Elefante Africano, al Museo di Zoologia di CT l'antenato del “Liotru" - QdS

Elefante Africano, al Museo di Zoologia di CT l’antenato del “Liotru”

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Elefante Africano, al Museo di Zoologia di CT l’antenato del “Liotru”

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venerdì 09 Luglio 2021

Il museo di Via Androne 81 ha riaperto i battenti oggi, e sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, il martedì e il giovedì anche dalle 15 alle 17

Tra
la tigre, la zebra e il leone, spicca proprio lui: l’Elefante “Africano”. E non
poteva essere altrimenti. È il simbolo di una città, “u Liotru” per i catanesi un “marchio” a cui hanno affidato la protezione
contro le eruzioni dell’Etna oltre che essere fonte continua e immensa di
ispirazione. E, ovviamente, da protagonista indiscusso, non può che fare bella
mostra di sé al centro del salone grande del rinnovato Museo di Zoologia
e Casa delle Farfalle
che stamattina
ha riaperto i battenti.

Una
struttura, il più antico museo zoologico siciliano, fondata nel 1853 dal
prof. Andrea Aradas,
allora nei locali del Palazzo centrale dell’ateneo catanese, che dal 1922
è ospitato nella sede attuale di via Androne 81, in un edificio in stile
Liberty appositamente edificato costituito da un ampio salone a piano terra e
da uno spazio al primo piano all’interno della sezione di Biologia Animale
“Marcello La Greca”
del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e
Ambientali dell’Università di Catania.

Ad
accogliere i visitatori al museo ovviamente il padrone di casa, eletto
“simbolo” di MuZoo: l’elefante “africano” arrivato nel giardino della villa
Bellini a Catania
nel lontano 1889, un “regalo” dell’imperatore
d’Etiopia Menelik II al re d’Italia Umberto I a seguito della firma
del trattato di Uccialli. Una volta imbalsamato è stato donato nei primi anni
’20 del secolo scorso al Museo di Zoologia che, nel corso della cerimonia di
riapertura, ha affascinato i primi visitatori tra cui il rettore Francesco Priolo, le delegate alla
Terza missione Alessia Tricomi e al
Sistema Museale di Ateneo Germana Barone,
il direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali Gian Pietro Giusso del Galdo e il
responsabile della sezione di Biologia Animale Salvatore Saccone.

«Un
progetto che parte da lontano con il pieno contributo dell’ateneo per offrire
alla società civile un’altra struttura museale di prestigio e con una
concezione moderna – ha spiegato il rettore Francesco Priolo -. Ancora una
volta ci apriamo ai cittadini con la nostra tradizione con una proiezione sul
futuro di questo territorio».

Una
struttura che ha riaperto i battenti dopo gli interventi di ammodernamento
realizzati nel biennio 2020-2021 con fondi dell’Ateneo di Catania, ad illustrarli
gli architetti Sebastiano Pulvirenti e
Barbara
Carfì.

«Oggi
abbiamo restituito a tutti un museo “open”, grazie anche al prezioso contributo
di studenti e dottorandi, che in tempi brevi sarà ulteriormente implementato
con una sezione dedicata alle specie aliene» ha spiegato il responsabile
scientifico della struttura Giorgio
Sabella
alla presenza del responsabile delle attività didattiche e
divulgative della struttura museale Fabio
Viglianisi
.

Al
suo interno 150mila invertebrati e 2.500 esemplari di vertebrati collocati nel
nuovo allestimento basato su più moderni principi della museologia zoologica:
gli esemplari non sono più esposti all’interno di vetrine, ma raggruppati
secondo criteri sistematici e zoogeografici e in spazi senza barriere.

Tra
i vertebrati spiccano i Colibrì che, con
217 esemplari, rappresentano la più ricca collezione italiana di questi
piccolissimi uccelli esposti in una bacheca lunga sette metri e attorniati da
numerosi esemplari di altri uccelli esotici tutti provenienti dalla storica collezione del barone Michele Auteri della metà del XIX secolo. Della collezione dell’Auteri fanno
attualmente parte, al primo piano del museo, anche 8 preziose campane di cristallo con all’interno
uccelli imbalsamati ascrivibili alla tassidermia del periodo “Vittoriano” metà
XIX secolo. Ma anche 946 esemplari appartenenti per la maggior parte a specie
esotiche provenienti dall’America Latina, dall’Oceania e dall’Africa e, in
minima parte, dalla regione Paleartica.

Il
Museo di Zoologia, inoltre, propone,
su apposite isole, specie tipiche della savana
africana
(leone, zebra, impala e l’elefante) e specie più note e
spettacolari dell’ordine degli Artiodattili
(cervo, daino, alce) e della Famiglia degli Ursidi (orso bianco e orso del Tibet).

Oltre
a mammiferi e uccelli provenienti dall’emisfero australe, in esposizione anche esemplari
appartenenti all’ordine dei Carnivori (tigre,
leopardo, puma) e alcuni rappresentanti della classe dei Rettili (pitone, iguana, coccodrillo). Ricostruita anche la filogenesi dei Primati e degli Ominidi
con l’esposizione di esemplari in pelle, scheletri e calchi di crani.

Spettacolare
l’esposizione in sospensione – a 4 metri d’altezza – del cranio e di alcune
vertebre di un Capodoglio (un tempo
“volante” al Palazzo centrale in piazza Università) e due scheletri di uccelli
corridori, lo Struzzo e il Nandù, e su appositi telai di numerosi uccelli rapaci e esotici: dal maestoso
Condor delle Ande, al Grifone, dai pappagalli alle paradisee. In mostra anche
vari esemplari di scimmie del Vecchio e del Nuovo mondo.

Dal
punto di vista multimediale, il museo è dotato di quattro totem informativi touch-screen e di un grande monitor in
cui sarà possibile seguire i documentari.

Al
primo piano è possibile ammirare diversi esemplari dei principali phyla di invertebrati e importanti
collezioni ornitologiche.

Il museo è visitabile dal lunedì al
venerdì dalle 9 alle 13, il martedì e il giovedì anche dalle 15 alle 17

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