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Curcio: “Le carceri sono indifese dai cellulari, tutto questo vanifica le indagini”

Curcio: “Le carceri sono indifese dai cellulari, tutto questo vanifica le indagini”
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Queste le parole di Francesco Curcio, Procuratore di Catania che oggi ha parlato in conferenza stampa dopo l’operazione verso il clan Scalisi di Adrano

“Il nostro sistema carcerario è indifeso rispetto alle penetrazioni di cellulari. Probabilmente a livello più elevato del nostro, chi ha la responsabilità amministrativa e politica della gestione delle carceri, deve porsi il problema di schermare nel modo più opportuno gli ambienti penitenziari”. Queste sono le parole di Francesco Curcio, procuratore di Catania che oggi ha parlato in conferenza stampa dopo l’operazione che ha condotto all’arresto da parte della Polizia di Stato di 14 indagati appartenenti al clan mafioso Scalisi di Adrano, nel Catanese.

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Curcio: “Come rieduchiamo i detenuti se continuano a delinquere nel carcere”

Il PM di Catania si interroga sull’utilizzo dei cellulari all’interno delle carceri, un grosso problema che potrebbe vanificare gli sforzi: “Se all’interno del carcere il telefonino non può essere usato perché l’ambiente è schermato – dice Curcio – per questo sarebbe inutile averli e il problema sarebbe risolto. La pena deve rieducare, benissimo, ma come li rieduchiamo se continuano a delinquere nel carcere? Io questo mi chiedo”.

Tutto questo vanifica le indagini – ha concludo il procuratore di Catania – si lavora per anni, si fanno processi che costano milioni di euro, il sudore dei magistrati e della polizia giudiziaria e poi chi viene condannato continua a fare quello che faceva prima”.

“Possibile scongiurare esecuzione di uno o due omicidi”

Francesco Curcio si è soffermato anche sulla vendetta organizzata dal boss degli Scalisi, Pietro Lucifora, con il piano per uccidere i presunti responsabili della morte del figlio 17enne durante una rissa in provincia di Siracusa. Il PM di Catania ha ribadito che “il lavoro sistematico sulle organizzazioni criminali consente di cogliere anche in via di progettazione le loro attività“.

“In questo caso – conclude Curcio – è stato possibile scongiurare l’esecuzione di uno o più omicidi in relazione ai quali era stato elaborato un piano molto articolato, acquisendo addirittura delle finte divise da carabiniere per potersi ‘avvicinare’. Tutto sarebbe avvenuto in questi giorni contro le vittime predestinate”.