50 litri di acqua al secondo dalla diga Fanaco esclusivamente per i comuni agrigentini di Aragona, Canicattì, Favara, Racalmuto e Ravanusa.
Durante una riunione convocata dal prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo, è stata decisa la destinazione di 50 litri di acqua al secondo dalla diga Fanaco esclusivamente per i comuni agrigentini di Aragona, Canicattì, Favara, Racalmuto e Ravanusa. La decisione, presa in seno alla cabina di regia per l’emergenza idrica, ha visto la partecipazione dei sindaci delle municipalità coinvolte e dell’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro. Il responsabile regionale della Protezione civile, Salvo Cocina, ha partecipato all’incontro in collegamento remoto.
I problemi di fornitura idrica nei comuni agrigentini
I residenti dei comuni agrigentini coinvolti sono da tempo alle prese con difficoltà legate alla fornitura idrica, lamentando turni che, in alcuni casi, arrivano a durare fino a 30 giorni. In risposta a questa situazione critica, l’acqua proveniente dalla diga Fanaco sarà suddivisa dal gestore provinciale, Aica, in base al numero di abitanti di ciascun comune.
Le soluzioni strutturali per superare le criticità
L’assessore regionale Roberto Di Mauro ha sottolineato che l’obiettivo a lungo termine è quello di superare le attuali difficoltà attraverso soluzioni strutturali. In particolare, sono previsti l’installazione di dissalatori nei territori di Gela, Porto Empedocle e Trapani, la cui messa in funzione è programmata per il mese di giugno. Si stima che i dissalatori potrebbero garantire un approvvigionamento complessivo di almeno 600 litri di acqua al secondo, contribuendo così a risolvere in modo definitivo le problematiche legate alla carenza d’acqua.
La protesta dei residenti di Quadrivio Spinasanta
Nel frattempo, la situazione resta critica in alcune aree, come nel quartiere Quadrivio Spinasanta di Agrigento, dove i residenti hanno protestato per il lungo periodo di interruzione del servizio idrico, con l’ultima fornitura risalente a ben cinquanta giorni fa. Le difficoltà di approvvigionamento restano dunque una priorità per le istituzioni locali e regionali, impegnate a trovare soluzioni urgenti e durature per le popolazioni coinvolte.