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Dalla Sicilia si continua a “fuggire”, altri 8 mila sono emigrati

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Dalla Sicilia si continua a “fuggire”, altri 8 mila sono emigrati

Michele Giuliano  |
domenica 01 Settembre 2024

I dati dell’Istat del 2022 mostrano il progressivo spopolamento dall’Isola e appare inarrestabile.

Quando non è possibile anche solo pensare di costruire il proprio futuro nella propria terra, non rimane altra strada che quella che porta lontano. Nel 2022, secondo i dati pubblicati in questi giorni dall’Istat, sono stati ben 8 mila i siciliani che hanno abbandonato l’Isola, l’8,2% del totale nazionale. La Sicilia si trova in tal modo al terzo posto nella classifica delle regioni in termini di espatri, superata soltanto dalla Lombardia, che conta 19 mila migranti, pari al 19,2% del totale nazionale, e dal Veneto, a quota 10 mila, il 9,6% dei 100 mila segnati in tutta la penisola. La maggior parte di chi lascia l’Italia si dirige in un Paese del continente europeo, in particolare appartenenti all’Unione europea, mentre quelli diretti verso paesi europei extra-Ue sono il 12%. Al continente europeo segue l’America Latina dove, nel complesso, nello stesso anno, gli espatri sono quasi 7 mila, il 7% sul totale dei flussi.

Chi sceglie l’America Latina

Verso i Paesi dell’America Latina si dirigono soprattutto i cittadini italiani nati all’estero, cioè individui precedentemente giunti in Italia che, una volta acquisita la cittadinanza italiana, in quanto discendenti di generazioni di emigrati italiani, fanno rientro nel Paese di origine. D’altro canto, sono ben 74 mila i rimpatri in tutta Italia, e anche in questo caso la Sicilia si trova al terzo posto, raccogliendo il 9,5% di quelli che ritornano, superata solo dal Lazio, al 10,6%, e dalla Lombardia, al 17,8%. Sul totale, il 52,6% sono quelli provenienti dall’Europa, in particolare, Germania, Regno Unito, Svizzera, Francia, Paesi che in passato, soprattutto a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, hanno costituito mete principali dei flussi di emigrazione dall’Italia. A questi, seguono l’Argentina (5,5%), il Brasile (5,3%) e gli Stati Uniti (5,1%).

Lo spopolamento

Il problema emigrazione si lega a stretto giro con quello che è ormai un fenomeno evidente in Sicilia, e cioè lo spopolamento, e che riguarda soprattutto le aree interne della regione. Sulla base del censimento chiuso al 31 dicembre 2022, la popolazione siciliana ammonta a 4.814.016 residenti, in calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Interessante anche la collocazione nella regione: circa la metà della popolazione vive nelle province di Palermo e Catania, penalizzando in particolar modo i territori montani o nelle aree interne, dove le opportunità di lavoro si riducono e i servizi scarseggiano. In provincia di Enna abita appena il 3,2% della popolazione isolana; poco sopra, la provincia di Caltanissetta, con il 5,2%, e quelle di Ragusa pari al 6,6%. Secondo i dati dell’Istat, la diminuzione rispetto al 2021 nasce dal saldo negativo tra le nascite e le migrazioni, perché si rileva una forte tendenza sia alla migrazione interna ma soprattutto esterna, ma anche un aumento della denatalità, dovuta alla carenza di servizi a supporto della famiglia e della precarietà economica che ormai investe moltissime persone.

Poche nuove nascite

Nel 2022, sono state contate soltanto 36.810 nuove nascite, segnando un calo, tra il 2021 ed il 2022, con 425 nuovi nati siciliani in meno. A fronte della riduzione delle nascite, cresce invece il tasso di mortalità dal 12,2 per mille del 2021 al 12,3 per mille del 2022, con un picco del 14,3 per mille registrato nella provincia di Enna. Le aspettative di vita, infatti, in Sicilia sono sensibilmente inferiori rispetto al resto della penisola, nonostante si sia innalzata l’età media dei siciliani, passando, rispetto al 2021, da 44,9 a 45,2 anni. Ragusa e Catania sono le province più giovani, rispettivamente con una età media di 44,1 e 44,2 anni, mentre Messina ed Enna risultano quelle più anziane con 46,7 e 46,5 anni.

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