L’abusiva gestione descritta nell’ordinanza avrebbe prodotto negli anni l’immissione non consentita in atmosfera di circa 77 tonnellate all’anno di sostanze nocive
Sigilli all’impianto biologico consortile (depuratore, ndr) di Siracusa gestito da Ias Spa e delle quote e dell’intero patrimonio aziendale della società: polizia giudiziaria, Nictas e nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione all’ordinanza del Gip del Tribunale di Siracusa che ne dispone il sequestro.
L’azienda gestisce l’impianto destinato alla depurazione dei reflui dell’area industriale siracusana e dei Comuni di Melilli e Priolo Gargallo. È stata anche disposta la misura cautelare della sospensione per un anno dell’esercizio di qualsiasi mansione all’interno delle società coinvolte nell’indagine e nelle imprese concorrenti o comunque operanti nello stesso settore produttivo a carico dei vertici della società Ias e dei cosiddetti “grandi utenti” (Versalis, Sonatrach, Raffineria Italiana, Esso, Sasol, Isab e Priolo servizi) che nel depuratore immettono i propri reflui. A tutti è stato addebitato il delitto di disastro ambientale aggravato in relazione all’inquinamento atmosferico e marino, tuttora in corso di consumazione, nonché altre fattispecie di reato connesse all’illegittimità dei titoli autorizzatori.
Reato di disastro ambientale aggravato
A seguito di prolungate attività di indagine e di accertamenti tecnici da parte di consulenti nominati dalla Procura, il reato di disastro ambientale aggravato è stato ravvisato in ragione dell’offesa alla pubblica incolumità derivante dall’enorme quantità di sostanze nocive abusivamente immesse in mare e in atmosfera, dalla loro tossicità e nocività per la salute dell’ambiente e degli uomini, dalla durata dell’abusiva emissione e dal numero di persone potenzialmente interessate dalla loro diffusione.
Il provvedimento di sequestro scaturisce dalla “totale inadeguatezza dell’impianto sequestrato – fa sapere la Procura di Siracusa – allo smaltimento dei reflui industriali immessi dalle società coinvolte, tanto da stabilire che il depuratore dovrà continuare a operare solo con riferimento ai cosiddetti reflui domestici, senza più poter consentire l’immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale. Il provvedimento – dalla cui esecuzione potranno derivare comprensibili ripercussioni sul delicato sistema economico -sociale della realtà produttiva della provincia di Siracusa – si è reso indispensabile per impedire che il depuratore continuasse a operare sulla base degli attuali titoli autorizzatori, che sono stati ritenuti non conformi alla legge, non più efficaci da oltre un decennio e comunque sono parzialmente rispettati”.
Immesse sostanze nocive
L’abusiva gestione descritta nell’ordinanza avrebbe prodotto negli anni l’immissione non consentita in atmosfera di circa 77 tonnellate all’anno di sostanze nocive (fra cui sostanze cancerogene come il benzene) e di oltre 2.500 tonnellate di idrocarburi in mare negli anni tra il 2016 e il 2020. La gestione dell’impianto è stata affidata a un amministratore giudiziario. In ogni caso i reflui provenienti dai centri urbani di Melilli e Priolo Gargallo continueranno a essere immessi e depurati dall’impianto sotto sequestro, sotto la gestione dell’amministratore e le scelte aziendali saranno orientate – quanto più possibile – a garantire la prosecuzione del servizio di depurazione, anche nell’ottica di salvaguardare le esigenze occupazionali.