Cultura

Via San Michele, anche Catania ha la sua galleria a cielo aperto

A Catania, proprio dietro la via Etnea, all’altezza della Coin, si trova una stradina – la via San Michele – che si caratterizza per essere una galleria a cielo aperto di poster stile anni Quaranta/Cinquanta (rivisitati in chiave ironica). Incuriositi, ci siamo chiesti chi fosse l’artista autore di tutto questo. Una volta rintracciato, abbiamo deciso di presentarlo al pubblico di QdS.it e raccontare la sua storia.

Vi parliamo quindi di Demetrio Di Grado, street collagist siciliano che da anni si occupa di arti visive e festival di street art.

Demetrio Di Grado

La sua storia di artista matura giorno dopo giorno. “Continuo la mia ricerca stilistica del collage studiando ogni giorno nuove forme di taglio – ci dice – in fondo i miei studi precedenti sono distanti da questa disciplina”.

Com’è è nata l’idea di realizzare la galleria artistica in via San Michele a Catania?

“La galleria a cielo aperto di poster art in via San Michele a Catania, è stata un’idea del curatore Francesco Piazza che ha proposto l’installazione alla Galleria KoArt in collaborazione con l’associazione della Via – San Michele art power – come valore aggiunto al progetto della mia prima personale ‘kind’”.

Quando l’hai realizzata e in quanto tempo?

“Le prime installazioni sono del Maggio 2018 e fino ad ottobre 2020 ci sono stati  interventi con copertura di altri”.

 Che tecnica hai usato?

“La tecnica del collage, una sovrapposizione di livelli di carta e colla, con la contaminazione degli spray”.

Cosa hai voluto comunicare con la tua opera?

“Le scene che rappresento nei miei lavori rievocano gli anni della guerra ma anche quelli della rinascita. 

La figura sempre al centro. Volti densi di sofferenza ma anche di un’estrema voglia di vivere e di riscattarsi. 

Uomini, donne, bambini, ognuno di loro reca un messaggio, scorre nel tempo fino a raggiungere il nostro contraddittorio presente”.

Ne hai realizzate altre simili?

“Sì, ci sono diverse opere installate sul territorio siciliano, seguendo #DEMETRIODIGRADO sul social Instagram è possibile visionare e geolocalizzare tutti i miei interventi. Sia in studio che in strada”.

Il tuo “lavoro” a Catania si è concluso o la tua galleria si arricchirà di nuove opere (magari altre gallerie in altri punti)?

“Sono molto legato alla città di Catania e un lavoro di questo tipo, non è mai del tutto finito ma subisce delle evoluzioni.

Qualora ci fossero altre opportunità o commissioni private sarò ben lieto di continuare ad installare i miei manifesti introspettivi”.

A cosa stai lavorando attualmente? Che progetti hai?

“Sono sempre in studio a cercare immagini dal mio archivio e poi diciamolo: a tagliare e incollare non mi annoio.

Ho chiuso diversi progetti nel 2020, che avevo in sospeso causa pandemia, sono solo rimandati nel 2021. Fino a fine Gennaio 2021 sono in mostra con la mia personale dal titolo “Canditi al Veleno” a cura di Francesco Piazza presso la Galleria Rosso27 a Roma.

Inoltre è stato istituito un collettivo di collagisti, un progetto tutto italiano ma con una visione di ampio respiro con collaborazioni internazionali ideato da Roberta Guarna e diverse iniziative dovranno essere presentate. Confido nei festival perché sarebbe una buona occasione per tornare ad incontrarsi e confrontarsi”.

L’arte può salvare Catania e la Sicilia?

“Cultura e Bellezza da vivere sono i pilastri portanti e se penso ad una ripresa del turismo post pandemia, questa attività sicuramente potrà essere sfruttata per il bene della comunità, nessuno si tirerà mai indietro e saremo tutti pronti a salvarla. Devoti!”

Vuoi lanciare un messaggio ai giovani e ai siciliani in particolare, sull’importanza di conservare e valorizzare la nostra terra?

“La Sicilia non ha nulla da invidiare a nessuna Regione, scontiamo i problemi di sempre, lacune e mancanze tipiche del Sud. La qualità della vita è più bassa rispetto ad altre, ma credo che i siciliani possano fare tanto per colmare questa differenza.  Rispetto al passato – per non rifare gli stessi errori – qualche domanda prima di agire dovremmo rivolgerla a noi stessi. Innanzitutto chiederci se stiamo facendo abbastanza, anche solo in termini di dovere civico o con buonsenso, che sempre e comunque ci deve accompagnare. Ricordandoci che tutto questo dipende solo da noi. Il resto andrà da sé”.

Dario Raffaele