Caso Denise Pipitone, pista familiare, svelate altre intercettazioni - QdS

Caso Denise Pipitone, pista familiare, svelate altre intercettazioni

Caso Denise Pipitone, pista familiare, svelate altre intercettazioni

giovedì 15 Aprile 2021

"Ciao ma', va pigghià Denise. Ma Peppi zoccu ti rissi?", queste le frasi intercettate dalla sella dello scooter di Jessica Pulizzi, la sorellastra indagata per la scomparsa della piccola Pipitone.

Le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone potrebbero essere davvero vicine a una svolta. E non soltanto per le segnalazioni della sua presunta presenza in altri Paesi europei. A essere rimessa in ballo è nuovamente la pista familiare, ecco cosa sta succedendo e cosa avrebbe detto la sorellastra Jessica Pulizzi tre mesi dopo la sparizione della piccola.

Ieri sera, durante una puntata del programma televisivo Chi l’ha visto? su Rai 3, mamma Piera Maggio e il suo legale Giacomo Frazzitta hanno lanciato un appello: “Chiunque sappia parli, apra il cuore“. Il riferimento non è soltanto ai cittadini di Mazara del Vallo ma allo stesso personale in servizio nelle file della Procura e delle forze dell’ordine nell’ormai lontano 1° settembre del 2004, data in cui scomparve la piccola Denise Pipitone nei pressi dell’abitazione della nonna e della mamma, alla tenera età di 4 anni.

“Sin da subito ci siamo accorti che qualcosa non andava in quest’inchiesta (…) In Procura ci sono persone che ci hanno messo anima e cuore (…) e altre che non favorivano le indagini”, ha detto Piera Maggio.
“Nel caso Cucchi qualcuno delle forze dell’ordine, dopo anni, ha deciso di vuotare il sacco, qualcuno che si è voluto dissociare e che ha voluto raccontare la verità. Sono passati 17 anni dalla scomparsa di Denise, perché qualcuno delle forze dell’ordine, magari oggi in pensione, non ci racconta come sono andati i fatti?”, ha aggiunto l’avvocato Frazzitta.

La pista familiare: l’ossessione di Jessica Pulizzi

Dopo la sparizione della piccola Denise, Piera Maggio è stata costretta a rivelare al marito (Toni Pipitone) la paternità di Piero Pulizzi, il vero papà della bambina. L’uomo, che intratteneva una relazione con la donna, si era già separato dalla moglie Anna Corona, dalla quale aveva avuto due figlie: Alice e Jessica Pulizzi.

Tutte e tre le donne della famiglia di papà Piero erano a conoscenza dell’esistenza della nuova arrivata. Ma stando alle ricostruzioni dei fatti, una di loro aveva un’ossessione morbosa nei confronti di Piera Maggio, ritenuta responsabile del fallimento del matrimonio con Anna Corona. Jessica avrebbe messo in atto – già prima della scomparsa della bambina – una serie di atti persecutori e vandalici a danno di mamma Piera e della sua famiglia e sarebbe stata solita passare frequentemente con la macchina davanti alle loro abitazioni.

Piero Pulizzi tentò invano di placare gli animi, cercando di invogliare Jessica a costruire un rapporto felice con la sorellina più piccola. La ragazza – allora 17enne – non solo non si mostrò disponibile, ma addirittura accrebbe il suo odio nei confronti di Piera Maggio e della stessa Denise. Anche in sede di giudizio, ha detto di riconoscere come sua sorella soltanto Alice.

Strane telefonate e un testimone scomodo

Jessica Pulizzi è stata assolta in Cassazione per insufficienza di prove. Così come sono state di conseguenza assolte le persone che avrebbero potuto aiutarla, tra le quali la mamma Anna Corona. Questo nonostante la mattina del tragico evento il suo cellulare abbia agganciato le stesse celle telefoniche del luogo della scomparsa e nonostante la madre abbia consentito ai militari la perquisizione di un’abitazione diversa da quella propria senza segnalare l’errore.

La chiave della sparizione è probabilmente legata a uno strano giro di telefonate avvenute quella stessa mattina, poco dopo la perdita delle tracce di Denise Pipitone, e intercorse proprio tra Anna Corona e la sua amica Loredana, nonché quella partita dal magazzino di via Rieti appartenente al marito di quest’ultima, Giuseppe (PER MAGGIORI INFO CLICCA QUI).

Lo zio sordomuto di Giuseppe, Battista Della Chiave, ha raccontato – a 9 anni di distanza dalla scomparsa di Denise – che la bambina si trovasse in compagnia del nipote quel 1° settembre del 2004, il quale avrebbe chiamato proprio dal suo magazzino di via Rieti Anna Corona.
Della Chiave ha descritto la bimba vestita soltanto con una canotta, ma avvolta in una coperta, tremante dalla paura e infreddolita. Ha raccontato anche che sarebbe stata portata via successivamente a bordo di uno scooter, in direzione mare, e che sarebbe stata messa su un peschereccio, mentre dormiva.

L’avvocato Frazzitta ha sottoposto al presunto testimone la foto della piccola Pipitone, per consentirgli il riconoscimento che è puntualmente avvenuto con l’arricchimento di ulteriori dettagli nella descrizione fisica da parte dell’uomo. La testimonianza non è mai stata presa sufficientemente in considerazione, nonostante la ricchezza di particolari, la corenza e la chiarezza del racconto e le straordinarie coincidenze. Il testimone, ormai non più in vita, ha subìto anche l’aggressione in diretta da parte della moglie che lo invitava a non parlare. E chissà quale altra intimidazione dallo stesso nipote che frequentava abitualmente la sua abitazione. Tant’è che in sede di giudizio si avvalse della facoltà di sottrarsi dal testimoniare contro i suoi stessi familiari.

Le ultime intercettazioni: “Mamma, prendi Denise”

Sono state tante le segnalazioni giunte da varie parti del mondo a cui Piera Maggio si è disperatamente aggrappata nel corso di questi 17 anni, l’ultima arriva dalla Slovacchia (LEGGI QUI PER ULTERIORI INFO). Lei e il marito Piero Pulizzi cercano Denise ancora in vita. Anche perché, nonostante in un’intercettazione ambientale Jessica Pulizzi abbia riferito alla sorella Alice che la piccola “sia stata uccisa dalla madre” Anna Corona (“Quannu eramu ’n casa, a mamma ha ucciso Denise”), una cimice sullo scooter della stessa Jessica racconterebbe una verità diversa.

Ciao ma’, va pigghià Denise. Ma Peppi zoccu ti rissi? (Ciao mamma, vai a prendere Denise. Ma Peppe cosa ti ha detto?)”, “Dunni l’ha purtari? (Dove la devo portare?)”, si sente dallo scooter della ragazza ben tre mesi dopo la scomparsa della bambina. E nessuna delle 13 famiglie che a Mazara del Vallo avevano una Denise come membro del proprio nucleo nel 2004 si è mai riconosciuta in quella conversazione. Allora Denise era ancora viva tre mesi dopo la sua scomparsa? E a chi sarebbe stata ceduta? Dove si trova adesso?

A queste domande gli inquirenti e i familiari della bimba, che oggi avrebbe 21 anni, non sono riusciti a trovare una risposta. L’ipotesi è che sia stata rapita da Jessica Pulizzi per essere portata a casa di papà Piero a scopo dimostrativo (infatti in un’intercettazione rispose alle domande insistenti della madre con: “Io a casa ci ’a purtai”, ovvero “Io a casa gliela portai”).
La giovane, non trovando il padre, avrebbe provveduto diversamente, cedendo la piccola a dei rom con cui era in contatto. Si tratta soltanto di sospetti, ma certamente questa ricostruzione sarebbe compatibile con la testimonianza di Della Chiave e con il video registrato a Milano nel gennaio del 2005 da una guardia giurata. Le riprese hanno mostrato una bambina straordinariamente somigliante a Denise che, chiamata da una donna rom “Danase”, le si rivolgeva con accento siciliano per chiederle: “Dove mi porti?”, mentre mangiava una pizzetta offerta dallo stesso autore della registrazione (LEGGI QUI PER MAGGIORI INFO).

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Un commento

  1. Endria ha detto:

    Povera bambina

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