Ragusa

Diritto alla salute, nell’ibleo c’è ancora molto da fare

RAGUSA – Difendere il diritto alla salute e discutere del servizio sanitario nazionale. È stata organizzata ieri, a Ragusa, con questi scopi la proiezione del docufilm “C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando”, dove sono raccolti una serie di interventi di intellettuali, esperti e medici italiani sull’attacco del Ssn in Italia. Dopo la visione del documentario, una tavola rotonda ha illustrato le maggiori criticità di quest’argomento.

“Il servizio sanitario nazionale – ha sottolineato il medico Sandro Tumino della Federazione italiana sindacale dei medici uniti – è un diritto conquistato e da difendere insieme, operatori e cittadini. La scarsa attenzione che ad esso viene riservata deve essere sostituita dalla consapevolezza che questo sistema, da migliorare, da riformare, insomma da ristrutturare, non può e non deve cedere il passo a lusinghe privatistiche e assicurative che ridurrebbero gravemente il diritto alla salute”.

Il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, appare sempre più un miraggio: le attese infinite nei pronto soccorso, le prenotazioni bloccate ai Cup oppure con appuntamenti impossibili, i medici di famiglia sempre più travolti dalle inefficienze dell’intero sistema hanno come conseguenza un totale sconforto nei pazienti. Tanti gli argomenti affrontati in tal senso durante l’appuntamento, organizzato dalla Fismu, con la cooperativa Horus, sotto l’egida di Confcooperative provinciale Ragusa, e con il patrocinio dell’Auser e del Centro risvegli ibleo.

“Si tratta di un tema importantissimo, un tema di grande attualità – ha aggiunto Tumino – Della sanità purtroppo si parla male, a volte se ne parla solo in occasione di episodi di mala sanità. Il servizio sanitario nazionale, istituito con la legge n. 833 del 1978, è una grande conquista e un grande diritto per noi cittadini italiani. Più che parlare da medico, in questo momento, parlo da cittadino e mi rendo conto che sul servizio sanitario nazionale, a volte, il ragionamento è ‘tanto peggio, tanto meglio’, cioè visto che spesso bisogna andare a pagare, visto che spesso bisogna ricorrere al privato, visto le inefficienze, viste tutte le manchevolezze che a volte il servizio sanitario nazionale presenta, e allora tanto vale non parlarne e tanto vale lasciarlo andare alla deriva”.

“In realtà non è così – ha continuato Tumino – è un grande diritto ed è un diritto che noi dobbiamo difendere”.

La tavola rotonda, a cui hanno partecipato anche Nello Aprile di Medicare, Giorgio Scirpa dell’Auser Cgil e Salvatore Brugaletta, già manager Asp a Siracusa e a Cuneo, è servita a fare chiarezza sull’importanza di questo diritto e su cosa si può fare in futuro per salvaguardare questo privilegio.