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Cura Covid, arriva farmaco spray “cattura Omicron”, come funziona

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Cura Covid, arriva farmaco spray “cattura Omicron”, come funziona

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giovedì 20 Gennaio 2022

Il farmaco sarebbe in grado di bloccare tutte le varianti e persino coronavirus futuri.

Un gruppo di scienziati dell’università del Texas ha sperimentato un nuovo farmaco in grado fermare il Covid, in tutte le sue varianti, compresa l’Omicron e quelle eventualmente future. Ecco di cosa si tratta e lo studio.

Il farmaco “cattura Covid” e le “evAce 2”

Un farmaco capace di catturare e fermare il coronavirus, variante Omicron compresa. E’ l’obiettivo del progetto degli scienziati della Northwestern Medicine e dell’Md Anderson Cancer Center dell’università del Texas. I ricercatori hanno individuato nanobolle naturali che funzionano come un’esca, capace di catturare e neutralizzare il covid nelle sue diverse varianti e potenzialmente anche nuovi, futuri coronavirus.

Si chiamano ‘evAce2’, viaggiano nel sangue dei malati di Covid-19. Gli scienziati ora sperano di trasformarle in un farmaco anti-Covid universale in formato spray o iniettabile, da utilizzare in prevenzione e trattamento. Un’arma biologica che promette un’efficacia “superpotente” e una “tossicità minima”.

Come funziona

Lo studio che la descrive e ne prova l’efficacia, per ora in test preclinici, è pubblicato su ‘Nature Communications’ e supportato da svariate realtà americane fra enti e consorzi di ricerca, centri accademici e istituzioni. Vi hanno collaborato oltre 30 autori, due dei quali (i co-autori senior Huiping Liu e Deyu Fang della Northwestern) hanno già costituito una società, denominata Exomira, per acquisire il brevetto richiesto sulla scoperta e tradurlo in terapia con l’aiuto di altre aziende del settore.

Le evAce2 sono minuscole bolle lipidiche di dimensioni nanometriche che esprimono la proteina Ace2, ossia quella agganciata dalla proteina Spike di Sars-CoV-2. Vengono prodotte dall’organismo contagiato come una risposta antivirale naturale, in concentrazioni tanto maggiori quanto più grave è l’infezione.

L’idea dei team Usa è che, ‘arpionando’ l’Ace2 di queste nanobolle invece dell’Ace2 della cellula bersaglio, il virus non attaccherà l’organismo, bensì galleggerà innocuo nel sangue fino a essere eliminato dai macrofagi spazzini del sistema immunitario. Ed effettivamente, nei topi ai quali sono state somministrate per via aerea, le evAce2 si sono dimostrate in grado di contrastare le nuove varianti del coronavirus pandemico più e meglio rispetto al ceppo originario di Wuhan.

Contro tutte le varianti

“Ogni volta che si sviluppa un nuovo ceppo mutante di Sars-CoV-2, il vaccino originale e gli anticorpi terapeutici possono perdere potenza – spiega Liu, professore associato di farmacologia e medicina presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine e medico della Northwestern Medicine -. La bellezza di evAce2 è invece la sua superpotenza nel bloccare numerosi ceppi di coronavirus, incluso quello attuale, e persino futuri coronavirus Sars. I nostri studi sui topi dimostrano il potenziale terapeutico di evAce2 nel prevenire o bloccare l’infezione da Sars-CoV-2 quando viene erogata attraverso goccioline nelle vie aeree”.

Una scoperta rivoluzionaria

“Il punto chiave di questo studio – evidenzia Raghu Kalluri, presidente di biologia del cancro all’Md Anderson, altro co-autore senior dell’articolo – è l’identificazione delle vescicole extracellulari che esprimono il recettore Ace2, prodotte dall’organismo umano come difesa contro l’infezione da Sars-CoV-2, e la scoperta di come sfruttare questa risposta naturale per sviluppare una nuova potenziale terapia” anti-Covid.

Accanto ai vaccini, rimarca infatti Liu, “rimane urgente identificare nuove trattamenti. Riteniamo che evAce2 possa rispondere alla sfida di contrastare differenti ceppi di Sars-CoV-2 e futuri coronavirus emergenti, per proteggere le persone immunocompromesse (almeno il 2,7% degli adulti statunitensi), quelle non vaccinate (il 94% nei Paesi a basso reddito e oltre il 30% negli Stati Uniti) e anche quelle vaccinate che potrebbero reinfettarsi” nel caso di varianti virali che bucano l’immunità.

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