Ars incardina Ddl sull'esercizio provvisorio - QdS

Ars incardina Ddl sull’esercizio provvisorio

Ars incardina Ddl sull’esercizio provvisorio

giovedì 16 Gennaio 2020

Tre mesi di tempo per trovare una sintesi sulla legge di Stabilità regionale 2020. M5s contrario: “È una mini finanziaria, siamo di fronte ad una farsa”

È approdato a sala d’Ercole per essere incardinato il disegno di legge di autorizzazione dell’esercizio provvisorio della Regione per tre mesi. 

L’Assemblea regionale siciliana discuterà questa mattina il disegno di legge sull’esercizio provvisorio approvato in commissione Bilancio nella serata di martedì scorso.

La Presidenza dell’Ars ha fissato il termine per gli emendamenti a venerdì alle 16, rinviando a martedì prossimo, alle 16, la discussione generale.

L’esercizio provvisorio verrà mantenuto per i primi tre mesi dell’anno e quindi il bilancio del 2020 dovrà essere approvato entro il 31 marzo. Tre mesi di tempo per cercare di trovare un compromesso con i partiti e i movimenti che si sono espressi in modo critico, come il Movimento Cinquestelle all’Ars.

“L’assessore Armao e il presidente della Commissione Bilancio, Riccardo Savona, hanno trovato tutte le scuse per non fare approvare il nostro emendamento – ha detto Gianina Ciancio – che prevedeva di inserire nelle spese obbligatorie della Regione quelle per i teatri. Questo avrebbe garantito la meritata stabilità a enti che hanno bisogno di programmare la propria attività con abbondante anticipo”.
“Un connubio – ha aggiunto la deputata – quello tra la Presidenza della commissione e il governo, che ha trovato tutti i cavilli utili a non far discutere il nostro l’emendamento. Il presidente della commissione non lo ha reso ammissibile, dopo aver ricevuto il parere negativo del governo, probabilmente per salvare la faccia ai deputati della sua maggioranza”.
Soddisfatto, invece, il presidente Savona: “Abbiamo cercato di portare a casa una manovra che servirà ai siciliani per iniziare il nuovo anno e per coprire le spettanze del 2019, a seguito della parifica della Corte dei Conti del 13 dicembre – ha detto al termine della seduta – Speriamo di essere più veloci e tempestivi con la Legge di Stabilità che deve essere approvata entro il 31 marzo”.

In relazione ai fondi per i teatri, Savona ha detto che “l’articolo 7 istituisce un fondo di compensazione di 15,9 milioni di euro destinato a garantire gli stipendi di una serie di enti, associazioni e teatri che aspettavano parte delle retribuzioni del 2019 e a pagare le retribuzioni di alcune categorie (per un totale di 4 milioni 446,978,77 euro): bacino dei Pip, Lsu (lavoratori socialmente utili), personale Resais, cantieri di servizi in favore dei Comuni destinatari del Reddito minimo di inserimento (Rmi) ed emolumenti aggiuntivi per i carabinieri. Il disegno di legge garantisce, tra gli altri, i fondi per tutto il 2020 (e non solo fino al 31 marzo) per i teatri siciliani (Massimo e Biondo di Palermo, Orchestra Sinfonica siciliana, Vittorio Emanuele di Messina, teatro Bellini e Stabile di Catania, Istituto nazionale del dramma antico), i Consorzi di Bonifica, l’Esa e i forestali”.

Ma Ciancio non accetta e ribatte prendendosela con l’assessore Messina che, ha detto Ciancio, “non perde occasione per dare false rassicurazioni al teatro Bellini, salvo poi palesarsi nelle sue reali intenzioni, ovvero quelle di fare promesse da marinaio. Si è schierato pubblicamente a favore dei lavoratori, salvo poi permettere al suo governo di volargli le spalle alla prima occasione utile. Adesso ci aspettiamo che l’assessore Messina, che non si è visto per tutta la durata della commissione, presenti tale emendamento in aula e dimostri con i fatti quello che ha sempre annunciato nei mesi scorsi. Mesi in cui il teatro ha vissuto momenti drammatici”. I commenti negativi dei Cinquestelle all’Ars non si fermano qui.
“Doveva essere un documento snello e veloce capace di far uscire la nostra Regione dall’impasse della gestione economica provvisoria – hanno dichiarato i componenti del gruppo – invece ci siamo ritrovati un malloppo di centinaia di emendamenti, per la maggior parte di natura finanziaria. Abbiamo modificato il fondo previsto per recuperare le somme non erogate del 2019 per mettere in sicurezza prima di tutto gli stipendi, ma per il resto abbiamo bocciato senza se e senza ma l’esercizio provvisorio”.

“Siamo totalmente contrari al metodo – spiegano i deputati M5S – e anche al merito. Con nostro voto contrario, la Commissione ha tolto 250 mila euro al già risicato fondo della commissione Via vas, uno scippo insensato. Così come ci siamo opposti nettamente al taglio di un milione di euro al fondo regionale per le ex province per andare a coprire una spesa della Città Metropolitana di Catania. Se è intenzione di Musumeci salvare i conti del suo territorio, lo faccia creando una riserva apposita sulla città metropolitana di Catania e non incida sui bilanci delle altre ex province. Abbiamo voluto salvare gli stipendi dei dipendenti, ma ci siamo opposti al resto. Non vogliamo essere complici di questa farsa”.

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