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Democrazia partecipata, via libera ai progetti ma c’è chi lamenta le modalità di voto

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Democrazia partecipata, via libera ai progetti ma c’è chi lamenta le modalità di voto

Antonio Licitra  |
mercoledì 23 Novembre 2022

Sono arrivate alla nostra redazione alcune segnalazioni nelle quali si contestava la modalità di voto della democrazia partecipata.

Lo scorso 21 novembre, è stato il termine ultimo per i cittadini residenti a Catania per poter esprimere la propria preferenza sui progetti della democrazia partecipata.

Un’iniziativa sicuramente importante in cui i singoli comuni coinvolgono i propri cittadini sia nella presentazione di progetti da realizzare sia alla votazione degli stessi, al termine della quale verrà redatta una graduatoria di merito per l’utilizzo delle risorse disponibili e l’esecuzione del progetto.

Nello specifico, la città di Catania quest’anno ha riservato circa 200.000 euro (pari al 2% dei fondi che il comune ha ricevuto dalla Regione Sicilia) al progetto vincitore.

Rispetto agli anni scorsi, alcune migliorie sono state applicate nella presentazione dei progetti e nella modalità di votazione. Fino al 2021, infatti, era il comune a decidere quali progetti realizzare con i cittadini chiamati soltanto a dare la propria preferenza. Quest’anno, invece, i progetti sono stati sia presentati che votati dalla comunità etnea.

Per quanto riguarda la modalità di votazione, sempre per quanto riguarda la città di Catania, se fino al 2021 era possibile votare attraverso SPID, URP (in presenza) , E-Mail e Social Network (quest’ultime al centro di discussione in quanto era facile che un singolo individuo potesse votare più volte con diverse mail o profili social), quest’anno si è proceduto alla votazione soltanto tramite SPID in maniera digitale ed attraverso l’URP in presenza.

Ma anche quest’anno qualcosa pare non essere andata nel migliore dei modi. Infatti, sono arrivate alla nostra redazione alcune segnalazioni nelle quali si faceva presente che, senza la registrazione di chi effettuava il voto, si poteva esercitare il proprio diritto più volte. Questo perché il voto di chi si recava in presenza all’Urp veniva segnato a penna su un registro: e sembra che qualche cittadino abbia sperimentato direttamente votando più volte.

Altri comuni, come Siracusa ed Enna per esempio, hanno attivato la digitalizzazione di ogni singolo voto. Hanno permesso, naturalmente, la votazione in presenza ma registrando ogni codice fiscale e numero di telefono per evitare, appunto, che qualcuno potesse votare più di una volta.

Antonio Licitra

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