Si dimette? Non si dimette? Catania "appesa" al referendum - QdS

Si dimette? Non si dimette? Catania “appesa” al referendum

Tanteri Melania

Si dimette? Non si dimette? Catania “appesa” al referendum

giovedì 02 Giugno 2022

Il 12 giugno le consultazioni che prevedono un quesito sull’abolizione della Legge Severino. Secondo alcuni, Pogliese starebbe aspettando l’esito per decidere cosa fare. Critiche dall’opposizione

CATANIA – La data limite potrebbe essere il 12 giugno. Il giorno non solo delle elezioni amministrative ma anche del Referendum che, tra i quesiti, vede l’abolizione della Legge Severino. Qualcuno pensa che il sindaco sospeso Salvo Pogliese aspetti proprio quella data per decidere se dimettersi da primo cittadino di Catania o no. Sono tante le ipotesi che da tempo circolano tra i corridoi di Palazzo degli Elefanti, ma certezze pare non ve ne siano, neanche tra chi è molto vicino a Pogliese. Come ci conferma Luca Sangiorgio, capogruppo di Pogliese in Consiglio comunale.

“Attendiamo che il sindaco faccia la sua personalissima valutazione – afferma -. Potrebbe lasciare dopo il Referendum, ma io non so nulla. Posso dire che è comprensibile che voglia essere sereno per l’appuntamento che lo aspetta”. Il riferimento del consigliere comunale e al processo di secondo grado per peculato che vede imputato Pogliese, già condannato in primo grado. “Non entro nel merito – ribadisce l’esponente del senato cittadino – e il resto vicino all’amico Salvo, qualsiasi sarà la sua scelta”.

Le dimissioni-non dimissioni del sindaco Pogliese hanno conseguenze

Sangiorgio, però, non nega il fatto che le dimissioni-non dimissioni del sindaco sospeso abbiano conseguenze in questo momento sull’aula consiliare, non tanto tra i rappresentanti cittadini, quanto piuttosto tra gli assessori. “Forse è comprensibile che qualcuno stia aspettando di capire come muoversi – continua, riferendosi in particolare alle assenze dei rappresentanti della Giunta lamentate a livello bipartisan all’interno dell’aula consiliare – ma non è accettabile per la città. La preoccupazione è che vi sia un rilassamento generale – continua – e noi non ce lo possiamo permettere ancora di più perché all’orizzonte c’è il commissariamento”.

Graziano Bonaccorsi: “La Giunta non c’è”

Di “immobilismo” di fronte a una crisi enorme della città parla invece Graziano Bonaccorsi esponente della Movimento 5 Stelle. “Non sappiamo se il sindaco si dimetterà o meno – dice l’esponente pentastellato -. Quel che è certo è che non c’è la Giunta e non c’è chi deve dare risposte alla cittadinanza. Al di là delle dimissioni da parte del primo cittadino – prosegue Bonaccorsi – credo sia tutta la Giunta comunale a dover lasciare e non perché costretta ma perché oggettivamente inadeguata”.

Il discorso non cambia quanto a parlare è il capogruppo di Grande Catania, Sebastiano Anastasi. Anche per l’esponente autonomista l’imminente commissariamento potrebbe rappresentare un problema. “Se Pogliese lascerà va chiesto al diretto interessato”, chiosa Anastasi che rimarca la solidarietà all’uomo.

La città ha bisogno di risposte

“Noi siamo sempre stati garantisti – esclama -. Di sicuro c’è che, in questo momento, la città ha bisogno di risposte e credo che sia lui a doverle dare, nella duplice veste di primo cittadino ma anche di rappresentante di Fratelli d’Italia. L’impressione è che il consiglio stia attendendo, così come qualche assessore”. Nessun riferimento al sindaco facente funzioni, con il quale gli autonomisti collaborano, sottolinea Anastasi che assicura la lealtà sua e del partito che rappresenta.

“D’altronde – dice – il nostro gruppo è stato sempre leale alla città, al Consiglio comunale, all’amministrazione e alla maggioranza. Lo siamo anche in questo caso, anche perché – conclude – se dovessimo essere commissariati, il Consiglio resta l’unico riferimento, l’unico in grado di dare risposte alla città”.

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