Depurazione, Fatuzzo: "No polemiche, ci sono emergenze" - QdS

Depurazione, parla Fabio Fatuzzo: “Basta polemiche, pensare a emergenze”

Depurazione, parla Fabio Fatuzzo: “Basta polemiche, pensare a emergenze”

Giuseppe Bonaccorsi  |
martedì 29 Agosto 2023

Intervista al neo commissario unico che va oltre le critiche seguite alla sua nomina ed è già in contatto con sindaci e governatori: "Progetti a rilento? Il computo metrico delle opere è sbagliato".

Preferisce non replicare al governatore Renato Schifani che a poche ore dalla sua nomina aveva detto, riferendosi proprio a lui, che non “ha alcuna preparazione specifica”. Si limita a dire che quanto doveva essere detto al presidente è stato già detto da molti autorevoli esponenti di maggioranza. Il presidente della Sidra Catania, Fabio Fatuzzo, neo commissario straordinario unico per la Deputazione, nominato dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro per l’Ambiente Pichetto Fratin, esordisce dicendo che “Adesso ci sono tante emergenze da affrontare per lasciarsi distrarre dalle polemiche”.

La situazione di Catania

E allora commissario cominciamo dalla situazione attuale della Sicilia, una delle tre regioni del sud, insieme a Campania e Calabria, dove la situazione della depurazione è disastrosa. In particolare cosa può dirci di Catania dove i 6 lotti previsti per i canali fognari dalla precedente gestione commissariale procedono con estenuante lentezza?

“In passato la Sidra è stata coinvolta in maniera marginale nel piano per la depurazione di Catania. Il progetto originario prevede il completamento della struttura fognaria di Catania, città servita dalla condotta soltanto per all’incirca il 20 per cento della popolazione. Detto ciò va detto che il mio è il quarto commissariamento per la questione delle realizzazioni fognarie. Il primo risale al 2015. Purtroppo per una serie di fattori di carattere burocratico nei quali non voglio entrare nel merito, anche sulle competenze tecniche, tutte le procedure sono andate molto lentamente e ora ci ritroviamo con sei lotti con cui procedere. La problematicità è quella di tenere in conto soprattutto che l’impatto di depurazione civile dell’impianto di Pantano D’Arci non è in condizione di ricevere i reflui di tutta la popolazione della città. Per cui i ritardi sono stati notevoli. Nel 2020, inoltre, vennero affidati i progetti, ma da quello che mi risulta solo il terzo e quinto lotto hanno già ricevuto la ‘Via’ (Valutazione impatto ambientale) e quindi potrebbero essere più avanti nell’iter, mentre gli altri sono ancora in alto mare”.

Perché ci troviamo ancora in questa situazione?

“Quando si bandisce un progetto lo si fa su una base di progettazione di massima, ma il computo metrico di queste opere è stato sbagliato. Non si tenne conto delle nuove normative, come i decreti 50 e 56, ma soprattutto venne utilizzato un prezziario del 2009 e ovviamente non si poteva basare tutto a quei prezzi. Infine, ciliegina sulla torta, c’è stato il Covid che ha determinato ulteriori ritardi e alla fine della pandemia i prezzi dei materiali schizzarono in alto”.

“Progetti da portare avanti in tre anni”

Lei come intende muoversi?

“Dobbiamo riprendere in mano questi progetti e attualizzarli soprattutto prevedendo dei computi metrici con un prezziario idoneo. Penso che in tre anni lavorando sodo questi progetti potrebbero essere portati avanti. Il problema è che questa gestione commissariale ha competenze nazionali. Non potremo occuparci solo della Sicilia, ma in particolare anche delle altre regioni messe male, come Campania e Calabria. Appena è stata ufficializzata la mia nomina mi ha chiamato il vicepresidente della Regione Campania per illustrarmi l’emergenza della sua regione e io appena avrò notificato il provvedimento mi recherò per prima cosa in quella regione e poi in Calabria dove potrò contare sul supporto di uno dei vice commissari nominati”.

Catania è anche una delle città per le quali lo stato paga una multa determinata delle violazioni delle direttive dell’Unione europea. Senza dimenticare il nodo della depurazione industriale…

“In effetti l’emergenza Catania non può soltanto riferirsi a quella civile, ma anche a quella industriale, ma questa gestione commissariale è limitata soltanto al superamento delle deliberazioni comunitarie sul piano della depurazione civile”.

“Serve appalto integrato”

Per quanto riguarda i reflui civili e industriali c’è poi l’emergenza Priolo…

“Devo studiarmi i decreti e capire quali sono gli obblighi che sono stati posti nel sequestro e nel dissequestro dell’impianto della cittadina alle porte di Siracusa e poi procedere a una progettualizzazione dell’intervento e infine al bando. Io sarei orientato ad utilizzare un appalto integrato per dare maggiore velocità agli interventi. Su Priolo so comunque quello che è stato fatto dal ministro Urso per garantire il nuovo colosso che ha assorbito la Lukoil”.

Per quanto riguarda la realizzazione dei collettori fognari può dirci come intende muoversi per quello che dovrebbe portare i reflui di Acitrezza ed Acicastello sino a Catania e successivamente a Pantano D’Arci? E’ un’opera di cui si parla da oltre 30 anni e da trent’anni una delle zone più belle della Sicilia orientale deve fare i conti con gli scarichi a mare.

“Ne ho parlato proprio ieri col sindaco di Acicastello. E’ un problema che va affrontato con la massima attenzione. Recentemente vi è stato un intervento in piazza Mancini Battaglia. Ma non è stato portato a termine. Mi auguro in settimana di incontrare Scandurra e gli altri sindaci interessati per avere un quadro maggiormente chiaro”.

Senta, la sua nomina sarà incompatibile con la sua attuale carica di presidente Sidra?

“Appena mi sarà notificato il provvedimento governativo valuterò se ci sono incompatibilità di legge con la mia presidenza attuale, visto e considerato anche che proprio poco tempo fa, con la Sidra, abbiamo affidato un incarico di progettazione per la realizzazione di un impianto di depurazione industriale. Inoltre cercherò di confrontarmi presto col governo per avere anche competenze sulla depurazione industriale. Sul piano specifico della mia permanenza alla Sidra dovrò discutere presto la mia posizione col sindaco di Catania, Enrico Trantino, oltre che con gli altri esponenti di maggioranza e le altre amministrazioni comunali che la Sidra rifornisce”.

Ha già avuto modo di esaminare la situazione dell’altra grande città siciliana, Palermo?

“So che sono stati realizzati diversi interventi, ma non so se siano stati perfettamente completati. La prossima settimana mi incontrerò con l’altro vicecommissario Totò Cordaro (ex assessore della Giunta regionale Musumeci) e cercheremo insieme di verificare tutta la situazione del capoluogo”.

Il bypass di Piazza Galatea

Tornando alla situazione di Catania c’è un’annosa questione che mai nessuno ha voluto esaminare con dati ufficiali. Ci riferiamo al bypass di Piazza Galatea della condotta che procede verso Pantano D’Arci. Quel collettore, modificato tanti anni fa per permettere alla linea metro di transitare, funzionerà mai? Tanti anni fa in città ci fu un acceso dibattito con molti esperti idraulici che sostennero che in quella situazione il collettore non avrebbe mai funzionato…

“Quell’impianto in effetti è un problema. Quando la Fce eliminò il vecchio collettore, creando un percorso in sotterranea, purtroppo non tenne presente la pendenza che oggi è al contrario. Quindi di fatto i reflui che procedono verso sud, attraverso le condotte denominate di Castello Ursino, tanto per intenderci, restano fermi proprio nella zona di piazza Galatea perché la pendenza è al contrario. Questo è un problema che è stato al centro altre volte di incontri e tavoli tecnici. Ieri ho parlato con un progettista per un intervento in centro storico e nella zona di piazza Galatea e mi ha detto che questo argomento in passato è stato già attenzionato tante volte. Mi sono ripromesso di convocarlo per capire come intervenire”.

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