Si trovano nella necropoli di Dahshur, a una quarantina di chilometri a Sud del Cairo, e fanno parte della più ampia necropoli di Menfi, inserita da anni nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco
IL CAIRO – Erano chiuse dal 1965, ma nei giorni scorsi l’Egitto ha deciso di riaprire al pubblico due delle piramidi più antiche del Paese. Si trovano nella necropoli di Dahshur, a una quarantina di chilometri a Sud del Cairo, e fanno parte della più ampia necropoli di Menfi, inserita da anni nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Tra le due costruzioni la più degna di nota è certamente la cosiddetta piramide romboidale, costruita durante l’Antico Regno del Faraone Snefru, intorno al 2600 a.C.. Come spiegato dagli esperti del ministero delle Antichità, questa costruzione rappresenta una forma di transizione tra la piramide a gradoni di Djoser (2667-2648 a.C.) e la piramide di Meidum (2600 a.C.). Gli archeologi egiziani, inoltre, hanno scoperto una raccolta di pietre, sarcofagi di argilla e legno, alcuni dei quali con mummie presenti nella zona.
La riapertura di questi due siti culturali rappresenta parte di una strategia di rilancio del turismo in Egitto, comparto che rappresenta una delle principali fonti di sostentamento economico del Paese. Tutta l’area del Mar Rosso ha infatti vissuto nel recente passato un periodo di crisi – soprattutto in relazione agli attentati che hanno colpito la zona – ma località quali Sharm El Sheikh, Hurghada e Marsa Alam sembrano tornate tra le mete preferite dal turismo internazionale e italiano.