Elezioni politiche, Micciché si gioca il tutto per tutto - QdS

Elezioni politiche, Micciché si gioca il tutto per tutto

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Elezioni politiche, Micciché si gioca il tutto per tutto

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 27 Luglio 2022

Nelle prossime ore coloro che non vogliono continuare l’esperienza Musumeci, in primis Gianfranco Miccichè, ma non solo lui, stanno tentando il tutto per tutto.

Nelle prossime ore coloro che non vogliono continuare l’esperienza Musumeci, in primis Gianfranco Miccichè, ma non solo lui, stanno tentando il tutto per tutto. Il capo di Forza Italia è a Roma per usare tutto il suo peso, e la Sicilia è l’unica vera forza elettorale rimasta del partito, per convincere Berlusconi a puntare su un candidato azzurro, molto probabilmente la Prestigiacomo. Una candidatura femminile, di ampio curriculum, da contrapporre alla Chinnici.

In subordine il via libera all’uomo più gradito agli antimusumeciani e più sgradito a Musumeci, Raffaele Stancanelli. Ad oggi tertium non datur, domani chissà. Nelle stesse ore ci sarà il pressing alla Gentile del Comandante Nello su Giorgia Meloni. O me, o morte! Oppure Roma, sussurrano altri. In mano ha l’arma di scambio delle dimissioni, per favorire la vittoria del destra-centro all’election day. La Meloni nel vertice di oggi ha molte cose in ballo, la sua premiership innanzitutto. Ma se la stessa gli venisse negata, o nascosta, da Berlusconi e Salvini, una bella tragedia su Nello Musumeci si potrebbe fare, anche in senso tattico. Difficile chiudere oggi, probabilmente il gioco del trono avrà altre battaglie nei prossimi giorni. I tre leader del centrodestra, e le persone che li circondano, hanno da piazzare le loro chance per la sopravvivenza futura dei loro destini. E sarà una partita senza esclusione di colpi.

In tutto questo la Sicilia è terreno di gioco ma non di prospettive. Sta sullo sfondo, come un grande panno verde, mentre Regine ed Assi vengono lanciati o ritirati.

Per Gianfranco Miccichè è l’ultima grande partita, si sta sedendo al tavolo cercando l’All In. Presidenza siciliana amica e collegi per i suoi fedelissimi. Ha il vantaggio di essersi bruciato i ponti dietro le spalle e può solo avanzare o rovesciare il tavolo. Lui alle sirene centriste, alla bella Mara, oggi non crede. Sa che Berlusconi non può prescindere da lui in Sicilia.

Ma se così non fosse, se cattivi consiglieri fuorviassero il grande Capo, la sua reazione potrebbe essere imprevedibile, e lui ci ha già abituato a questo. Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, ed in queste situazioni da tregenda Miccichè da il meglio, o il peggio secondo i suoi avversari, di se.

Dopo tanti comunicati, interviste, punzecchiature, falsi bersagli, scontri verbali, la battaglia per il trono dell’isola è finalmente cominciata.

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