Donne e discipline scientifiche: se l’Ue migliora l’Italia continua far registrare risultati deludenti - QdS

Donne e discipline scientifiche: se l’Ue migliora l’Italia continua far registrare risultati deludenti

Donne e discipline scientifiche: se l’Ue migliora l’Italia continua far registrare risultati deludenti

sabato 12 Aprile 2025

In diminuzione, a livello comunitario, il divario di genere. Ma ci sono realtà che devono ancora fare molta strada

ROMA – Il gender gap tra scienziati e ingegneri europei si assottiglia. Lo certifica l’Eurostat, che ha pubblicato in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, un report inerente i dati del 2023: nell’Ue vi erano 7,7 milioni di scienziate e ingegneri, 381.200 in più rispetto al 2022. Le donne giungono a rappresentare il 41% della forza lavoro di scienziati e ingegneri. Tale quota è risultata più elevata nelle attività connesse ai servizi, attestandosi al 45,6%. Nel settore manifatturiero, le donne rappresentavano il 22,4% degli scienziati e degli ingegneri, mentre in altre attività la quota era del 23,9%.

Tra i Paesi dell’Ue, la percentuale di donne scienziate e ingegneri variava notevolmente nel 2023, facendo emergere, ancora una volta, sostanziali differenze territoriali e sociali. Le percentuali più elevate si registrano in Danimarca (50,8 %), Spagna (50,0 %) e Bulgaria (49,1 %), Lettonia e Irlanda (ciascuno 49 %). La rappresentanza più bassa di donne scienziate e ingegneri è stata rilevata in Ungheria (30,7%), seguita da Finlandia (31,4%), Italia (34,1%) e Slovacchia e Malta (ciascuna 34,3%). Una performance, quella del nostro Paese, dunque, ben lontana da quella delle prime della classe; semplificando potremmo dire che una risorsa su tre nel comparto indagato da Eurostat è donna in Italia, una su due invece in Danimarca e Spagna.

Tra le regioni il Sud Italia è ancora molto indietro

L’analisi “regionale” consente uno sguardo ancora più approfondito e fa emergere un altro dato molto interessante: le scienziate e le ingegnere erano in maggioranza in dodici regioni dell’Ue. Più precisamente, in quattro regioni della Spagna: Isole Canarie (59,2%), Noroeste (54,2%), Centro (53,5%) e Noreste (52,2%); due regioni del Portogallo: Região Autónoma dos Açores (57,5%) e Madera (55,8%); Makroregion Wschodni (56,5%) e Makroregion Centralny (52,6%) in Polonia; Severna i yugoiztochna in Bulgaria (54,4%), Norra Sverige in Svezia (51,5%), nonché Danimarca (50,8%) e Corse in Francia (50,5%).

All’altra estremità della scala, la percentuale più bassa di donne scienziate e ingegneri è stata registrata nelle regioni ungheresi di Közép-Magyarország (30,1%) e Dunántúl (31,1%), seguite dalla regione tedesca del Baden-Württemberg (30,8%), dalla regione finlandese di Manner-Suomi (31,4%) e, purtroppo, dal Sud in Italia (30,6%). Sicilia e Sardegna non fanno molto meglio e si fermano a quota 35,5%, poco più in alto il Centro del Paese con un 37,9% che supera il Nord-Ovest (31,5%) e il Nord-Est (35,6%).

Il Global gender gap report 2024 ci aiuta a dare uno sguardo d’insieme ai numeri settoriali appena citati e guarda alle tematiche che investono la piena partecipazione delle donne e alle opportunità economiche, al livello di istruzione, salute e sopravvivenza ed emancipazione politica. Il report, che analizza 146 economie del mondo, misura i punteggi su una scala da 0 a 100 che rappresentano la distanza percorsa verso la parità. Se è vero che nel 2024 nessun Paese ha raggiunto la piena parità di genere è anche vero che, secondo il rapporto, “il 97% delle economie analizzate ha colmato più del 60% del proprio divario”.

Ci vorranno 134 anni per raggiungere la piena parità

In base all’andamento di questi dati, si legge, “ci vorranno 134 anni per raggiungere la piena parità”. L’Islanda, con un divario colmato al 93,5%, è di nuovo al 1° posto, seguono l’Islanda la Finlandia (87,5%), Norvegia (87,5%), Svezia (81,6%), Germania (81%), Irlanda (80,2%) e Spagna (79,7%). L’Italia perde otto posizioni rispetto all’anno precedente e, con il 70,3%, si ferma alla posizione 87. L’Europa guida la classifica regionale del divario di genere avendo colmato il 75% del suo divario, con un miglioramento complessivo di +6,2 punti percentuali dal 2006. Più in generale, secondo quanto emerge dall’Indice, tra le 146 economie coperte il divario di genere in materia di salute e sopravvivenza si è ridotto del 96%, quello sull’istruzione del 94,9%, quello nella partecipazione e opportunità economica del 60,5% e quello dell’empowerment politico del 22,5%.

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