Elezioni Palermo, anche il centrosinistra ha i suoi mal di pancia - QdS

Elezioni Palermo, anche il centrosinistra ha i suoi mal di pancia

Raffaella Pessina

Elezioni Palermo, anche il centrosinistra ha i suoi mal di pancia

giovedì 05 Maggio 2022

Carmelo Miceli: “PD guardi a moderati e autonomisti”. “Perchénon dialogare con Azione, +Europa e Iv?”

PALERMO – Il centrodestra si ricompatta per le amministrative del capoluogo. Con il ritiro della candidatura di Francesco Cascio tutti i voti del centrodestra convergeranno su Roberto Lagalla.

Anthony Barbagallo parla di una maggioranza  disastrosa

Il segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, commentando l’accordo, parla di una maggioranza comunque disastrosa, la stessa che sostiene Musumeci all’Ars. “Si scrive Lagalla ma è un candidato sindaco targato Musumeci, che ha messo il sigillo all’accordo durante l’incontro che si è svolto all’Ars, nelle stanze del governo, mentre il Parlamento si occupava della Finanziaria – ha detto -. Il disastro alla Regione è chiaro ed evidente a tutti”.

Difende la scelta di Cascio Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di Diventerà Bellissima: “Uniti si vincerà a Palermo e lo stesso dovrà avvenire in occasione delle Regionali in Sicilia – ha detto Aricò – con una convergenza dell’intero centrodestra verso l’unico candidato possibile: Musumeci, il quale merita di raccogliere i frutti del suo buon governo di questi anni con il sostegno di quegli stessi partiti che ora consentiranno la vittoria al primo turno di Lagalla”.

Sembra che le acque si stiano agitando nel centrosinistra

Ora però sembra che le acque si stiano agitando nel centrosinistra. Carmelo Miceli, deputato del Pd e candidato al consiglio comunale di Palermo sollecita: “Ma davvero si continua a pensare che a Palermo si possano vincere le elezioni puntando sulle divisioni del centrodestra senza pensare ai moderati di centro e agli autonomisti? Solo uno stolto può pensare che queste amministrative non avranno una ricaduta e influenza decisiva sulle Regionali siciliane di ottobre e che le Regionali, a loro volta, non saranno il traino delle politiche di marzo 2023. Proviamo a cambiare schema – conclude Miceli – cambiamo linea e, se serve, mettiamo tutto in discussione”.

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