I giudici contabili hanno analizzato la spesa del Fondo per la progettazione degli interventi tra 2016 e 2018. Ma gli sforzi della Regione nell’ultimo anno segnano un’inversione di tendenza rispetto al passato
PALERMO – Anche nei giorni scorsi il maltempo ha messo a dura prova il territorio italiano, provocando danni non ancora quantificati e pericoli anche in Sicilia. Eppure in relazione alla spesa per la manutenzione e la messa in sicurezza, almeno in riferimento al Fondo progettazione contro il dissesto idrogeologico, si è registrato uno “scarso utilizzo delle risorse”, come denunciato nelle scorse settimane dalla relazione sul “Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico (2016-2018)” approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, che ha preso in esame le modalità di funzionamento e di gestione del Fondo, la governance e le responsabilità dei soggetti attuatori e l’efficacia delle misure emanate. In linea generale, tuttavia, in Sicilia, almeno rispetto al passato, sembra esserci, secondo gli aggiornamenti della Regione, un’inversione di tendenza.
UN FONDO RICCO E PROCEDURE INADEGUATE
I dati della magistratura contabile evidenziano che, a partire dal 2017 e fino al periodo oggetto dell’indagine, le risorse effettivamente erogate alle Regioni costituiscono appena il 19,9% del totale complessivo (100 mln di euro) in dotazione al Fondo. La Corte ha messo in evidenza, inoltre, le criticità che accomunano Stato ed enti locali, a partire dall’inadeguatezza delle procedure e dalla debolezza delle strutture attuative, passando per l’assenza di adeguati controlli e monitoraggi. In campo ci sono pure la mancata interoperabilità informativa tra Stato e Regioni e la necessità di revisione dei progetti approvati e/o delle procedure di gara ancora non espletate, la frammentazione e disomogeneità delle fonti dei dati sul dissesto.
AMMINISTRAZIONI NAZIONALI E LOCALI IN CRISI
Altro aspetto rilevante, riguarda la diffusa difficoltà delle amministrazioni, a tutti i livelli, di incardinare l’attività di tutela e prevenzione nelle funzioni ordinarie, con il conseguente ripetuto ricorso alle gestioni commissariali. A questo proposito la Corte dei Conti ha raccomandato l’adozione di un sistema unitario di banca dati di gestione del Fondo, assicurando in tempi rapidi la revisione dell’attuale sistema e che il nuovo quadro normativo e regolamentare, di recente introdotto, garantisca l’unitarietà dei livelli di governo coinvolti, la semplificazione delle procedure di utilizzo delle risorse nonché il potenziamento del monitoraggio e del controllo sugli interventi.
LA SITUAZIONE SICILIANA
Tra i progetti finanziati nel 2017, è riportato nella relazione, ci sono quelli assegnati, alla Regione Sicilia. L’Isola è stata destinataria di 15,9 milioni di euro per la progettazione di 71 interventi. “Il Commissario straordinario – si legge nella relazione – ha comunicato di aver posto in essere complessivamente diciotto procedure di gara per l’appalto di servizi di architettura e ingegneria per complessivi 6.400.544,14 euro e di avere in corso di avvio la procedura di gara di altri sedici interventi per ulteriori 2.615.111,40 euro”.
Per tutti gli altri, si precisa che “sono in avanzata fase di istruttoria per il conseguente avvio delle procedure di gara per l’appalto dei servizi di progettazione, ad eccezione di nove progetti che presentano criticità da risolvere in un intervallo di tempo ad oggi non prevedibile (acquisizione pareri ambientali, aggiornamento alla normativa di riferimento, ecc.)”.
DIFFICOLTÀ NELLA REGISTRAZIONE
La Regione ha rilevato delle criticità a livello di registrazione: “ancora oggi, nonostante reiterata richiesta da parte di questo Ufficio, si resta in attesa di essere accreditati presso il Sistema di Monitoraggio Unitario BDU (banda dati unitaria, ndr) al fine di provvedere all’inserimento dei dati dei singoli interventi e, conseguentemente, richiedere, quando possibile, il trasferimento delle relative quote di finanziamento”.