Lancette in avanti di sessanta minuti. Fino al 31 ottobre un'ora di luce solare in più per un notevole risparmio energetico, secondo le stime di Terna. Storia della misura e ipotesi di abolizione
Alle due di questa mattina è scattata l’ora legale, con le lancette degli orologi spostate in avanti di sessanta minuti.
Resterà in vigore fino alle tre del mattino del prossimo 31 ottobre.
L’ora legale è la convenzione di spostare avanti di un’ora gli orologi di uno Stato per sfruttare al meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo, consentendo così un risparmio energetico.
In Italia tale misura viene applicata dal 1916, venne adottata definitivamente come legge nel 1965 e adeguata a direttiva Ue nel 2010.
Ora e risparmio energetico
Come detto, lo scopo dell’ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica.
L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario.
Le stime di Terna
Si consideri ad esempio una persona che dorma ogni giorno dalle 23 alle sette del mattino: d’estate il sole sorge ben prima delle sette, e quindi utilizzando l’ora legale è possibile sfruttare l’ora di luce dalle sei alle sette e ritardare di un’ora l’accensione della luce elettrica alla sera.
Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione, ha stimato che, nel periodo compreso tra il 2004 e il 2012 il risparmio, per l’Italia, è stato di oltre sei miliardi di kilowattora, monetizzabile in novecento milioni di euro.
Considerevole anche la diminuzione dell’inquinamento atmosferico.
Il ciclo sonno-veglia
Nei giorni immediatamente successivi al “cambio dell’ora” (ossia al passaggio da ora solare a legale e viceversa), alcune persone lamentano disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia.
Si tratta dello stesso fenomeno noto come jet lag e che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo tra Paesi con fusi orari diversi.
Misura di guerra
In Italia l’ora legale nacque come misura di guerra nel 1916, rimanendo in uso fino al 1920.
Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della seconda guerra mondiale, quando si ebbe il periodo di massima durata dell’ora legale: dal 14 giugno 1940 al 2 novembre 1942.
La creazione della Repubblica di Salò comportò per due anni la sfasatura dell’applicazione dell’ora legale fra Nord e Sud Italia.
Durante l’occupazione jugoslava di Trieste, l’esercito di Tito la vietò per allineare l’orario della città a quello della Jugoslavia.
Le leggi sull’ora legale
L’ora legale venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965, applicata per la prima volta nel 1966 per quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre, anche se in quell’anno specifico restò in vigore dal 22 maggio al 24 settembre.
La durata venne estesa a sei mesi nel 1980 anticipando l’inizio alla prima domenica di aprile e poi dal 1981 all’ultima domenica di marzo.
Un nuovo prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme con il resto dell’ Europa, quando la fine fu spostata all’ultima domenica di ottobre.
La legge n. 1144/1966 delegò a un decreto del Presidente della Repubblica il compito di decidere annualmente inizio e fine dell’ora legale rispettivamente nel periodo 31 marzo – 10 giugno e 20 settembre-31 ottobre.
Nel 1980 il decreto-legge n. 270 modificò tali periodi anticipando il possibile inizio al 28 marzo.
Due anni dopo si anticipò il potenziale periodo di avvio dell’ora legale al 15 marzo.
Soltanto nel 2010 l’Italia con l’art. 22 della legge n. 96, recependo la direttiva 2000/84/CE del Parlamento europeo, fissò l’inizio dell’ora legale alle ore 2:00 del mattino dell’ultima domenica di marzo e il termine alle 3:00 del mattino dell’ultima domenica di ottobre, pratica comunque già di fatto in vigore in Italia fin dal 1996.
L’ipotesi di abolizione
Da un sondaggio condotto dall’associazione di consumatori Codacons, risulta che gli italiani sono per metà a favore e per metà contrari all’ora legale. Tuttavia la maggior parte degli intervistati è a favore dell’abolizione dell’ora solare, che comporterebbe l’utilizzo dell’ora legale tutto l’anno, con il problema che d’inverno, con meno ore di luce a disposizione, uno slittamento in avanti di alba e tramonto potrebbe fornire sì un’ora di luce in più alla sera, ma anche una in meno ogni mattina, mentre le attività umane continuerebbero a svolgersi con lo stesso orario.
La questione però è di competenza dell’Ue e la Commissione europea sta valutando se abolire il cambio fra estate e inverno. Sul sito della Commissione, tra il 4 luglio e il 16 agosto del 2018 si è svolta una consultazione pubblica sulle disposizioni relative all’ora legale, in cui, tra le domande, nel caso di abolizione del cambio orario veniva posta l’alternativa tra il mantenere sempre l’ora solare o il mantenere sempre l’ora legale.
La consultazione ha ottenuto 4,6 milioni di risposte – il numero più alto mai ricevuto da una consultazione pubblica UE.]