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Democrazia e Libertà valori assoluti

Democrazia e Libertà valori assoluti
Netanyahu Imagoeconomica

Palestina, il mondo è diviso

Il Parlamento europeo, con 305 favorevoli, 151 contrari e 122 astenuti, ha approvato una risoluzione con la quale “auspica” il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Ovviamente è un atto del tutto formale e palesemente inutile, dal che possiamo dedurre che i contribuenti dei ventisette Paesi continuano a sborsare soldi per sostenere le istituzioni europee (di cui fa parte il Parlamento) senza ottenere alcun risultato, perché gli atti compiuti non servono a conseguirne qualcuno.

Anche noi, dal nostro punto di vista, abbiamo nei decenni passati sostenuto il motto “due Popoli, due Stati”, ma senza guardare in faccia la realtà e cioè che all’interno del popolo palestinese esiste un gruppo terroristico chiamato Hamas che odia profondamente Israele e gli ebrei insediati in quel territorio. Quindi, non ha mai voluto avere alcun dialogo con Israele, ma anzi, ha fatto di tutto per alimentare l’odio anche di altri paesi che lo circondano, come il Libano, la Siria e lo Yemen.

Non vi sembri esagerato paragonare Hamas alle Brigate Rosse, che hanno infestato il nostro Paese con assassinii – come quello di Aldo Moro – e disastri di ogni tipo. Ci volle un carabiniere di eccezionali capacità come Carlo Alberto Dalla Chiesa per smantellare quella rete terroristica che trovava l’appoggio, palese e occulto, in alcune forze politiche che allora si trovavano perfino in Parlamento.
Con i terroristi non si può discutere. In una Democrazia verrebbero mandati in galera, ma nella dittatura di Netanyahu vengono uccisi. Di certo quanto scriviamo non è umano, ma è questa la realtà e da essa non bisogna prescindere.

Qual è la piaga del Popolo palestinese? Che al suo interno è radicato questo gruppo di terroristi, i quali hanno controllato per decenni quella popolazione, impedendo di fatto l’auspicato dialogo che portasse al risultato di “due Popoli, due Stati”.
Israele da decenni ha l’obiettivo di cancellare Hamas, però non gli era mai stata offerta l’occasione per iniziare un’azione sistematica. Tale occasione è arrivata con l’attentato del 7 ottobre del 2023.
La posizione dell’Europa, cioè allinearsi ai 147 Paesi che riconoscono lo Stato di Palestina, come prima si scriveva, è del tutto inutile perché velleitaria, in quanto ormai, a nostro avviso, “alea iacta est”.
Israele, forte dell’appoggio incondizionato di Trump e degli Stati Uniti d’America, nonché delle decine di milioni di ebrei sparsi in tutto il mondo, ormai procederà senza ulteriore indugio a sradicare dal territorio palestinese Hamas.

La gravità della situazione è data dalle enormi sofferenze che i palestinesi (circa due milioni di abitanti su quel territorio) stanno subendo sotto il fuoco martellante dei conquistatori e anche a seguito del setacciamento, immobile per immobile, che l’esercito israeliano compie ogni giorno.
Cosicché, c’è da auspicare che questa azione si concluda il prima possibile, in modo da mettere all’ordine del giorno la ricostruzione ex novo di quel Paese, che, secondo quanto ha affermato Netanyahu, sarà annesso al territorio israeliano.

Si dice: “Si chiude una porta e si apre un portone”. La prospettiva del 2026 è quindi la ricostruzione del territorio palestinese annesso a quello di Israele e quindi la fine definitiva dell’ipotesi “due Stati, due Popoli”.

Detto ciò, non si capisce perché la stampa occidentale non riporti il punto di vista dell’altra parte del mondo e cioè di quella parte che conta la maggioranza della popolazione globale e una potenza equivalente a quella dell’Occidente. Ci riferiamo alla Cina, all’India, al mondo arabo, al Brasile, a una parte dell’Africa e via elencando.
Queste parti del mondo non sono mai state, o raramente, allineate alle idee dei Paesi occidentali. Non sappiamo ora se approveranno l’iniziativa di Netanyahu, ma sarebbe opportuno che la stessa stampa occidentale comunicasse alla propria opinione pubblica il punto di vista di quelle parti del mondo affinché lettori e lettrici, ascoltatori e ascoltatrici possano farsi una propria idea degli eventi, al fine di “pensare con la propria testa e non con quella degli altri”.