Domenica, dopo numerosi rinvii, il voto di secondo livello per scegliere i vertici e i consiglieri degli Enti intermedi
PALERMO – Quella delle Province, arrivata nel 2014 con la legge Delrio, è ancora oggi per la Sicilia una riforma nata a metà. Forse non è un caso se in alcuni Liberi Consorzi comunali i siti internet, ancora con dominio “Provincia”, rispecchiano un’immagine datata, obsoleta. Siti vecchio stile per comunicazione istituzionale poco intuitiva, come quello dell’ex Provincia di Caltanissetta oppure quello di Siracusa, che nel suo stile web di inizio secolo riporta però ancora in primo piano, sulla pagina dedicata, la storia di un fallimento. Le candidature per le elezioni del presidente del Libero Consorzio comunale di Siracusa, si legge, si potevano presentare dalle 8 di domenica 30 ottobre 2016 fino alle 12 del giorno successivo. Da allora un susseguirsi di rinvii e tentativi di riforma che non hanno prodotto elezioni di primo livello, con i cittadini chiamati alle urne come tentato e auspicato dal centrodestra.
La riforma Delrio, al tempo alfiere di Matteo Renzi nel Partito democratico, è arrivata quando sull’Isola il Governo era guidato da Rosario Crocetta e la maggioranza era un esperimento tutto siciliano di centrosinistra molto moderato. Poi, con la legislatura successiva, iniziarono i tentativi di deroga alla Delrio andati male. Il primo con Nello Musumeci, impugnato dal Governo e bocciato dalla Corte costituzionale….
Ripristinare le province vuol dire solo aumentare poltrone, ma a livello di organizzazione non serve a nulla.