Diga Trinità, sindaci uniti per la stagione irrigua - QdS

Diga Trinità, sindaci uniti per la stagione irrigua

redazione

Diga Trinità, sindaci uniti per la stagione irrigua

giovedì 04 Aprile 2024

I sindaci di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Marsala, Mazara del Vallo, Petrosino e Salemi si sono rivolti alla Regione per agire sui problemi dell’infrastruttura: “Grave stato di inerzia”

CASTELVETRANO – A causa della grave situazione idrica della diga Trinità, il sindaco di Campobello di Mazara Giuseppe Castiglione, il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano, il sindaco di Marsala Massimo Grillo, il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci, il sindaco di Petrosino Giacomo Anastasi e il sindaco di Salemi Domenico Venuti, hanno scritto un comunicato congiunto per sollecitare la Regione siciliana a intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire la stagione irrigua e non danneggiare gli agricoltori e le colture del nostro territorio.

La nota congiunta dei sindaci

Nella nota congiunta i sindaci scrivono: “Da quanto appreso nel corso del tavolo tecnico convocato all’assessorato Agricoltura dal commissario alla Siccità Dario Cartabellotta il 26 marzo e dall’audizione in Commissione IV all’Ars il 27 marzo, registriamo il grave stato di inerzia da parte della Regione siciliana e dal dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, quali enti gestore della diga Trinità. Siamo tutti ben consapevoli delle criticità che l’infrastruttura presenta – dichiarano i sindaci -, ma solo pochi mesi fa con la buona volontà e l’impegno di tutti si era riusciti ad avere in deroga la possibilità di aumentare a 63,7 metri la quota di invaso e di potere invasare anche quei pochi milioni di metri cubi che hanno permesso di salvare, anche se solo parzialmente, la stagione irrigua 2023”.

I sindaci denunciano lo stato di inerzia della Regione

“A fronte delle indicazioni date dal ministero delle Infrastrutture lo scorso anno, nulla è stato fatto ad oggi dal dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti. Siamo di fronte al paradosso di una Regione siciliana che da un lato dichiara lo stato di calamità per la gravissima crisi idrica, dall’altro lato lascia colpevolmente sversare in mare anche quella poca acqua che potrebbe permettere agli agricoltori del comprensorio di poter irrigare nei mesi estivi. L’impossibilità di potere procedere con l’irrigazione nella imminente stagione estiva comporterebbe per l’intero comprensorio non una ulteriore riduzione delle rese e dei relativi redditi, ma l’irrimediabile danneggiamento dei vigneti e degli uliveti e il collasso di diverse aziende agricole con gravissime conseguenze socio economiche per l’intero territorio”.

Viste le condizioni poste all’attenzione, nella nota si esplicita una richiesta: “Si chiede con forza alla Regione siciliana di agire con estrema urgenza per effettuare quelle azioni che possano consentire, come fatto lo scorso anno, di ottenere a strettissimo giro tutta la documentazione necessaria (di cui più volte ha rimandato l’acquisizione) in modo da poter quindi richiedere l’autorizzazione per alzare le paratie e di avviare con urgenza le azioni necessarie per ripulire il fondo della diga dai fanghi e dalle sabbie. Con queste operazioni si potrebbero raccogliere, sempre nella speranza che arrivino nuove precipitazioni nelle prossime settimane, quelle quantità di acqua per salvare almeno la stagione irrigua 2024 e far sopravvivere un comprensorio che è ormai allo stremo. Non possiamo più tollerare la superficialità con cui in questi mesi si sono sottovalutate le criticità già sollevate dalle autorità competenti e si chiede all’ente gestore di mettere immediatamente in atto quanto necessario per superare con pragmatismo e con anche senso della realtà la grave e drammatica crisi in cui versa un intero territorio e la comunità che lo abita.”

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