Dipendenza da gioco d'azzardo, emergenza Sicilia e personale insufficiente

In Sicilia è emergenza Gioco d’azzardo, gli esperti: “Personale insufficiente per farvi fronte”

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In Sicilia è emergenza Gioco d’azzardo, gli esperti: “Personale insufficiente per farvi fronte”

Chiara Gangemi  |
domenica 12 Giugno 2022

Denuncia di Ugl Salute Sicilia: l'Isola seconda in Italia per incremento di spesa, Ordine degli Psicologi e Associazioni sono preoccupati

In Sicilia è emergenza sulla dipendenza dal gioco d’azzardo. Il fenomeno del G.A.P. (Gioco d’Azzardo Patologico) sta preoccupando sempre di più e la situazione regionale al momento non sembra promettere bene.

È quanto fa notare la federazione regionale Ugl Salute Sicilia. Ciò che merita particolare attenzione è la “situazione di assoluta criticità per il numero elevato di siciliani che soffrono di disturbo da gioco d’azzardo (dipendenza comportamentale, complessa e multidimensionale inserita in ambito internazionale tra le dipendenze patologiche)”.

Sicilia seconda in Italia per incremento di spesa nel gioco d’azzardo

“Nell’ultima rilevazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli del 10 settembre 2021, denominata “Libro blu”, la nostra regione è al secondo posto (con un esborso pro capite di 1098 euro) a livello nazionale per incremento di spesa nell’ambito del gioco, con un notevole incremento di quello virtuale e una onere per i giocatori complessivo da capogiro” – dice il segretario regionale Carmelo Urzì.

Giochi: i dati sulla Sicilia

Per fare il punto della situazione sul gioco in Sicilia, consideriamo i dati statistici contenuti nel Libro Blu 2020 di ADM, pubblicato sul portale dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli. Mentre, come la stessa ci fa sapere, i dati riguardanti il 2021 sono in fase di elaborazione.

All’interno del Libro Blu viene fatta una ripartizione di Raccolta, Vincite e Spesa per regione in merito al gioco fisico. Per “Raccolta” si intende l’ammontare di puntate effettuate dalla collettività dei giocatori; per “Vincite” si fa invece riferimento al totale delle somme vinte dai giocatori; mentre la “Spesa” è l’effettiva perdita dei giocatori e si ricava facendo la differenza tra Raccolta e Vincite.

Analizzando i valori riportati (espressi in milioni di euro), nel caso specifico della Sicilia, nel 2020 la Raccolta si attesta a 2.733 milioni evidenziando una netta diminuzione rispetto agli oltre 4 milioni registrati nel 2018 e nel 2019. Anche le Vincite mostrano un calo: 1.973 milioni di euro nel 2020 in rapporto agli oltre 3 milioni del 2018 (3.564) e del 2019 (3.388). La Spesa scende a 759 milioni rispetto ai 986 del 2018 e 1.171 del 2019.

Soffermandoci un attimo sul perché di tali valori in diminuzione, non bisogna tralasciare il fatto che la pandemia ha avuto un significativo impatto sul settore dei Giochi. Infatti, nel report viene spiegato anche questo: a livello nazionale nel 2020 si registra il -20,05% per la Raccolta, -17,24% per le Vincite, -33,23% per la Spesa a causa della sospensione della Raccolta del gioco fisico durante i mesi del lockdown.

Per comprendere concretamente quanto si sta affermando, un esempio tra i tanti che si potrebbero fare riguarda i giochi a base sportiva (come nel caso di concorsi pronostici sportivi o scommesse sportive a quota fissa). In Sicilia in tal senso nel 2020 la Raccolta è scesa a 230 milioni di euro rispetto ai 385 del 2018 e 414 del 2019. Anche le Vincite sono arrivate a 174 milioni rispetto ai 306 del 2018 e 330 del 2019. Infine, la Spesa mostra un decremento pari a 56 milioni di euro rispetto ai 78 del 2018 e 84 del 2019.

Tuttavia, come viene evidenziato, non è stata solo la pandemia ad avere un impatto significativo sul fronte Giochi. Bisogna considerare anche concause di tipo legislativo, come per esempio l’introduzione della tessera sanitaria dall’1 gennaio 2020 per l’uso di apparecchi VLT (videolotterie).

Quando subentra la dipendenza

Ma come si fa a riconoscere un soggetto dipendente dal gioco d’azzardo e come possiamo aiutarlo? A tal proposito, abbiamo deciso di approfondire la tematica in questione intervistando diversi esperti del settore che possono aiutarci a fare chiarezza. Intervengono Gaetana D’Agostino (presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana) e i dottori Valeria Grasso, Agata Andò e Carlo Martinens (psicologi-psicoterapeuti dell’Associazione “Il Faro” di Catania).

Come riconoscere il disturbo da gioco d’azzardo

La dottoressa D’Agostino afferma: “Tale disturbo ha le stesse caratteristiche delle dipendenze da sostanze, ma in questo caso l’oggetto della dipendenza è un comportamento e non una sostanza. La dipendenza da gioco si distingue dal gioco ludico per la modalità ricorrente e persistente. Ad esempio si può assistere ad un bisogno costante di dover giocare, nervosismo e irrequietezza quando non è possibile giocare d’azzardo e la necessità di aumentare la frequenza del gioco. La maggior parte dei giocatori con Disturbo da Gioco d’Azzardo riferiscono la presenza di pensieri intrusivi e di impulsi a giocare in quantità tale da interferire significativamente con la loro efficienza lavorativa e sulla loro vita sociale e familiare”.

Gli esperti de “Il Faro” aggiungono: “Il Gioco d’Azzardo Patologico può essere considerato una dipendenza vera e propria non correlata all’uso di sostanze ma in grado di attivare gli stessi sistemi di ricompensa coinvolti nell’uso di sostanze e produrre effetti simili a quelli che conseguono all’abuso di droghe. Il giocatore patologico ha bisogno di quantità crescenti di denaro per ottenere e percepire una sorta di eccitazione e dopo aver perduto denaro torna nuovamente a giocare per ritentare; può essere irrequieto/a o irritabile se tenta di ridurre o smettere di giocare d’azzardo. Il comportamento di gioco può essere considerato come un modo per sfuggire ai propri problemi nonché l’espressione di una sofferenza interiore. Il disturbo può essere episodico o persistente ed il decorso del disturbo può variare in base al tipo di gioco d’azzardo prescelto e alle circostanze della vita”.

Cosa si può fare per aiutare queste persone in difficoltà?

La presidente dell’OPRS spiega: La dipendenza da gioco è molto insidiosa perché meno riconoscibile, in particolare da chi ne è portatore, che non è disposto ad accettare di avere un disturbo. Chi è dipendente dal gioco è convinto di poter smettere quando lo desidera e ritiene di avere ancora il controllo della situazione. Il primo passo, quindi, è quello di rendere consapevole la persona di avere un problema, solo così si può incominciare a fare qualcosa per risolverlo. I percorsi di cura più efficaci ed in grado di garantire un maggiore risultato nel trattamento sono caratterizzati da interventi a carattere multidisciplinare che prevedano anche il coinvolgimento delle famiglie. Nella maggior parte dei casi, la presa in carico del paziente affetto da disturbo da gioco d’azzardo prevede la presa in carico dell’intera famiglia per l’elevato livello di sofferenza che esso presenta”.

Anche gli psicologi-psicoterapeuti dell’Associazione fanno notare: “Innanzitutto è fondamentale che la persona riconosca di avere un problema di dipendenza (e solo successivamente eventualmente provare a comprendere le cause di innesco sottostati al comportamento patologico); molto spesso questa consapevolezza non sussiste nell’organizzazione psichica del/della giocatore/giocatrice e quindi capita di frequente che siano i familiari a cercare di convincerlo/a ad intraprendere un percorso curativo con uno specialista. La terapia tende proprio ad aumentare l’autoconsapevolezza, a riuscire a vedere e considerare tutte le problematiche legate a questo tipo di dipendenza (psichiche, economiche, sociali in genere), cosa spesso non facile per chi considera questa pratica una fonte di godimento. Godimento che viene dall’idea di poter vincere, quando in realtà non si può mai parlare di vera vincita, non si vince mai al gioco d’azzardo, ma semmai si può parlare di un parzialissimo recupero di spiccioli, considerando l’ammontare delle somme di denaro elargite in questa pratica”.

“Il godimento mortifero di poter dire ‘ho vinto’ costituisce di per sé una ricompensa psichica per il/la giocatore/giocatrice, ma arrivare a comprendere che quella esperienza non sia una vincita, o vittoria, pone il soggetto in una condizione, appunto, di maggiore consapevolezza e questo costituisce un primo scardinamento del meccanismo psichico della dipendenza che impedisce una più realistica valutazione dei rischi che si corrono, nonché dei valori personali e sociali. In sostanza si tratta di evidenziare le contraddizioni intrinseche nel meccanismo psichico che si instaura nel gioco d’azzardo favorendo un esame più realistico della propria condizione”.

Le attuali terapie sono efficaci?

Associazione “Il Faro”: “In Italia l’attenzione per il Disturbo da Gioco d’Azzardo sta crescendo sempre di più a seguito dell’aumentare dei dati di soggetti sofferenti; pur tuttavia le terapie alle volte appaiono tra loro isolate e senza una rete multidisciplinare che possa accogliere il soggetto e la sua famiglia. La psicoterapia riveste un ruolo centrale e diviene efficace se punta alla gestione dei dolori e delle mancanze che stanno alla base del gioco d’azzardo, al potenziamento del benessere psico-fisico e al riconoscimento e alla valorizzazione delle emozioni. Un percorso terapeutico individuale rappresenta, così, l’ampliamento della propria visione di vita, una maggior conoscenza di sé stessi, al fine di concedersi una nuova possibilità di stare al mondo, di amarsi ed amare di nuovo. L’attenzione al singolo caso in percorso terapeutico ad orientamento psicodinamico accompagna il soggetto a superare ogni forma di dipendenza ed essere nuovi artefici della propria vita. Efficaci anche i gruppi di sostegno psicologico per giocatori e famiglie come luoghi protetti di ascolto e condivisione sotto l’attenta supervisione dei professionisti”.

Che impatto ha avuto il Covid su tale fenomeno?

Come ha già osservato la Ugl, anche gli specialisti intervistati in tale occasione sostengono che la pandemia abbia diminuito la dipendenza dal gioco fisico passando al versante online. Tanto che la dottoressa D’Agostino sostiene: “Durante il lockdown, con la chiusura dei luoghi fisici di gioco e la sospensione di estrazioni e scommesse, è stata registrata una generale diminuzione del gioco fisico, con un  conseguente aumento per  le giocate online. La nascita delle piattaforme online ha sdoganato qualsiasi limite, permettendo di scommettere in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, rendendo di fatto molto più semplice l’accesso ai giochi”.

“Il Faro” dichiara: “Le restrizioni dovute al Covid, più che la malattia in sé, hanno purtroppo esacerbato questo fenomeno in quanto il soggetto, limitato nella sua libertà d’azione, ricerca un appagamento che dalle restrizioni è stato ridotto, degli ulteriori stimoli che suppliscano ciò che è venuto meno. Durante il lockdown si è infatti assistito a una riduzione – anche se relativa – del gioco dal vivo come slot machine e bingo, e ad un aumento del gioco online in tutte le sue forme, mentre nel momento in cui le restrizioni sono diminuite si è assistito ad un incremento sia nel gioco online che dal vivo. Il punto è che chi ha già instaurato un regime di ricompense basato sul gioco d’azzardo spesso non potrà fare altro che aumentare il ritmo di gioco e/o le somme giocate, invece di trovare nuovi stimoli, magari più sani, per far fronte a quella mancanza”.

In base a quanto afferma la Ugl in merito all’elevato livello di criticità attuale in Sicilia, c’è da preoccuparsi?

D’Agostino: “I dati dell’Ugl infatti confermano questo ed è, allora, necessario che la situazione  sia preso in carico subito da tutte le istituzioni competenti”.

Mentre gli altri esperti aggiungono: “La Regione Sicilia presenta un elevato numero di giocatori attivi soprattutto nelle piattaforme telematiche; nel primo anno di pandemia, sono stati spesi più di 7 miliardi di euro, di cui circa il 75% nel gioco online. In Sicilia è avvenuta la chiusura di molte realtà tra cui quella degli esercizi commerciali che ha determinato un incremento di giochi online. Un dato rilevante però che emerge è che, comunque, il calo del gioco fisico/in presenza (vs gioco online), nella regione, è stato inferiore rispetto alla media nazionale nonostante l’astinenza forzata dovute alle restrizioni del Covid-19. Il gioco d’azzardo è un fenomeno che negli ultimi anni è aumentato esponenzialmente in Sicilia, e che si è acuito – come molti altri disturbi psicologici – in una situazione di forte stress ed incertezza causata dalla condizione pandemica. Occorre, quindi, che sia presente e persista un’adeguata e costante informazione sul fenomeno e le sue caratteristiche, e la possibilità di un sostegno psicologico e di cura rivolto al giocatore e al suo sistema familiare”.

Come chiedere e come dare aiuto?

L’Associazione “Il Faro”, che si occupa proprio di tali dinamiche, risponde: “Il crescente numero di richieste di aiuto da parte dei familiari e dei giocatori pone la nostra Associazione davanti ad un potenziamento delle nostre attività; in particolare l’assistenza telefonica e la presa in carico 7 giorni su 7 dalle ore 9.00 alle ore 20.00 mediante la quale vengono fornite informazioni, delucidazioni e primo sostegno. La presa in carico della richiesta di aiuto viene accolta tempestivamente anche se presentata via web (mail o pagina Facebook). Puntiamo anche ad incrementare attività di sensibilizzazione e prevenzione tra i medici di medicina generale e le scuole nonché mediante la comunicazione tramite il nostro sito internet ed i canali social. Ci auspichiamo anche un’intensificazione della rete territoriale e multidisciplinare anche per i casi di comorbidità (disturbo da gioco d’azzardo e altri disturbi fisici e/o psicologici)”.

L’appello da parte dei professionisti del settore

La dottoressa D’Agostino conclude: “Reputo necessario potenziare i servizi pubblici che si occupano di dipendenza per realizzare una presa in carico globale della persona e del sistema familiare. Ad oggi i Servizi per le Dipendenze delle ASP non hanno personale sufficiente per rispondere alle reali esigenze della popolazione. Quindi è di fondamentale importanza che la politica cominci subito a investire in salute mentale, in maniera concreta e risoluta”.

Al messaggio della presidente dell’OPRS si unisce quello da parte degli psicologi-psicoterapeuti dell’Associazione: “Nel Disturbo da Gioco d’Azzardo, una persona che vince e gode di quella sensazione continuerà a ricercarla; perdere il denaro non la dissuade dal farlo perché la speranza di vincere ancora e di sentirsi ancora una volta così eccitati/e elicita la motivazione a giocare e a rigiocare. Un comportamento patologico, nel caso specifico di dipendenza, è solo la punta di un iceberg nonché l’espressione visibile di un disagio interiore e radicato, che un individuo spesso non riconosce e di cui non può essere del tutto consapevole”.

“Affrontare ciò che può restare sommerso in una persona può essere la giusta strada per un percorso di risoluzione del problema del gioco che affligge migliaia di persone in Italia e nel contesto Siciliano. In generale occorrerebbe, inoltre, inquadrare il Disturbo Da Gioco d’Azzardo nel contesto sociale e politico più ampio incentivando tutte le misure che possano prevenirne la sua manifestazione, come ad esempio il divieto di pubblicità al gioco introdotto con la legge 2018 n°9”.

Chiara Gangemi

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