Diffusa una falsa eguaglianza Internet, ovvero regno della disinformazione - QdS

Diffusa una falsa eguaglianza Internet, ovvero regno della disinformazione

Carlo Alberto Tregua

Diffusa una falsa eguaglianza Internet, ovvero regno della disinformazione

martedì 18 Agosto 2020

Andando per le strade, sui mezzi pubblici, sugli aerei e in tutti i luoghi di attesa, vi è sempre un numero maggiore di persone con il feticcio nelle mani, intente a cercare qualcosa e a chiedere risposte ai loro innumerevoli dubbi.
Che i dubbi siano essenziali per cercare la verità è pacifico. La successiva questione che nella testa delle persone vi siano solo dubbi è invece controproducente, perché alla fine dei percorsi la maggior parte di esse devono trovare risposte. Come dire che non si può vivere sempre nel mare dei dubbi perché, se così fosse, nessuno farebbe più niente, esitando a fare scelte, se andare a destra o a sinistra, se fermarsi o continuare la marcia e così via.
La questione che descriviamo non riguarda la necessità di informarsi e quindi di inserirsi in internet per varie risposte, bensì di avere un senso equilibrato, perché non si può sempre porre domande cui l’attrezzo dà risposte. Ognuno dovrebbe pensare con la propria testa e, una volta acquisite le informazioni, crearsi un proprio convincimento.

Così non è, perché se manca il metodo, ovvero la capacità di mettere insieme le informazioni che si acquisiscono, i dubbi permangono, non si fa chiarezza e tutto rimane com’è.
Quando c’è l’occasione di parlare con qualcuno che tiene sempre in mano il suo apparecchietto, si ha la sensazione della dipendenza da esso. Secondo un’inchiesta realizzata negli Stati Uniti, i ragazzi compiono l’ultimo gesto prima di addormentarsi consultando il feticcio e il primo gesto, appena svegli, è prendere in mano lo stesso.
L’apparecchietto è diventato insostituibile. Chi non lo consulta continuamente si sente sperduto perché esso è come l’acqua che tiene ormeggiata una barca al fondo marino.
Il che è il contrario di quello che dovrebbe essere, perché ogni persona ha il dovere di rendersi autonoma affinchè, finalmente, dopo anni e anni di apprendimento, possa ragionare con la propria testa e non con quella degli altri.
In altri termini, ogni persona di buonsenso dovrebbe usarlo per capire che gli ausili dati da internet devono rimanere tali e non diventare i padroni della sua testa. Ma questo non è facile da comprendere per la moltitudine.
Internet è diventato il regno della disinformazione e dell’ignoranza, perché non è comune utilizzare le informazioni che si trovano in modo logico, costruttivo, che consentano di crescere, di capire meglio e di fare scelte ragionate.
Peggio di quanto scriviamo è l’ingigantirsi della presunzione di tanta gente con l’attrezzo nelle mani perché ritiene di sapere tutto e quindi di sparare sentenze su questo e quell’argomento senza averne la minima cognizione.
La questione è stata analizzata più volte in queste colonne, ma non possiamo farne a meno, non possiamo fare a meno di ripeterla perché vogliamo offrire un contributo a disboscare questa situazione negativa affinché, almeno in qualcuno, si accenda la luce della vera conoscenza, non di tutte le cose che sono scritte e che vengono continuamente ripetute, anche a pappagallo.
Qualcuno osserva che internet ha migliorato l’eguaglianza fra le persone. Non ci sembra. Ha migliorato l’eguaglianza dell’ignoranza.

Guai a chi si sente esperto e conoscitore di fatti e circostanze. Dimentica quanto affermava con umiltà Socrate: “So di non sapere”.
Più si apprende conoscenza, più si incamerano saperi e più risalta in modo vivido quanto tutta l’altra parte da noi sconosciuta è enormemente maggiore di quella che introiettiamo.
Cosicché, la consapevolezza della nostra estrema ignoranza, ci può aiutare a tentare di saperne di più e, per conseguenza, a comportarci in maniera obiettiva, almeno nel limite della nostra capacità.
Ma quando e come noi ci rendiamo conto di quanto precede? Solo nella misura in cui cerchiamo di capire gli eventi della vita che sono riportati dalla storia, anche letta in controluce e scritta da autori diversi.
La storia non è unica, viene riportata soggettivamente, con la conseguenza che ognuno poi deve valutarla, anche in questo caso, con la propria testa e non con quella degli altri.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017