Csm, il pg della Cassazione Salvi chiede di trasferire Storari - QdS

Csm, il pg della Cassazione Salvi chiede di trasferire Storari

Csm, il pg della Cassazione Salvi chiede di trasferire Storari

domenica 25 Luglio 2021

Per il pm milanese incompatibilità ambientale e cambio di funzioni. Ma molti fanno quadrato attorno al magistrato che consegnò a Davigo i verbali delle dichiarazioni dell'avvocato siracusano Amara

Mentre il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi chiede il trasferimento per incompatibilità ambientale e il cambio di funzioni, sono in tanti al Palazzo di Giustizia di Milano a fare quadrato attorno al pm Paolo Storari al centro della nuova bufera che, dopo quella sorta attorno al sistema Palamara, sta investendo la magistratura.

A scrivere il nuovo capitolo di questa vicenda che ruota attorno ai processi nei quali è coinvolta Eni, è il pg, con l’avvio, per la verità non inaspettato, dell’azione disciplinare nei confronti di Storari il quale, per autotutelarsi, a suo dire, dalla inerzia del Procuratore Francesco Greco e dell’aggiunto Laura Pedio, nell’aprile dell’anno scorso ha consegnato all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo i verbali degli interrogatori dell’avvocato Piero Amara su una fantomatica loggia Ungheria.

Verbali che per Storari obbligavano ad aprire tempestivamente una inchiesta con anche iscrizioni mentre Greco e Pedio intendevano procedere con una linea più prudente e che Davigo diede al vice presidente del Consiglio Superiore David Ermini.

Inoltre informò del problema lo stesso Salvi.

“Nessuno mi chiese di formalizzare – ha detto Davigo – Salvi, se riteneva irregolare la procedura poteva e doveva interrogarmi”.

Invece nulla si è mosso fino a quando, alla fine di aprile, è venuto a galla lo scontro all’interno della Procura e che, oltre a un’inchiesta a Brescia, ha portato, tra l’altro, la commissione disciplinare di palazzo dei Marescialli a convocare per venerdì prossimo Storari, che in questi mesi e ancora oggi, ha incassato la solidarietà e la stima di parecchi suoi colleghi, giudici compresi.

“Sono senza parole. Ti conosco come un ottimo collega e la stima che tu hai fra di noi penso debba darti l’energia per superare tutto questo”, è uno dei messaggi di stamane.

Le contestazioni del pg, alle quali il pubblico ministero replicherà anche con una memoria a cui allegherà una risma di documenti, riguardano l'”aver divulgato i verbali” di Amara a Davigo, violando quindi il segreto d’ufficio.

E poi, il “comportamento gravemente scorretto nei confronti” di Greco e Pedio da lui accusati di immobilismo omettendo, però, “di comunicare a questi il proprio dissenso per la mancata iscrizione” di Amara, e di formalizzare con una lettera agli organi competenti il suo disappunto “circa le modalità di gestione delle indagini”.

Inoltre per il pg, che pare ricalcare la relazione inviata da Greco e Pedio, Storari doveva astenersi dal prendere parte all’indagine sulla divulgazione ad alcuni quotidiani di quei verbali.

Indagine trasferita a Roma dopo che si è scoperto che chi ha recapitato quelle carte scottanti ai giornalisti è stata la ex segretaria di Davigo, Marcella Contrafatto.

A tutto ciò, il pm Storari replicherà punto per punto. In queste ore sta lavorando, assieme al suo avvocato, Paolo Della Sala, a una memoria in cui, con il supporto di carte, spiegherà i suoi motivi.
Produrrà, per esempio, le e-mail inviate a Greco e Pedio in cui chiedeva di indagare senza avere risposta ed anche quella in cui a maggio, sempre dell’anno scorso, ha trasmesso ai suoi superiori una scheda per procedere alle iscrizioni, ricevendo in cambio una critica: il suo gesto sarebbe stato definito “gravissimo”.

Inoltre, Storari dovrebbe anche parlare della gestione, coniderata anomala, da parte dell’aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro dell’ex manager di Eni Vincenzo Armanna nel processo con al centro la vicenda nigeriana nel quale in primo grado sono stati assolti tutti gli imputati e che ha creato una frattura, se non uno scontro, tra i due titolari dell’accusa e il Tribunale. Insomma Storari, per quel che si intuisce, andrà a Roma e si difenderà mettendo sul ‘piatto’ quanto ha già raccontato al procuratore di Brescia Francesco Prete, che ha indagato lui e Davigo per rivelazione del segreto di ufficio ma anche De Pasquale e Spadaro per rifiuto di atti di ufficio.

Prima di lui il Csm, per avere un quadro della situazione, tra lunedì e martedi, sentirà quasi tutti i procuratori aggiunti di Milano e alcuni pm e anche il presidente del Tribunale Roberto Bichi e Marco Tremolada, il giudice che ha presieduto il collegio Eni Nigeria.

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