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Dalla Sicilia al Piemonte a passo di mulo, il progetto Woodvivors

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Dalla Sicilia al Piemonte a passo di mulo, il progetto Woodvivors

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venerdì 16 Aprile 2021

Un viaggio lungo il Sentiero Italia in sella a due muli e un asino, per ri-scoprire culture e tradizioni diverse da regione in regione della nostra penisola.

Inizia oggi il lungo cammino Woodvivors in giro per l’Italia che durerà almeno per i prossimi 5 mesi; un team di ragazzi è partito dalla Sicilia equipaggiato di zaino, viveri essenziali e soprattutto due mule e un asino. Saranno proprio loro a dettare i tempi di viaggio: l’obiettivo è arrivare sani e salvi in Piemonte, percorrendo il sentiero CAI (Club Alpino Italiano), proseguendo immersi nella natura e sfruttando qualsiasi incontro casuale, spontaneo, con le tradizioni culturali radicate nelle regioni del nostro Stivale, differenti da nord a sud.

Francesco Lanzino, ideatore del progetto, spiega come questo nasca nel 2017 dopo un tour siciliano in sella a un mulo: “Viaggiando così hai tante occasioni per incontrare gente, perlopiù contadini, disposti ad aprirti le porte di casa, riscoprendo i sapori delle vecchie tradizioni”. Insomma, viaggiare con un animale, piuttosto che con un mezzo a motore, riesce ancora a regalare un contatto empatico profondo tra esseri umani.

Un’esperienza che, in questo senso, segna la volontà di Francesco d’investire nel progetto: “Woodvivors, l’Italia a passo di mulo”, perché gli incontri per caso, si sa, nascondono sempre qualche piacevole sorpresa.
Tuttavia, sarebbe impensabile affrontare un lungo percorso come il Sentiero Italia senza l’ausilio di un furgone dove caricare alcuni viveri per se stessi, le mule, ricariche per le macchine fotografiche e tutto l’essenziale. Per questo, a turno alcuni si muoveranno su strada mentre altri percorreranno il sentiero CAI per poi darsi il cambio.

“Siamo grati al CAI per il contributo oneroso e la partnership che ci hanno offerto – prosegue Francesco – sarà un viaggio indubbiamente duro.
Ogni tanto proveremo ad appoggiarci a delle foresterie o dei rifugi, e chissà se troveremo forme di ospitalità lungo il tragitto. Quel che è certo è che forniremo nuovo materiale fotografico del Sentiero Italia, e nulla esclude deviazioni dalla tabella di marcia; vogliamo che sia un viaggio in divenire, frutto d’incontri inattesi, spontanei, cogliendo le unicità nelle differenze dei vari momenti che vivremo”.

Incontri casuali che, però, potrebbero essere fermati, in un certo senso, dalla paura del covid-19.
“Può sembrare inappropriato partire in un momento come questo – nota Francesco – ma l’epidemia ha mostrato la resilienza della natura di fronte allo stesso virus. Ripensiamo per un attimo alle immagini che abbiamo visto in questi mesi, alla capacità della natura di riprendersi i propri spazi. Secondo me un’esperienza into the wild può essere utile in un periodo come questo dettato dal dramma della pandemia. L’intero pianeta sta vivendo degli anni di cambiamento, e non è un caso se si parla sempre di slow mood e transizione ecologica. La mobilità è sempre più ecosostenibile, l’impatto ambientale ad emissioni zero”.

Ritornando agli incontri che attendono il team di Woodvivors, Francesco sottolinea la presenza dell’antropologa olandese Ellev Derks, che avrà un ruolo chiave nell’approccio socio-culturale e linguistico in merito alle interviste relative ai diversi background che incontreranno nel loro percorso.

E se il viaggio comincia adesso e il traguardo sembra ancora lontano, Francesco sottolinea come Woodvivors abbia già raggiunto un importante successo: “Siamo stati attivamente coinvolti nel progetto che ha visto il patto d’intesa tra la Regione Siciliana (assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale della Pesca mediterranea, del dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale) e il Parco Nazionale di Pantelleria per la tutela dell’asino pantesco, un antico esemplare originario dell’isola che nei decenni scorsi ha rischiato l’estinzione. Gli asini, attualmente ad Erice presso il Demanio San Matteo, torneranno presto nel loro habitat naturale”.

Gioacchino Lepre

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