Alea iacta est o, se preferite, il dado è tratto. Alla fine, dopo settimane di lunghi tira e molla, il governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha comunicato ufficialmente le proprie dimissioni.
L’annuncio è arrivato nel tardo pomeriggio di giovedì 4 agosto, dopo più di 24 ore nel corso delle quali si sono ricorse innumerevoli voci sulla sua possibile rinuncia alla carica di “numero uno” del Governo regionale.
Una escalation di indiscrezioni amplificata dalle parole rilasciate mercoledì 3 agosto dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè.
Il coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, in occasione della Cerimonia del Ventaglio, aveva anticipato la notizia dell’addio di Musumeci alla poltrona di Palazzo d’Orleans entro venerdì 5 agosto. Timing confermato.
“Non c’è nessun motivo politico alla fonte di questa decisione. Sono quasi tutte ragioni di ordine tecnico e procedurale dettate dal buonsenso”, ha chiarito il governatore nel suo videomessaggio pubblicato sui propri canali social.
Musumeci nel suo intervento ha poi confermato la propria volontà a ricandidarsi in previsione di un secondo mandato, nonostante i malumori di una parte di coalizione che non lo vorrebbe rivedere nuovamente a capo della Regione.
Lo stesso governatore ha poi sottolineato di essere comunque disponibile a compiere l’ormai famoso ‘passo di lato’ se il suo nome dovesse ancora risultare sgradito alla coalizione di Centrodestra.
“Qualcuno all’interno della coalizione dice che io abbia un brutto carattere, che sia molto rigoroso e antipatico e che, quindi, sono divisivo”, ha ironizzato.
La ricandidatura ci sarà, dunque? Palla adesso al Centrodestra che spera di riunirsi sotto un profilo unico e di ripetere gli stessi scenari vissuti nel recente passato in occasione delle Amministrative palermitane con l’indicazione (vincente) di Roberto Lagalla come candidato sindaco.
Al momento, uno dei nomi finiti sotto la lente d’ingrandimento della coalizione è quello della forzista Stefania Prestigiacomo, sponsorizzata da Miccichè. Tuttavia, la Lega ha già posto il proprio veto sulla candidatura.
Da altre parti, intanto, continua a farsi strada l’antagonista Cateno De Luca che da mesi ha lanciato la sua campagna elettorale per la “conquista” della Sicilia.
Parteciperà alla sfida anche il Centrosinistra, che punta tutte le proprie fiches sul nome di Caterina Chinnici, vincitrice delle recenti Primarie del campo progressista.
Immediate le reazioni del mondo della politica – siciliana e non – a seguito dell’ufficialità delle dimissioni di Musumeci. Tra i primi commenti quello di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che da mesi sostiene la possibile ricandidatura alla Regione Siciliana.
“La scelta di Nello Musumeci di far votare per le Regionali insieme alle elezioni Politiche è di grande buon senso e lodevole spirito istituzionale“, sottolinea la fondatrice del partito.
“Consente un notevole risparmio di denaro pubblico, che potrà meglio essere utilizzato ed evita ai siciliani due campagne elettorali nel giro di tre mesi, con prevedibile aumento di astensioni e doppia chiusura delle scuole”.
“Quella di Musumeci è una decisione che dimostra ancora una volta il suo amore per la Sicilia e anche per questo merita la fiducia dei siciliani”, ha concluso Giorgia Meloni.
Non manca il pensiero di Matteo Salvini, in visita in queste ore a Lampedusa per visitare l’hotspot di contrada Imbriacola: “Musumeci ha annunciato le dimissioni da governatore? Noi siamo pronti, prontissimi. Da qui al 25 settembre mi vedrete spesso in Sicilia. Abbiamo liste e candidati fortissimi“.
Critico il sottosegretario alle Infrastrutture e i Trasporti Giancarlo Cancelleri (Movimento 5 Stelle): “Musumeci si è dimesso! L’ha fatto adesso, ora che ormai i danni sono stati fatti, ora che è più comodo così, per lui, i suoi amici e tutto il Centrodestra. Soprattutto l’ha fatto non rispettando per l’ennesima e ultima volta il Parlamento”.
“La classe dirigente della coalizione di Centrodestra adesso è chiamata al senso di responsabilità, occorre lavorare per trovare una candidatura nella quale tutta la coalizione possa riconoscersi e con la quale potere affrontare una campagna elettorale da un lato”, commenta Totò Cuffaro, commissario regionale della Democrazia cristiana nuova.
Un’impegno “difficile anche perché la gente dovrà esprimere più voti, per la Camera, il Senato e la Regione, e dall’altro, complicata perché la ricerca del consenso e l’illustrazione del programma del candidato alla Presidenza della Regione, in cui i partiti dovranno riconoscersi, avverrà in un clima torrido, con i siciliani in vacanza e per di più sfiduciati dalla politica. Bisogna fare presto e bene”.