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Elly, programmi e Governo ombra

Elly, programmi e Governo ombra
Elly Schlein

Elly Schlein e il PD tra stabilità e mancanza di crescita: serve un programma chiaro e un governo ombra per sfidare l’esecutivo.

L’informazione eccessiva crea in coloro che la ricevono incompletezza o, per contro, sovrabbondanza. Ciò perché essa è trasmessa senza i necessari criteri di equità e di equidistanza necessari.
Nel caso delle recenti elezioni nelle Marche, l’informazione (di parte) ha esaltato la vittoria dei Conservatori (Destra) e la sconfitta dei Rinnovatori (Sinistra). Probabilmente lunedì il rituale si ripeterà nei commenti sulle elezioni per la Regione Calabria. E poi, a parti invertite, il rito verrà ripetuto per le elezioni in Puglia, in Toscana e in Campania.
Questo modo di esaltare certi fatti deprimendone altri è contrario ai doveri etici di chi fa informazione, i quali ricordano che i requisiti devono essere quelli di obiettività, completezza, equità e imparzialità. Quindi si devono ritenere bocciati tutti coloro che hanno fatto informazione senza adottare questi requisiti. Ovviamente, tali soggetti non subiscono sanzioni se non la riprovazione di chi, invece, li rispetta.

Nonostante il descritto equilibrio che alla fine vi sarà con il risultato finale di tre a due a favore dei Rinnovatori (senza contare le elezioni della Valle d’Aosta vinte dagli Autonomisti dell’Union Valdotaine), vogliamo evidenziare come il partito guidato dalla svizzera Elly Schlein, cioè il Partito democratico (denominazione inventata da questo Giornale molti anni prima di quelli in cui poi fu adottata), mantiene le posizioni, ma il suo associato Movimento 5 stelle, guidato da Giuseppe Conte, ha perso (come accade ritualmente nelle elezioni locali) molti punti.
Quando un partito rimane stabile i propri vertici esultano, mentre dovrebbero cospargersi il capo di cenere perché esso non è cresciuto. È un altro modo, questo, di tutti coloro che continuano a bivaccare e che pensano sia meglio l’uovo oggi che la gallina domani.
La svizzera Elly (ricordiamo, eletta dai passanti nei banchi ove si raccoglievano le firme e non dai propri iscritti) dovrebbe usare la tecnica britannica – come più volte abbiamo scritto – che è quella di adottare un programma contenente obiettivi chiari e precisi.

Insieme al programma dovrebbe essere costituito un Governo ombra, indicando il presidente (la stessa Elly) e i ministri, branca per branca, in modo da competere con le iniziative del Governo (quello in carica) materia per materia, questione per questione, fatto per fatto.
In altri termini, all’Opinione pubblica dovrebbe essere portata la soluzione alternativa a quella proposta dal Governo per ogni problema che riguarda il Paese o la Regione e, perché no, Province e Comuni.

Questo comportamento farebbe uscire l’azione del Partito democratico dalle comunicazioni generiche, che possono anche colpire sul momento i cittadini ignoranti (cioè che ignorano), ma non certo quelli che ragionano con la propria testa e non con quella degli altri.
A noi sembra una proposta adeguata, perché il Paese ha sempre bisogno dell’alternanza ai vertici delle proprie istituzioni ed essa si basa su una differente valutazione di fatti e circostanze e su differenti soluzioni che si pongono di fronte ai problemi.

Va da sé, comunque, che contano solo i risultati, perché sono essi, come più volte scritto, che valutano il merito ed è col merito che andrebbe condotto il Paese, non con stupide chiacchiere, con vuoti argomenti o con immagini prefabbricate e ripetute stancamente da personaggi che, soprattutto nei primi piani televisivi, sembrano più automi o squallide macchinette.

In questo quadro vogliamo ricordare come i responsabili delle istituzioni di tutti i livelli continuino a farsi guidare dai sondaggi che arrivano diuturnamente sui loro tavoli. Statisti e statiste non dovrebbero governare con essi, ma solo guardando lontano e facendo quelle riforme strutturali (prima la vera concorrenza) indispensabili a migliorare il funzionamento del Paese per corrispondere alle esigenze di tutto il Popolo, soprattutto di quella parte medio-bassa che non ha le sufficienti risorse, necessarie per far fronte a una vita complessa.