece figuravano l’anno scorso, la Basilicata con 94.590 presenze, la Valle d’Aosta (87.006) e il Molise (14.090).

La spesa turistica negli alberghi di lusso

Andiamo adesso alla spesa turistica negli alberghi di lusso, ambito in cui si nota forse maggiormente il gap tra la Sicilia, dove sono stati spesi circa 364 mila euro e le realtà che si trovano ai primi posti della graduatoria: nel Lazio, infatti, i turisti nel 2024 hanno speso 1.496.256.367 euro, in Lombardia 1.461.778.410 euro e nel Veneto 1.149.019.027 euro; le regioni dove i turisti hanno speso di meno sono state, l’Abruzzo (88.024.443 euro), l’Umbria (81.006.669 euro), le Marche (74.525.778 euro), la Valle d’Aosta (60.060.008 euro), la Basilicata (54.999.044 euro) e il Molise (4.811.435 euro).

Una due giorni a Taormina per parlare di turismo di lusso

Le potenzialità della Sicilia in questo segmento della ricettività sono state al centro di una due giorni organizzata a Taormina, intitolata appunto “Stati generali dell’ospitalità di Lusso in Sicilia”. Un’iniziativa nata dalla collaborazione tra Destination Italia group e il Distretto dell’ospitalità di lusso di Sicilia per creare una collaborazione stabile di incontro e confronto tra stakeholder locali e internazionali, focalizzata sulla valorizzazione e promozione della sostenibilità Esg (Environmental, social and governance).

Un appuntamento su cui, tra gli altri, si è espresso anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Una grande opportunità per la Sicilia, riconosciuta come un centro internazionale di attrazione per tutti i viaggiatori, anche quelli più esigenti, grazie alla sua storia, alle sue tradizioni e alle sue bellezze naturali. Taormina è proprio il biglietto da visita più significativo del turismo di lusso e delle sue radici storiche, che risalgono a tanti decenni fa e che oggi possono consentire, come stanno consentendo, una nuova grande stagione anche alla luce del fatto che si allunga naturalmente la stagione turistica”.

Presente per l’occasione anche l’assessore regionale al ramo, Elvira Amata, che ha sottolineato come dal confronto taorminese “con tanti qualificati esperti e conoscitori dell’industria del turismo, si è parlato di un segmento in continua crescita in Sicilia e non solo. Sono venuti fuori tanti spunti di riflessione dei quali terrò conto nella pianificazione e nelle strategie messe in campo dal mio assessorato”.

Ha detto la sua anche il sindaco della Perla dello Ionio, Cateno De Luca, che ha portato l’esempio di una comunità molto attiva, forse quella più attiva nell’Isola, nel lavoro con i big spender. “Taormina – ha affermato – è al centro di questo progetto sull’ospitalità di lusso. Dopo cinque esperienze amministrative, oggi guido una realtà che racchiude in sé tutte le potenzialità della nostra Isola. Ma per valorizzarle servono visione, coraggio e sinergia tra enti, cittadini e imprese. Un esempio concreto è rappresentato dal Teatro Antico di Taormina: è previsto che ospiti spettacoli solo nei mesi estivi, ma abbiamo chiesto che venga prolungato il periodo includendo i mesi di aprile, maggio e ottobre per facilitare l’attuazione di una vera strategia di destagionalizzazione. Abbiamo portato a Taormina la Bandiera Blu, proseguendo un percorso avviato nel 2017 quando ero sindaco di Santa Teresa di Riva, contaminando positivamente tutta la riviera. Perché non basta avere spiagge meravigliose: serve una visione strategica, serve buona amministrazione”.

Affrontare la questione della stagionalità e quella infrastrutturale

Le prospettive del settore ricettivo siciliano destinato alla clientela alto spendente secondo Giovanni Ruggieri, presidente Otie

Giovanni Ruggieri, presidente Otie

I margini di crescita per la Sicilia nel turismo di lusso sono al centro dell’intervista che il Quotidiano di Sicilia ha realizzato con Giovanni Ruggieri, presidente dell’Otie (Observatory on tourism for islands economy). Si tratta di un’associazione senza scopo di lucro – costituita da istituzioni pubbliche, Università, Centri di ricerca e altre organizzazioni internazionali di sette Paesi insulari dell’Ue (Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro) – che offre supporto per elaborare piani strategici, operativi e di marketing sul turismo.

Quali sono le potenzialità del turismo di lusso in Sicilia e quale incidenza ha sul totale del comparto alberghiero regionale?
“Il recente rapporto di Demoskopika conferma la crescita significativa del turismo di lusso in Italia, con una spesa diretta che nel 2024 ha superato i 9 miliardi di euro. Il segmento degli alberghi a 5 stelle e 5 stelle lusso ha registrato una crescita media annua del 9,2%, quasi il doppio rispetto all’intero settore alberghiero. La Sicilia si colloca nel cluster Premium Gold dell’Élite index, posizionandosi tra le regioni con un’offerta di lusso solida ma con margini di crescita. Il punteggio di 99,2 punti indica un settore in sviluppo, ma ancora distante dai leader nazionali come Lazio, Campania e Lombardia”.

In che misura il turismo di lusso può contribuire alla crescita economica delle imprese locali, incluse ristorazione, artigianato e servizi esperienziali?
“Uno degli elementi chiave del successo del turismo luxury in Sicilia è la valorizzazione delle destinazioni di pregio, come Taormina, Palermo e le isole minori. Tuttavia, la regione deve affrontare alcune sfide: la stagionalità ancora marcata, la necessità di migliorare i servizi esclusivi e il rafforzamento delle infrastrutture per accogliere una clientela internazionale alto-spendente”.

Quali strategie possono rendere la Sicilia maggiormente competitiva rispetto alle altre regioni del nostro Paese?
“Le prospettive per l’anno in corso restano positive, con una crescita prevista del 2% negli arrivi e dell’1,4% nelle presenze a livello nazionale. Per la Sicilia, l’obiettivo dovrebbe essere aumentare la durata del soggiorno medio e attrarre un maggior numero di turisti con alta capacità di spesa. Investire in formazione specializzata, innovazione tecnologica e una maggiore integrazione della filiera turistica sarà essenziale per consolidare il ruolo della Sicilia nel turismo di lusso e competere con le principali destinazioni italiane”.

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