Cultura: Messina tutta da scoprire ma che rimane chiusa al pubblico - QdS

Cultura: Messina tutta da scoprire ma che rimane chiusa al pubblico

Lina Bruno

Cultura: Messina tutta da scoprire ma che rimane chiusa al pubblico

martedì 09 Luglio 2019

Tra i casi più significativi c’è quello di piazza Duomo, con la Cattedrale e la Cripta annessa. Decine di potenziali itinerari da seguire, ma i siti d’interesse non sono accessibili

MESSINA – Nave da crociera in porto, una delle tante che approdano ormai regolarmente. I passeggeri scendono e quelli che non hanno il pullman organizzato per Taormina, in pochi minuti arrivano nel centro storico. Con la cartina in mano si guardano intorno, spaesati. Non sanno che ci sarebbero decine di potenziali itinerari storico-culturali da seguire… peccato che essi non siano resi fruibili insieme a gran parte del patrimonio storico, architettonico e culturale esistente.

L’elenco dei luoghi d’interesse, da Nord a Sud, abbandonati e nel degrado, sarebbe lunghissimo ma restiamo nel cuore della città: piazza Duomo con la sua Cattedrale e la Cripta annessa che non è abbandonata e nel degrado ma semplicemente chiusa, in attesa – da un paio di decenni – di essere disponibile. Soltanto nelle giornate organizzate dal Fai del 2009 e del 2016 è stato concesso vederla, anche se con alcune limitazioni, risultando il sito più visitato d’Italia (25 mila visitatori nel 2009).

La Cripta, costruita nel 1081, si erge su volte a crociera sorrette da colonne in stile greco-romano. La struttura venne concepita come Chiesa sotterranea e fungeva anche da punto di raduno per i marinai che sbarcavano nel vicino porto, utilizzata per le riunioni dei vescovi e meta di pellegrinaggio. Nel 1600 fu abbellita con affreschi e statue dalla Congregazione Schiavi della Madonna della Lettera. Restò indenne dopo i terremoti del 1783 e del 1908 ma i successivi cambiamenti nell’assetto urbanistico provocarono negli anni Cinquanta l’allagamento della Cripta che è sotto il livello del mare. Non soltanto acqua marina ma anche quella del torrente Portalegni.

Con gli interventi degli anni Novanta del secolo scorso, pressati dall’allora vescovo Giovanni Marra e finanziati dall’assessorato regionale ai Beni culturali, si arrivò alla soluzione. I lavori, finiti agli inizi del 2000 e costati circa sei miliardi delle vecchie lire (seguiti dalla Soprintendenza), misero in atto un sistema di drenaggio in grado di far defluire l’acqua all’esterno, ma il bene ha continuato a essere negato alla fruizione.

Per la Soprintendenza sono necessari lavori di restauro e adeguamento alle norme di sicurezza. Insomma, ci vogliono altri due milioni di euro ed è paradossale che oltre che sui segni lasciati dal tempo e dall’umidità bisognerà intervenire anche sui danni a stucchi e affreschi provocati dalla ditta che ha eseguito i lavori di drenaggio.

“Sul soffitto della Cripta – ha commentato lo storico Franz Riccobono – sono evidenti gli spruzzi di cemento liquido e ci sono graffi sugli stucchi all’altezza dei macchinari che hanno utilizzato. Ci si chiede a quali requisiti si faccia riferimento quando vengono scelte le ditte per effettuare lavori in siti di rilievo storico-artistico. Non certo all’economicità, considerate le grandi cifre spese in tanti siti e senza che si riesca a renderne fruibile uno solo”.

Anche il Museo diocesano continua a restare chiuso malgrado i lavori di ristrutturazione dei locali della Curia, con fondi europei e sempre sotto la direzione della Soprintendenza, siano iniziati nel 1994. Padre Giovanni Scimone, direttore dell’Ufficio tecnico diocesano e che dispone di soli 900 mila euro l’anno della Cei per il restauro dell’enorme patrimonio in gestione, ha riferito che si è “nella fase in cui la Soprintendenza deve restituire i locali alla Diocesi”. Fase che dura da un po’ e a cui si spera possa dare un’accelerata la nuova soprintendente Mirella Vinci, che ha preso il posto di Orazio Micali, assegnato alla direzione del Museo regionale.

Una svolta gestionale però è quanto mai necessaria anche al MuMe: la struttura museale più importante del Meridione per la ricchezza espositiva, con i suoi Antonello e Caravaggio, inaugurata nel 2016. Tra tutti i siti siciliani è quello che nel 2018 ha avuto il calo maggiore di visitatori (-21,80%), un dato non certo migliorato nei primi sei mesi del 2019, visti i disservizi. Dall’aria condizionata mal funzionante ai bagni fuori uso, fino all’accesso vietato per interruzione di energia elettrica.

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