Home » Dal dolce al salato, sulle tavole arriva il caro Pasqua

Dal dolce al salato, sulle tavole arriva il caro Pasqua

Dal dolce al salato, sulle tavole arriva il caro Pasqua
uova Pasqua

Federconsumatori ha monitorato i prodotti tipici che, nel 2022 in Sicilia costeranno il 3% in più rispetto al 2021. Cresce il prezzo di uova fresche (+9%) e colombe (+8%). In controtendenza gli ovetti di cioccolata (-11%)

PALERMO – Dopo i rincari continui che hanno caratterizzato le ultime settimane, a causa della guerra che sta sconvolgendo l’Ucraina, anche la Pasqua, e tutti i prodotti tipici che la festività porta con sé, peseranno ancora più pesantemente sulle tasche dei siciliani.

Pasqua 2022, in media i prodotti tipici sono aumenti del 3%

Anche quest’anno l’Onf, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha monitorato i costi dei prodotti tipici che, nel 2022, si presentano sugli scaffali anche della Sicilia con prezzi che sono aumentati, in media, del 3% rispetto allo scorso anno.

Le categorie merceologiche che segnano gli aumenti maggiori sono quelle delle uova fresche (+9%) e delle colombe (+8%).

Aumenti più contenuti riguardano diversi tipi di carne, come l’agnello, che passa da 22,70 a 22,90 euro al chilo (+1%), l’abbacchio (+1%), o il petto di pollo (+1%); segna una riduzione del prezzo la carne del coniglio, che scende del 2%, passando da 12,81 a 12,50 euro al chilo, mentre il salame corallina aumenta addirittura del 4%.

Anche chi vuole dedicarsi al fai da te dovrà spendere di più: gli stampi per le uova aumentano del 4%, con un prezzo che passa da 19,60 a 20,35 euro, mentre lo stampo per gli ovetti riduce il suo prezzo a 11,71 euro (-3%); una confezione da 6 uova è aumentata del 5%, quella da 10 uova costa il 12% in più, mentre la colomba pasquale classica registra un aumento del prezzo del 14%.

Aumenti contenuti per la colomba farcita

Aumenti più contenuti per la colomba farcita, che si ferma ad un +2%. Controcorrente i prezzi delle uova di cioccolato: gli ovetti, al chilo, scendono dell’11%; un uovo di marca media da 220 grammi costa mediamente il 4% in meno, e quello da 150 grammi vede il prezzo diminuire del 6%.

Non è un caso che i maggiori aumenti li registrino i lievitati classici della tradizione: secondo i dati Ismea relativi alla congiuntura agroalimentare del IV trimestre 2021, il conflitto tra Russia e Ucraina rappresenta circa il 20% dell’export globale del grano tenero, si traduce in uno stop ai mercati pari ad un 30% del grano tenero e del 15% del mais, e i prezzi di questi prodotti, appena un mese fa, hanno raggiunto valori record rispettivamente di 398,82 euro/tonnellata, con un aumento, rispetto al mese di febbraio del 27,8% e di 402,38 euro/tonnellata il mais (+43,4%).

Le previsioni per il futuro non sono positive

E le previsioni del futuro non sono per nulla positive, in considerazione del fatto che in questi mesi nei territori ucraini non si può procedere alla semina e quindi non ci saranno raccolti, sebbene Kiev assicuri di puntare a raggiungere comunque il 70% del raccolto rispetto al 2021.

Senza dimenticare i costi energetici per l’utilizzo di forni, che hanno raggiunto picchi di aumenti che toccano il 300%. Insomma, sia comprare i prodotti per cucinare in casa che andare a festeggiare la Pasqua al ristorante costerà, secondo il centro studi Cna almeno un 10% in più, stimato in circa 300 euro.

Non è un caso, che nell’ottica del risparmio anche nella volontà di trascorrere i giorni di festa in compagnia divertendosi, dal monitoraggio dell’Onf emerge che appena 1 famiglia su 10 trascorrerà il pranzo di Pasqua o di Pasquetta fuori casa, un dato nettamente in calo rispetto al periodo pre-covid.

Un andamento su cui incidono diversi fattori: innanzitutto, la grave crisi dei bilanci familiari dovuta ai rincari dell’energia, nonché all’aumento dei menu di Pasqua nei ristoranti pari al 4-5%. Una alternativa che sarà molto praticata, il pic-nic o il pranzo in agriturismo, all’insegna della tradizione, della natura e del risparmio.