Dall’ipotesi di fusione tra Amt e Sostare possibile svolta per la mobilità a Catania - QdS

Dall’ipotesi di fusione tra Amt e Sostare possibile svolta per la mobilità a Catania

Desiree Miranda

Dall’ipotesi di fusione tra Amt e Sostare possibile svolta per la mobilità a Catania

mercoledì 30 Ottobre 2019

Il 7 novembre un nuovo incontro nella sede del Comune per valutare la fattibilità del progetto

CATANIA – Si muovono i primi passi lungo il percorso di fusione tra le partecipate comunali Amt e Sostare.

C’è stato un primo incontro e il secondo è già segnato per il prossimo il prossimo 7 novembre a Palazzo degli Elefanti per una verifica del percorso più agevole per la fattibilità della fusione. L’idea è quella di una nuova azienda che abbia in capo l’attività di gestione del trasporto pubblico locale, delle aree sosta e dei servizi connessi alla mobilità “ivi compresa segnaletica orizzontale e verticale e gestione degli impianti semaforici”, fanno sapere dal Comune. L’obiettivo è risparmiare e migliorare.

Tra i vantaggi presentati l’eliminazione dei costi di un Consiglio d’amministrazione, l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali sotto un’unica regia, ma anche una migliore e meglio organizzata mobilità. Tutto però è ancora in divenire e va valutato ogni aspetto, anche e soprattutto quello economico dato che Sostare è in una buona situazione di cassa mentre Amt tutt’altro.

“Stiamo valutando un processo di fusione – ha spiegato al QdS il presidente di Sostare, Luca Blasi – e stiamo avviando le pratiche per vederne la fattibilità attraverso gli scambi informativi di natura economica e commerciale. La fusione è un procedimento complesso che deve incentivare la crescita di un’azienda. È impensabile l’opposto, ovvero che una serva a ripianare i debiti dell’altra. Bisogna vedere in base ai piani industriali se vi è compatibilità in un’ottica di breve periodo per far sì che le aziende abbiano sicuramente garantita non solo la sopravvivenza, che io non ritengo sia un obiettivo, ma la crescita”.

Oltre all’aspetto economico e contabile si vuole dare attenzione anche ai dipendenti. Anzi, sono uno dei punti fermi dell’idea di accordo. “Vogliamo salvaguardare tutti i posti di lavoro – ha confermato Blasi – quindi i lavoratori possono stare tranquilli”.

C’è anche un altro punto fermo che secondo Blasi non può essere sottovalutato: “Sviluppare sinergie che già ci sono all’interno delle aziende. Un esempio è l’unificazione dell’ufficio personale”. I due punti vanno a braccetto in un’ottica di maggiore efficienza, ma anche di risparmio. Per esempio, Sostare deve rivolgersi all’esterno per provvedere alle buste paga, cosa che invece non fa Amt. Mettere insieme i due lati della medaglia dovrebbe portare giovamento.

Per quanto riguarda i cittadini, invece “cambierà ben poco”, stando alle parole di Blasi. Anzi, la situazione dovrebbe anche migliorare “avendone un vantaggio in termini di efficienza dato che ci sarà una sola azienda a gestire il sistema mobilità legato al Comune”. Anche il costo dei biglietti sarà lo stesso o forse anche meno. Per il futuro infatti, si sta pensando di favorire la mobilità con mezzi pubblici e quindi modulare la tariffa in base alle zone più o meno coperte dal servizio di autobus.

Come ha sottolineato ancora Blasi, “se la tariffa nelle zone di interscambio viene fissata a un euro invece che a 2,9 euro per mezza giornata, con in più una scontistica sul costo del biglietto dell’autobus, il cittadino è invogliato a prendere i mezzi pubblici”.

L’ottimale sarebbe poi fare anche degli accordi con Fce per una mobilità che guardi anche oltre la gomma, ma è bene procedere un passo alla volta.

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