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Dall’Orca al Design tra letteratura e storia. Metafore irresistibili piombano in Sicilia

Dall’Orca al Design tra letteratura e storia. Metafore irresistibili piombano in Sicilia
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Le Jurnate del Design hanno fatto tappa all’Horcynus Festival

Nei primi giorni del mese di agosto, mi sono trovato coinvolto in un’esperienza magnifica, in un luogo per me significativo dove, ogni qualvolta mi ci reco, devo confessarvi, che provo emozioni immense e, per me che ogni giorno lavoro alla “mappatura sensuale dei luoghi e degli individui e del nostro Corpo Bambino, un corpo nomade, che è insieme un’ipotesi corporea ed oramai anche un meccanismo emittente fatto di dispositivi parlanti”, è il luogo dei sensi per eccellenza. E, con il design! Parlo di un’area particolarmente vocata, quale è la punta estrema della Sicilia Orientale, posizionata in quello che per noi isolani è il confine Nord della nostra regione, quella propaggine magica ed irresistibile, carica di malìa e di misteri antichi che, è stata terra d’elezione ove il portentoso Stefano D’Arrigo ha imperniato il suo romanzo “Horcynus Orca”.

Universalmente riconosciuto come uno dei capolavori della letteratura del secolo scorso, una moderna Odissea, narra le avventure e le peregrinazioni e gli espedienti posti in essere per la sua sopravvivenza di Ndrìa, un marinaio residente nel borgo antico di pescatori di Cariddi, seguendolo sin dal suo ritorno al paese natìo, a piedi, dalla città di Napoli, dopo la conquista del Meridione d’Italia avvenuta nel ’43 da parte degli Alleati. Ciò, mettendone a nudo i personaggi, inusuali e fortemente caratterizzati dal suo autore, incontrati dal protagonista nel suo cammino, mediante la coniugazione di termini che, come bolle che risalgono la superficie del mare dalle profondità, emergono con sorpresa ed inattesa esattezza, man mano che la narrazione viene a srotolarsi, talvolta in sincrono con gli eventi che in maniera inesorabile dipingono a tinte forti la gravità del presente, talvolta con dei flash back che ci riportano ad episodi che affondano dentro una dimensione esistenziale di grande dignità, seppur connotata da pratiche ed azioni dal respiro primordiale, arcaico, in qualche misura.

E, a volte è una strana casualità a condurti ove il tuo subconscio vorrebbe stare e, talvolta, succede che non hai avuto modo di poterne ascoltare le frequenze proprie d’esercizio ma, accade che qualcosa o, qualcuno, ti invii dei segnali che ti conducono proprio dentro il tuo scenario d’elezione. E questo qualcuno, è stato il mio caro amico Luca Fois, designer e docente di Design dell’Evento al Politecnico di Milano che, ha inteso coinvolgere me, ed una nutrita schiera di designer fortemente motivati, nell’operazione di coniugazione e messa in esercizio di una moltitudine di proposte atte ad intervenire come dei catalizzatori di processi e pratiche benefiche nell’area prescelta, la provincia di Messina. E lo ha fatto partendo da un episodio, per me, di grande respiro, quale è quello della fondazione ed innesto di un Design Center, uno spazio permanente dedicato alla ricerca, alla formazione ed alla progettazione con e per il territorio. A dargli voce sarà il neonato Kollettivo KomaD, formato da giovani designer siciliani e non, pronti ad attivare progetti per il terzo settore, per l’innovazione sociale, per l’Heritage Innovation e per il profit sensibile.

Il Design Center nasce all’interno dei locali della Fondazione Horcynus Orca, per l’appunto ubicata in quel luogo carico di magia narrato dallo scrittore D’Arrigo, ove esisteva il piccolo villaggio di pescatori di Cariddi di cui oggi, purtroppo rimangono ben poche tracce. Le “Tri-Jurnate del Design” all’Horcynus Festival, a Capo Peloro, nel punto più stretto dello Stretto di Messina, sono state un’esperienza intensa e generativa che ha visto il coinvolgimento di studenti, designer, docenti, istituzioni e professionisti da tutta Italia e, non soltanto, “resa possibile grazie alla immensa disponibilità di Gaetano Giunta e a tutto l’attivissimo team della Fondazione di Comunità di Messina e della Fondazione Horcynus Orca per l’accoglienza, la competenza e l’ottimo esempio di “design dinamico, strategico e militante”, praticato senza tante parole e da ieri consolidato esempio che mi dà sempre “motivazioni e valori aggiunti” a collaborare con loro, qui in Sicilia”.(Luca Fois, NdA).

Le Jurnate del Design hanno preso avvio con una mostra allestita nella Sala Consolo del Parco Horcynus Orca, ove è presente un percorso espositivo nato dagli sviluppi dei sette workshop progettuali tenuti a febbraio. La mostra ha restituito riflessioni, idee, materiali e prototipi, accompagnando il racconto con un primo confronto sulla direzione delle “Jurnate 2026”, che potrebbero articolarsi attorno a un tema comune capace di stimolare specificità territoriali e contenuti locali. Marta Meda, Daniele Bentivegna e l’associazione Vivere Architettura hanno mostrato i risultati delle loro ricerche sui materiali Grifal e sulle ceramiche pattesi; Bernardo Corbellini ha illustrato l’evoluzione del progetto per Caffè Barbera, presentando i prototipi realizzati dagli studenti dell’Istituto Basile.

Durante i tre giorni, numerosi sono stati gli interventi da parte di relatori estremamente qualificati, quali: Gaetano Giunta, che ha sintetizzato il legame tra design, territorio ed economia solidale sostenibile, tracciando il quadro d’azione del nuovo Design Center; è stata la volta poi di Francesco Zurlo, direttore del Dipartimento del Design del Politecnico di Milano, che ha sottolineato l’importanza della formazione nel design per il sociale, valorizzando il metodo del learning by doing, pratica fondativa della Fondazione; Ezio Manzini ha definito i confini del design per l’innovazione sociale, offrendo una visione ampia e profonda del ruolo del progetto oggi; Barbara Del Curto e Marco Giunta hanno presentato l’avvio della collaborazione sul tema della materioteca, con particolare attenzione ai materiali bioplastici, collegando il Design Center alla Fabbrica di Roccavaldina; Giuppi Sindoni e Lino Monteleone, hanno introdotto i primi elementi del modello operativo e di business del Design Center e del Kollettivo, con un focus sulle metodologie progettuali; Camilla Guerci ha condiviso la sua tesi sul Reis – Registro delle Eredità Immateriali Siciliane – evidenziando le potenzialità del dialogo con l’Heritage International Institute.

Altrettanto significativi gli interventi di: Gianluigi Mastandrea che ha parlato proprio dell’Heritage International Institute e delle possibilità di collaborazione con il Design Center, con un focus sul Mediterraneo come cornice tematica centrale; Xue Pei che ha presentato il suo nuovo libro “Strategic Design for the Third Sector” e ha offerto una panoramica internazionale sulle evoluzioni del settore; Elisa Belicchi che ci ha parlato delle connessioni possibili tra il terzo settore ed il design degli eventi; Giovanni Conti che ha esplorato il ruolo della moda come veicolo di innovazione culturale e progettuale legata al tema dell’Heritage; il sottoscritto che, in veste di Delegato di Adi Sicilia, ha raccontato le attività sviluppate sul territorio e il legame tra design e comunità locali, prospettando un consistente approfondimento sulle metodiche connesse al Design dei Beni Comuni e dei Beni Culturali, dal titolo “Uau. U.man Ambient User. “; Lucia Giuliano, direttrice dell’Abadir, ha posto l’accento sul ruolo della formazione nel promuovere innovazione e cultura del progetto, in particolare in relazione all’Heritage; Roberta Tuvè e Carlo Faraci hanno raccontato l’esperienza del workshop che ha dato vita a un nuovo carretto siciliano contemporaneo, preludio alla loro startup Trenika e, Michele Ducato, maestro del carretto siciliano, ha riconosciuto nella reinterpretazione contemporanea del carretto un segno coraggioso e coerente con i valori profondi della tradizione.

Da segnalare, inoltre, i contributi di: Vittorio Sun e Licio Tamborrino che hanno condiviso le loro esperienze legate, rispettivamente, alla Beijing Design Week e al lavoro in ScaffSystem e Officine Tamborrino. Buoni auspici dunque che, certamente diverranno episodi emittenti e dilaganti in tutta l’isola, con la generazione di interventi benefici e, persino salvifici per le nostre comunità territoriali. Il design che unisce le sponde, siciliana e calabrese e planetaria, in un’opera sapiente di connessione tra i saperi con l’energia e l’opera sapiente di un design meridiano ma universale. Buone vacanze, gentaglia irresistibile del Design, ci rileggeremo e dileggeremo ancora a settembre.