In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna è tornato alla ribalta il tema della doppia preferenza di genere in politica
Il Quotidiano di Sicilia inaugura oggi nuova pagina dedicata all’universo femminile. Un “contenitore” che utilizzeremo per dare voce alla Donna: al suo talento, spesso inespresso, ma soprattutto alle nuove sfide poste dall’emergenza pandemica.
Proprio per questo, abbiamo lanciato sui social l’hashtag #perchenoicisiamo, con il quale chiediamo a tutte le donne di raccontarci la loro storia, la loro testimonianza di lotta quotidiana per raggiungere ciò che ancora appare un miraggio: la parità di genere, oltre ogni forma di discriminazione.
In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna è tornato alla ribalta il tema della doppia preferenza di genere in politica.
Il webinar “Introduzione doppia preferenza di genere Ars”, organizzato da Margherita Ferro, Consigliera di Parità della Regione siciliana insieme con l’Ordine degli Avvocati di Gela, il Comitato Pari Opportunità dello stesso ordine e Rete Cpo Sicilia, ha avuto come obiettivo proprio quello di accendere un faro su un tema che l’Assemblea Regionale Siciliana conosce, ma temporaneamente archivia, in attesa si riesca ad ottenere la calendarizzazione per la conversione di uno dei tre disegni di legge già presentati al Parlamento siciliano.
L’evento è stato moderato da Raffaella Tregua, vicedirettore del QdS, e da Mario Barresi.
Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, si è detto disposto a convocare un tavolo di confronto, escludendo però la calendarizzazione: “Le donne devono meritare la politica come gli uomini. Sono prontissimo ad aprire un confronto, ma se si chiede una data di calendarizzazione, non siamo pronti. Dobbiamo stabilire regole precise. La parità delle donne in politica è già in vigore e sono favorevole all’ingresso di più donne, ma devono anche impegnarsi, cercare voti e condurre la propria campagna elettorale. Se si vuole l’ingresso in politica perché devono semplicemente esserci più donne mi trovo in una posizione leggermente diversa”.
Margherita Ferro, Consigliera di Parità della Regione siciliana: “Necessario aprire un tavolo di confronto”
“È necessario aprire un tavolo di confronto – ha dichiarato la Consigliera Regionale di Parità Regione Siciliana Margherita Ferro – la Sicilia non può rimanere ultima regione per l’assenza di donne in giunta. Di ciò riceviamo indicazioni ben precise da parte dell’Europa. Comprendiamo la difficoltà della politica, ma chiediamo un confronto. La Legge non potrà mai sostituirsi alla cultura dominante, ma chi può cambiare qualcosa è proprio l’Ars”.
Una svolta culturale è stata auspicata anche dalla presidentessa dell’Ordine degli Avvocati di Gela, Maria Giordano: “Non chiamiamole quota rose, ma norme di garanzia. Le leggi fanno ben poco se poi mancano donne che credono in altre donne, se il 50 per cento degli elettori è donna e non riesce a portare altre donne nei posti di vertici, qualsiasi legislazione sarà sterile” e dalla presidente del Comitato Pari Opportunità Rosy Musciarelli: “Oggi non la Festa della Donna, ma la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna e questo richiede una riflessione sul riconoscimento della mancanza di uguaglianza sociale e di disparità sia tramite gli stereotipi, che nel linguaggio o a livello culturale. La doppia preferenza è uno strumento che favorisce l’inserimento delle donne in politica, considerato il 51 per cento di donne siciliane votanti è una rivendicazione è plausibile”.
Per la presidente Rete Sicilia Comitati Pari Opportunità Antonella Macaluso, la questione è urgente e strettamente legata al migliore svolgimento della prossima tornata elettorale: “In vista della prossima tornata elettorale è quanto mai urgente pensare alla parità di accesso alle cariche elettive. è necessario farsi portavoce di questa urgenza soprattutto a livello regionale dove è chiara una sotto rappresentanza. Le reti dei comitati ha sentito l’esigenza di scrivere una missiva al presidente della Regione Nello Musumeci per stigmatizzare la sotto rappresentanza all’Ars evidenziando come, pur essendosi la Regione Siciliana mossa per un adeguamento al principio, questo sarà operativo solo dalla prossima legislatura”.
Un’invasione “rosa” sui social e su QdS.it per raccogliere gli auguri e i pensieri delle donne siciliane di successo
Un’invasione pacifica di donne è quella che si è consumata sulle pagine social del Quotidiano di Sicilia e su QdS.it, in occasione della festa dell’8 marzo. L’obiettivo è stato quello di raccogliere gli auguri e i pensieri di donne siciliane di successo. Ma anche riflettere sulle vere origini della Giornata e su come, ancora adesso, sia urgente intervenire sulle cause delle pari opportunità mancate.
Elisa Franco, catanese, è attrice e direttrice artistica della compagnia teatrale La Carrozza degli artist.
Letizia Contadino è cantautrice e interprete dalle spiccate caratteristiche siciliane.
Giusi Malato è un’ex pallanuotista e allenatrice di pallanuoto italiana. Bianca Stancanelli è giornalista, ha esordito nel quotidiano “L’Ora” di Palermo, occupandosi soprattutto di mafia e politica.
Francesca Ferro è figlia d’arte, dei grandissimi Turi Ferro e Ida Carrara. Ma la sua storia nel teatro e nel cinema è figlia soprattutto del suo talento.
Valeria Contadino è attrice di teatro, cinema e televisione.
Antonella Caldarella, attrice, burattinaia ed autrice di testi per bambini.
Giovanna D’Angi è cantante, attrice e ballerina.
Fabia Mustica è un’artista che si è specializzata nell’arte del fumetto.
Laura Giordani è un’attrice completa (teatro, tv e cinema), cantante, scrittrice e doppiatrice.
Maria Grazia Cucinotta, messinese, 52 anni, è un’attrice, produttrice cinematografica ed ex modella italiana.
Annamaria Picozzi è procuratore aggiunto di Palermo, un magistrato, ed è anche consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e ogni forma di violenza di genere.
Elvira Serminara è una giornalista che dopo tanti anni a pigiare i tasti nelle redazioni, si è scoperta scrittrice.
Marinella Fiume nasce a Noto l’8 Febbraio del 1950. Si laurea in lettere classiche all’Università di Catania. Negli anni Settanta riceve l’incarico a Gagliano Castelferrato in provincia di Enna.
Donatella Finocchiaro, scoperta al cinema dalla regista Roberta Torre, in realtà calcava già da tempo i palcoscenici teatrali.
Rita Abela è un’attrice siracusana e ha partecipato nel cast del film “Le Nozze di Laura” di Pupi Avati.
Vicina alla linea di Miccichè è la capogruppo dell’Udc, Eleonora Lo Curto, che spiega: “La doppia preferenza è una tema di democrazia, non di uomini o donne. è una carenza del sistema democratico, nonostante ancora oggi la quota rosa sia garantita grazie ad una legge pensata da tre donne (Savarino, Vicari e me durante il primo Governo Cuffaro). La polemica contro il presidente Musumeci è stucchevole, Pierobon era salito in carica perchè espressione dell’Udc a cui era stato chiesto di candidare un uomo, che comunque non ha demeritato”.
Tra i ddl ancora fermi all’Ars c’è il n. 269, primo firmatario Claudio Fava (Misto): “Miccichè – ha detto – non deve convocare un tavolo, il testo deve essere semplicemente discusso in commissione legislativa. Sulle modifiche di legge c’è una condivisione pressoché sostanziale da parte delle forze politiche, ma questi principi devono essere stabiliti da una norma scritta che crei garanzia. M’impegnerò a convocare i capigruppo”.
Marianna Caronia (Fi) è prima firmataria del ddl più recente cioè il n. 942 del 19 gennaio 2021: “Le tematiche che stiamo affrontando sono un’esigenza anche per i deputati uomini, che credono in una parità di genere oggi chiaramente inesistente – ha spiegato la deputata azzurra – Le donne spesso rimangono lontane dalla politica non per demerito, ma perché non godono delle condizioni per fare politica. Devono conciliare gli impegni di madre e moglie, devono avere una base economicamente solida su cui contare. Questo non accade per tutte. Con le somme del Recovery Fund e Next Generation EU dobbiamo costruire welfare, asili nido aziendali, sostegno alle donne vittime di violenza”.
Nella giornata in cui vive il tentativo di rivalutare il dibattito sui diritti per le donne, l’Ars non ha rifinanziato la legge 3 gennaio 2012, norme per il contrasto e la prevenzione della differenza di genere. A comunicarlo è stato il deputato Giuseppe Lupo (Pd): “Lo scorso anno – ha spiegato – per i centri anti violenza sono stati messi a bilancio 2 milioni di euro pur ne servissero 4 milioni. In pandemia la violenza di genere si è moltiplicata e oggi sono stati resi disponibili solo 600 mila euro. Speriamo in un ripensamento”.
L’approdo alla doppia preferenza di genere anche all’Ars renderebbe giustizia alla percentuale dei votanti in Sicilia: il 51 per cento, infatti, è composto da donne. “Questo è un dibattito importante per 2,5 milioni di siciliane – ha evidenziato il vicedirettore del QdS, Raffaella Tregua – in una fase di cambiamento il legislatore va accompagnato offrendo una prospettiva, una codifica. In Italia esiste un’ampia legislazione che tutela la parità di genere, ma in Sicilia esiste una situazione di arretratezza testimoniata dai numeri: sono in carica solo 7 sindache su 100, abbiamo 18 deputate Ars su 70 onorevoli. Le donne sono un’occasione anche nei progetti Next Generation Eu”.
Di “correnti rosa” ha parlato provocatoriamente Nicola D’Agostino (Fi): “Le donne devono scalare i partiti, fare partiti femminili, temo una soggezione nei confronti degli uomini da cui forse si cerca ancora approvazione. Le donne devono imporsi e fare vita di partito, tutte queste donne impegnate in politica non le vedo. La parità è un problema dell’ultimo secolo e le conquiste dell’ultimo decennio sono state epocali, ma le leggi giuste sono su lavoro e famiglia, argomenti su cui serve trovare la parità”.
I numeri dell’arretratezza siciliana sono stati snocciolati da Concetta Raia: “Nel consiglio regionale le donne sono il 22,9 per cento, nei consigli regionali italiani la media è del 34,2 per cento. La presenze di donne nelle giunte regionali è del 25 per cento, in Sicilia è zero. Non facciamo una bella figura. Fin quando la politica non toglierà gli ostacoli per l’accesso delle donne alle cariche istituzionali, possiamo parlare quanto vogliamo ma non avremo dato una chance alle nostre generazioni”. Ed effettivamente, di fronte un’eventuale inadempienza, ha ricordato la docente di diritto costituzionale Unict Ida Nicotra, l’articolo 120 della Costituzione prevede che il Governo possa sostituirsi agli enti locali in caso di mancato rispetto delle nome e la legge 20/2016 chiede l’adeguamento per la parità di genere.
Anche in seno al M5S, che si era prima sottratto alla dialettica, la necessità di sostenere la doppia preferenza di genere all’Ars potrebbe fare capolino grazie alla sponda offerta da Roberta Schillaci: “All’interno del M5s non c’è un problema di rappresentanza, le donne sono tante, siamo sempre andati avanti per competenza e meriti. Guardando i fatti, però, qualcosa va sistemato, gli altri partiti non seguono le stesse logiche. La possibilità di accedere va rivista, non è tollerabile che non ci sia parità a livello regionale. Perché i due terzi e non il 50 per cento? Mi impegno a rivedere la posizione nel M5s. Sogno un Paese come la Finlandia dove i presidente di partiti sono donne ambisco a quel modello”.
Negli ultimi anni, sotto il profilo della rappresentanza di genere, qualcosa è cambiato: “Sono entrata la prima volta all’Ars dieci anni fa a 26 anni – ha detto Giusy Savarino di Diventerà Bellissima – e su 90 eletti solo tre erano donne. Verso di noi si provava anche un atteggiamento di fastidio. Personalmente prima di prendere la parola ho impiegato sei mesi, ma quando ho tenuto il primo discorso, dopo tanto studio, ho ricevuto complimenti incredibili perché la preparazione non era scontata fosse una donna. Dieci anni dopo la realtà è cambiata, ma quel che si dice è che la doppia preferenza serve per controllare il voto. Ci sono tanti modi per evitare che questo accada, dunque questa battaglia va combattuta e io ci sarò”.
Twitter: @ChiaraBorzi