Triplice exploit, ricerca del nuovo - QdS

Triplice exploit, ricerca del nuovo

Triplice exploit, ricerca del nuovo

mercoledì 05 Ottobre 2022

Le recenti elezioni nazionali hanno fatto ripetere per la terza volta il fenomeno di un ampio spostamento dell’elettorato, oltre che un aumento cospicuo dei non votanti (4,5 milioni). Il fenomeno riguarda Fratelli d’Italia, che è partito molti anni fa da pochi punti percentuali ed è approdato lo scorso 25 settembre a circa 26 punti percentuali.

Ricordiamo che nel 1994 Forza Italia di Berlusconi, presentandosi per la prima volta nell’agone politico, riportò ben il 21 per cento di voti. Successivamente, Renzi, come segretario del Pd, nelle elezioni europee del 25 maggio 2014 portò il suo partito a più del 40 per cento dei voti. Ancora dopo, Salvini ha trasformato la Lega da territoriale a nazionale, portandola al 34 per cento dei consensi. In questo caso dobbiamo evidenziare che il dato non è stato certificato dalle elezioni, bensì dai sondaggi, che però riflettono abbastanza bene la realtà.
Anche il Movimento 5 Stelle, nelle elezioni del 4 marzo 2018, ha avuto l’exploit del 32,7 per cento.


Cosa significa la fluidità dell’elettorato? In primo luogo, la ricerca del nuovo. E perché una parte cospicua di essi, forse un terzo, cerca costantemente il nuovo? La risposta è pleonastica: perché il vecchio non lo ha per nulla soddisfatto.

Per la verità, dobbiamo sottolineare che neanche il nuovo poi lo soddisfa, per cui l’elettorato continua a cambiare sperando che chi arrivi dopo sia meglio di chi c’era prima. Tuttavia, la speranza viene delusa dal ceto politico, il quale è eletto da cittadini in parte ignoranti e perciò non può che essere anch’esso ignorante.

Attenzione, quando definiamo ignorante qualcuno o qualche parte, non intendiamo minimamente insultare chicchessia, bensì sottolineare che tutti costoro non conoscono ciò che dovrebbero sapere quale fondamento per la loro capacità di valutazione e quindi di gestione del potere legislativo ed esecutivo, affidato per delega ai cittadini.

Non si può pensare di continuare in questo modo perché la pletora di leggi incomprensibili, scritte con un linguaggio astruso, approvate dal Parlamento, getta confusione nell’opinione pubblica, che non è più in condizione di accertare i comportamenti di chi ha responsabilità istituzionali.

Il Parlamento si riunirà il prossimo 13 di ottobre. Vogliamo sperare che gli atti di questi nuovi e vecchi rieletti parlamentari abbiano un sottofondo di cultura per farsi comprendere anche dalle persone meno attrezzate, perché è sempre più indispensabile che vi sia una sorta di liaison fra cittadini governati e cittadini governanti.

Quando manca questo filo diretto, quando questi ultimi – una volta assisi comodamente nei loro scranni – si dimenticano dei loro deleganti, ecco che nel Paese vi è una frattura rimarchevole, che lo conduce verso il precipizio.

È vero che fra cittadini governati e cittadini governanti vi è il cuscino dell’informazione, che dovrebbe essere sapiente, colta, precisa, per far capire meglio gli atti e l’operato delle figure istituzionali. Ma, nel quadro generale, anche l’informazione pecca di qualità e di cultura perché non ha le dovute conoscenze dei cinquanta secoli passati, con la conseguenza che tutto sembra nuovo, ma è quasi sempre un déjà-vu.


Dunque, il corpo elettorale è portato a cambiare in quantità consistente il suo suffragio ed i fatti che vi abbiamo elencato lo dimostrano senza tema di smentita.
Ma, ci chiediamo, come è possibile che tutti quelli che approdano al potere legislativo ed esecutivo non si rendano conto della frattura che c’è fra loro ed i cittadini che li hanno delegati? Oppure se ne rendono conto, ma i loro interessi privati ed il loro egoismo li portano a disinteressarsene.
Tutto ciò accade perché alla base del comportamento di chi ci governa non vi è l’osservanza dei principi etici eterni, secondo i quali in ogni loro atto deve sempre prevalere l’interesse generale su quello personale e privato.

Ora, che corruzione, prostituzione e speculazione siano componenti insiti e permanenti della persona umana, è un dato di fatto, ma questo non vieta di sperare in un rinsavimento generale.

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