Crisi idrica in Sicilia: “Tre miliardi di euro di perdite per il comparto agroalimentare” - QdS

Crisi idrica in Sicilia: “Tre miliardi di euro di perdite per il comparto agroalimentare”

Biagio Tinghino

Crisi idrica in Sicilia: “Tre miliardi di euro di perdite per il comparto agroalimentare”

Biagio Tinghino  |
martedì 12 Luglio 2022

Parla al QdS Dedalo Pignatone, esponente M5s in commissione Agricoltura alla Camera. “Nell’Isola pesano i problemi nelle condutture, bisogna puntare sull’innovazione”

PALERMO – È ormai chiaro che l’Italia stia attraversando un periodo difficile per quanto riguarda le risorse idriche. Pensiamo ad esempio all’ultimo evento rilevante: il Po in secca con un preoccupante cuneo salino risalito per 30 km. Un segnale evidente che, insieme alla scarsità delle precipitazioni rilevata anche durante i mesi invernali, porta alla luce l’urgenza immediata di intervenire in modo strutturato non solo su un’area specifica, ma su scala nazionale, dal momento che il 20% del territorio italiano è a rischio desertificazione.

La Sicilia è la regione italiana a maggior rischio di desertificazione

La Sicilia è la regione italiana a maggior rischio di desertificazione. Secondo i dati diffusi dall’Associazione Italiana Enti di Bacino, il 70% della superficie dell’Isola presenta un grado di rischio medio-alto. Un problema che riguarda sia le aree interne che quelle costiere, fatta eccezione per le province di Catania, Messina e Palermo, in cui il rischio è molto più basso.

Difficoltà per il comparto agroalimentare

Per analizzare la questione, per capire le difficoltà che sta attraversando il comparto agroalimentare e come sta rispondendo il Governo abbiamo intervistato, in esclusiva per il Quotidiano di Sicilia, il deputato Dedalo Pignatone, esponente del Movimento Cinque Stelle in commissione Agricoltura alla Camera.

Qual è la situazione in Sicilia?
“Anche in Sicilia la situazione non è delle migliori. In particolare, nella nostra regione, un problema rilevante è quello delle condutture, che in molti casi non sono efficienti e in altri sono del tutto assenti. Ci sono ancora diversi bacini idrici colmi d’acqua sparsi per la regione, ma purtroppo questi restano spesso inutilizzabili a causa del problema delle condutture. E questo impatta in maniera sostanziale anche sulle attività del settore primario, costretto a reperire quelle risorse per altre vie più dispendiose”.

Quali difficoltà sta attraversando il comparto agroalimentare?
“Con 40 gradi già a partire da giugno, moltissimi campi in tutta la Sicilia sono aridi e privi di acqua. Si stimano addirittura perdite per oltre 3 miliardi di euro per tutto il settore: spesso infatti è necessario importare una maggiore quantità di risorse idriche e alimentari (necessarie per l’allevamento). Si pensi dunque a cosa questo possa comportare, dal momento che ci troviamo anche di fronte ad un aumento rilevante dei costi energetici e dei trasporti”.

Qual è la risposta del Governo?
“Nel PNRR, la Missione 2 Componente 4 ha individuato quattro investimenti e due riforme con lo scopo di ‘garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo’. A questo sono riservate complessivamente risorse per 4,38 miliardi di euro: più della metà sarà destinata alle regioni del Sud (circa 2,2 miliardi di euro). Nello specifico: 2 miliardi sono destinati alle infrastrutture idriche; 900 milioni sono destinati riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua; 880 milioni sono destinati alla resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche; 600 milioni sono destinati alla rete fognaria e alla depurazione. Contestualmente, il Governo sta per nominare un commissario straordinario per il contrasto e la prevenzione della siccità. Il suo compito sarà quello di coordinare la progettazione e la realizzazione degli interventi necessari alla ridurre il fenomeno della siccità, potenziando allo stesso tempo le strutture idriche. Il fine è quello di arrivare a gestire il fenomeno della crisi idrica non più come un’emergenza, ma come una nuova condizione permanente, alla quale è fondamentale rispondere con soluzioni efficaci anche nel lungo termine. In questa direzione, il premier Draghi sta predisponendo un ‘Grande Piano per l’Acqua’, che verrà presentato prossimamente. Allo stesso tempo, però, non va trascurato uno dei problemi principali, ovvero quello dell’assenza di risposte da parte delle regioni. Non sempre viene messo in luce questo aspetto ma, in questo clima di emergenza, è strettamente necessaria una maggiore partecipazione da parte delle amministrazioni regionali, di cui solo una piccola parte ha già presentato proposte progettuali ben definite”.

“In questa situazione difficile – conclude Pignatore – come ho ribadito più volte anche in Commissione Agricoltura, è ormai chiaro come ‘innovazione’ sia la parola-chiave su cui puntare per affrontare l’emergenza idrica. Ora più che mai è fondamentale sostenere il settore agroalimentare che, già messo in ginocchio dalla Pandemia e dal conflitto in Ucraina, adesso ha bisogno di sostegni per migliorare l’efficienza delle proprie tecniche, delle proprie strutture e dei propri strumenti”.

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