Eletti tre sindaci su quattro, a San Cipirello vince l’astensionismo - QdS

Eletti tre sindaci su quattro, a San Cipirello vince l’astensionismo

Vincenza Grimaudo

Eletti tre sindaci su quattro, a San Cipirello vince l’astensionismo

mercoledì 13 Ottobre 2021

Niente da fare per l’unica candidata nella cittadina jatina, Romina Lupo. A Terrasini conferma con oltre l’ottanta per cento dei voti per Giosué Maniaci

PALERMO – È un’altalena di umori l’elettore nel palermitano. Tra chi preferisce confermare e chi invece cambia totalmente direzione. Con una certezza sicuramente poco confortante, e cioè che sempre meno persone si recano alle urne.

Nei quattro comuni al voto c’è stato mediamente un crollo del 10 per cento del numero di persone che si sono recate alle urne rispetto a cinque anni fa. Con punte anche peggiori, come a San Cipirello, dove c’era una sola candidata a sindaco in lizza (Romina Lupo) che quindi aveva come unico avversario l’astensionismo. E non è riuscito a batterlo. Questo significa che nella cittadina jatina è stato confermato in buona sostanza il commissariamento, dal momento che già da due anni vi sono tre commissari prefettizi alla guida dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose nel 2019. Non essendo stato superato il quorum, le elezioni vengono di fatto invalidate in quanto era necessario che andassero al votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Invece sono andati in 1.618 al voto, neanche il 40%.

“Abbiamo lavorato – ha commentato Romina Lupo – duramente e onestamente, senza tregua. Non ci fermeremo perché da questo dato elettorale vogliamo prendere ciò che c’è di buono. Una lista fatta da molti giovani che raggiunge una buona affermazione che lascia ben sperare per le future competizioni elettorali. Noi siamo scesi in campo per San Cipirello. Non faremo un passo indietro adesso. Anzi, attorno al nostro progetto si è consolidato un gruppo di cittadini appassionati, che vogliono continuare a lavorare per far crescere la nostra comunità. La nostra è una scommessa vinta a metà”.

A Terrasini ha stravinto il sindaco uscente Giosuè Maniaci, che quindi è stato riconfermato con 5.598 preferenze e l’82,6%. Giuseppe Caponetti si è fermato a 1.181 voti (17,4%). C’è anche una “superstar” in Consiglio comunale: si tratta di Marcello Maniaci, cugino del riconfermato primo cittadino, che ha clamorosamente conquistato 1.800 voti. Anche per lui un vero plebiscito.

“Abbiamo fatto tanto in questi cinque anni – ha evidenziato Giosuè Maniaci – ma tanto ancora vogliamo fare. Le premesse era state già importanti perché in tanti mi avevano chiesto di continuare questo percorso”.

Non è riuscito, lo sfidante Caponetti, a far leva su quelle che ha sempre lacune nella gestione del Comune, evidenziando a suo dire le incompiute, le condizioni disastrose del porto e di altri beni pubblici, ma soprattutto sostenendo la “distruzione” paesaggistica della città. Proprio per questo aveva promesso un impegno concreto per arrivare a redigere il Piano regolatore generale, strumento ritenuto indispensabile.

A Montelepre invece si cambia rotta. Niente riconferma per l’uscente Maria Rita Crisci che non è riuscita ad andare oltre i 994 voti, pari al 28%. Vittoria per Giuseppe Terranova con la sua lista civica “Vivere Montelepre”, che ha conquistato 1.412 voti, il 39 per cento del totale dei suffragi. A seguire Nino Plano con 899 voti (25,26%) e Beniamino Gaglio con 279 preferenze (7,70).

“Reset è viva e presente – ha commentato la sconfitta Crisci – la nostra coalizione non è per nulla fallita come sosteneva qualcuno. Si sa che le elezioni riservano sempre delle sorprese, continueremo a battagliare in Consiglio comunale rispettando ovviamente il nostro ruolo di opposizione”.

“Dobbiamo lavorare solo su Montelepre – sono state le prime parole del neo sindaco Terranova – e serve una pacificazione dopo i momenti di tensione. Spero che con la coalizione della Crisci ci sia un rapporto di collaborazione. Tra le primissime cose rimetteremo mano ai confini del paese, poi vogliamo arrivare alla tariffa puntuale sui rifiuti e all’adeguamento del depuratore, in quanto quello attuale è sottodimensionato. Senza dimenticare la riqualificazione del cimitero”.

Ad Alia l’ha spuntata Antonino Guccione, conquistando 1.192 suffragi, pari al 56,15%, battendo quindi l’unico antagonista Francesco Todaro, già sindaco in paese per due legislature a cavallo tra il 2008 e il 2017, che si è fermato a 853 voti (40,68%). Guccione, prima dell’attuale commissariamento del Comune, era a capo del gruppo consiliare di opposizione. “Un sentito grazie – ha detto il nuovo sindaco – ai concittadini di Alia. Noi ci saremo per tutti, anche per chi non ci ha votato. Adesso dobbiamo rimboccarci le maniche per risolvere tutta una serie di criticità di questo paese”.

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