Da Guevara a Conte - QdS

Da Guevara a Conte

Antonino Lo Re

Da Guevara a Conte

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 13 Luglio 2022

Deve essere veramente triste la parabola della sinistra, la fine del mito del progresso delle genti, per andare dal Comandante Che Guevara, passando per Turigliatto, a Giuseppi Conte

Deve essere veramente triste la parabola della sinistra, la fine del mito del progresso delle genti, per andare dal Comandante Che Guevara, passando per Turigliatto, a Giuseppi Conte. La stabilità del Paese è appesa a Conte. Quello che il PD descrisse come la punta avanzata del progressismo sostenibile, il Giggiriva del socialismo, diventa l’insostenibile leggerezza dell’essere, per dirla alla Kundera, uno che di socialismo reale se ne intendeva. Che l’Italia, e Draghi, siano col fiato sospeso per capire cosa fa Conte e il movimento 5 stelle, da la misura dell’immaturità di questa comunità nazionale. Il problema è chiaro, Conte non governa più i 5 stelle, dopo la scissione, ed invece di guidarli, minacciando l’abbandono, li segue, denotando tutta la sua ignoranza ed infantilismo politico. Non ha capito che Di Maio di fatto lo teneva in vita, controbilanciando le spinte suicide del movimento con la sua novella realpolitik. E gli dava l’occasione di mediare, si chiama politica, l’ambigua natura di un movimento che lui in fondo non conosce, essendo un corpo estraneo. Di fatto lui ha paura del rigetto, dopo il trapianto innaturale a capo del movimento, e pertanto segue l’ala massimalista di un movimento in stato confusionale.

E su questo terreno sarà ovviamente sostituito da qualcuno più idoneo, senza pochette ed adenoidi, a fare un’opposizione dura e pura. Qualcuno di più credibile rispetto ad un avvocato di Volturara. Sta preparando il terreno per il comandante Marcos Di Battista detto Dibba.

I problemi li ha ovviamente Draghi, ma soprattutto il Paese, che è ancora nel tunnel di una crisi che si avvita tra guerre ed inflazione. Sembra alquanto improvvida la dichiarazione di Draghi sul fatto che non ci possa essere un governo senza i 5 stelle, a meno che non sia di circostanza. Difficilmente Mattarella può portare al voto il Paese in queste condizioni, e considerando la sua lunga esperienza politica certamente non lo farà. Pertanto nascerà nel caso, seppur oggi escluso, un Draghi bis, meno largo, più compatto, ed il PD, che oggi lo esclude ed invoca il voto, lo sosterrà a meno di non volersi suicidare, dopo l’errore strategico di affidarsi a degli apprendisti stregoni. Il giorno dopo la crisi partirà il timer sulla sopravvivenza politica di Conte. Un timer molto piccolo, con un trillo o Grillo finale.

Così è se vi pare.

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