Sicilia, dipendenti Asu e Lsu precari: sindacati chiedono soluzione

Precari Asu e Lsu, gli stipendi “da fame” e il sogno della stabilizzazione: “Trovare soluzione”

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Precari Asu e Lsu, gli stipendi “da fame” e il sogno della stabilizzazione: “Trovare soluzione”

Redazione  |
giovedì 08 Giugno 2023

Sindacati sul piede di guerra: dall'Ars sembra esserci l'apertura, ma migliaia di lavoratori precari attendono ancora una risposta e servono le risorse finanziarie.

“Trovare una soluzione definitiva per risolvere le gravi carenze dei 390 Comuni siciliani, ancora oggi con piante organiche ridotte all’osso e con il personale presente, circa 25mila dipendenti, con contratto part-time dopo circa 25 anni di lavoro e con circa 4.500 dipendenti Asu e Lsu da stabilizzare”.

I sindacati Fp Cgil Palermo e Uil Fpl Sicilia – nelle persone dei sindacati Giovanni Cammuca e Salvatore Sampino – tornano a parlare dell’odissea delle migliaia di precari in attesa di stabilizzazione in Sicilia. Lavoratori che “sognano” un posto definitivo e una soluzione lavorativa dignitosa, ma che – nonostante le carenze di organico – non hanno ancora la risposta che attendono dalle autorità.

Dipendenti Asu e Lsu da stabilizzare, l’appello dei sindacati

“Abbiamo esposto il grave stato di sottodimensionamento organico dei Comuni siciliani che faticano a garantire i servizi essenziali ai cittadini. Piante organiche decimate dal blocco del turn-over prima e dalla impossibilità di procedere a nuove assunzioni oggi a causa del mancato rispetto dei valori-soglia”.

“A erogare i servizi – aggiungono Cammuca e Sampino – sono lavoratrici e lavoratori stabilizzati con contratti di lavoro part-time. Condizione che pregiudica l’efficienza e l’efficacia dei servizi e che al contempo non garantisce uno stipendio adeguato”. Secondo quanto spiegano i sindacati, i lavoratori Asu e Lsu da stabilizzare – o comunque il personale part-time in generale – lavora in media 21 ore, ma in questo caso con uno stipendio che l’Istat certifica come “soglia di povertà“. E, dopo anni di lavoro, i precari rischiano anche una pensione letteralmente “da fame”, perfino al di sotto della minima secondo i sindacalisti.

Cosa chiedono i precari

Le organizzazioni sindacali hanno chiesto inoltre la stabilizzazione dei circa 4.500 lavoratori Asu: “Non basta aumentare fino a 36 ore la loro prestazione, che per altro non si sovrappone con gli orari del personale a cui dovrebbero dare supporto, ma occorre arrivare alla contrattualizzazione per poter garantire anche una posizione previdenziale. Abbiamo proposto che la Regione si faccia carico di un piano che permetta il finanziamento dell’incremento delle ore, con eventuale recupero delle somme sul turn-over”.

Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia, ha parlato di una potenziale apertura dell’Ars sull’aumento degli orari dei lavoratori precari. Bisognerà, però, trovare le risorse finanziarie: “Abbiamo chiesto e ottenuto che si svolga una convocazione congiunta delle commissioni Ars Affari istituzionali e Bilancio, con la partecipazione degli assessori all’Economia, Marco Falcone, e delle Autonomie locali, Andrea Messina, con i rispettivi dirigenti generali, per comprendere meglio la volontà e la possibilità per il reperimento delle risorse necessarie per l’aumento orario del personale part-time degli Enti locali”. L’aumento orario consentirebbe di fare elevare il monte salari e, seppur in minima parte, anche i contributi versati, allontanando lo spettro di una vita in povertà e di una pensione al di sotto degli standard dignitosi.

“Oggi dall’Ars arriva una prima apertura da parte di Governo e parlamento su questo delicato tema, adesso occorre trovare le risorse“, aggiunge Montera. “Questi lavoratori meritano sicurezza economica e diritti”.

Per Montera, i lavoratori Asu e Lsu e i precari degli enti locali avrebbero bisogno di “una riforma del settore, che riorganizzi questi enti e che faccia uscire da fanalino di coda la Sicilia”. Su questo tema ci sarebbe la disponibilità di rappresentanti del Governo Schifani, ma i sindacati spingono affinché le soluzioni vengano trovate al più presto.

L’appello alle autorità

“Dai riscontri che abbiamo da parte dei Comuni, la metà dei quali in acclarato squilibrio finanziario, la soluzione non può essere trovata con le sole forze degli stessi. Occorre quindi che intervenga la Regione con una compartecipazione alla spesa che permetta di incrementare l’orario di lavoro del personale part-time fino al raggiungimento, anche per step successivi, del full time”.

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