Il giovane pochi giorni prima era stato sottoposto a un intervento chirurgico alla gamba. Per gli infettivologi potrebbe essersi trattato di “una polmonite da ventilatore”
CATANIA – Sta facendo discutere, in ambienti medici, l’ultimo caso grave di Covid su un paziente giovane (di soli 18 anni) finito in rianimazione e salvato appena in tempo. I fatti risalgono a pochi giorni fa quando al pronto soccorso del Policlinico del capoluogo etneo si è presentato un diciottenne con una severa insufficienza respiratoria. I medici, sospettando anche un’infezione da Covid, hanno effettuato sul giovane il tampone che ha dato esito positivo. Dopo le prime cure del caso, per stabilizzarlo, il ragazzo è stato trasferito all’ospedale Cannizzaro dove è ancora attiva una rianimazione Covid. Per fortuna il giovane ha immediatamente risposto alle cure e, dopo qualche giorno in intensiva, è stato trasferito nel reparto di Malattie infettive dello stesso ospedale, diretto dal primario Carmelo Iacobello.
La notizia del ricovero in intensiva di un ragazzo di appena 18 anni con una sospetta polmonite da Covid e senza apparenti comorbilità, se non una modesta obesità, ha scatenato il dibattito interno alla comunità medica. Ma gli esperti invitano alla cautela e a non generare allarmismo fuor di luogo anche perché la situazione del ragazzo presenta un particolare forse di non poco conto. Infatti il paziente pochi giorni prima dell’insorgenza del Covid era stato sottoposto a un intervento chirurgico per una frattura a una gamba. E proprio questo episodio viene adesso messo in correlazione con l’insorgere della polmonite.
Borracino: “Per noi si tratta di una polmonite Covid e come tale è stato curato”
“Il giovane – spiega Albino Borracino, direttore della Rianimazione del Cannizzaro – è stato da noi curato per alcuni giorni ed ha subito risposto alle terapie tanto che lo abbiamo già trasferito in Malattie infettive, dopo averlo estubato. Quando è arrivato in rianimazione aveva una grave insufficienza respiratoria e un severo quadro radiologico con addensamenti multipli. Abbiamo fatto ventilazione non invasiva e antivirali. Per noi si tratta di una polmonite Covid e come tale è stato curato. C’è da aggiungere, però, che in effetti potrebbe esserci una correlazione tra la polmonite e l’intubazione cui il giovane è stato sottoposto per l’intervento alla gamba. Sarebbe bene capire se prima dell’intervento sul giovane è stato fatto un tampone anti Covid o no. Se dovesse avere avuto un principio di Covid prima dell’intervento non è da escludere che proprio l’intubazione abbia potuto stimolare un diffondersi nei polmoni della malattia, tenendo anche presente che seppure si rado, può accadere che la ventilazione meccanica possa ingenerare una polmonite. Ma in questo caso specifico stiamo parlando di medicina per immaginazione”.
Sulla posizione di estrema cautela e di non allarmismo si schierano due tra i massimi esperti infettivologi della città. Per il prof. Bruno Cacopardo, direttore del dipartimento infettivologico del Garibaldi Nesima, “è meglio chiarire bene il quadro clinico del paziente che potrebbe avere avuto una polmonite da ventilatore”. Anche il primario di Malattie Infettive del Cannizzaro, dove il giovane si trova ricoverato, invita alla massima cautela: “Il ragazzo adesso sta benissimo. Visto la risposta così immediata che hanno avuto le cure penso che sia più facile immaginare che la polmonite che ha colpito il paziente dipenda dall’intubazione per l’intervento chirurgico piuttosto che alla infezione da Covid. Certo in realtà è sempre molto difficile mettere insieme le due cose. Ma quello che mi sento di dire con certezza è che si tratta di un caso singolo, che nella casistica generale può anche starci, così come avviene ogni anno anche per patologie gravi causate da una banale influenza”.
Gli espetti comunque raccomandano il vaccino anti Covid per i cittadini anziani e molto anziani con comorbilità e per tutti i pazienti con difese immunitarie compromesse.